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“I nostri figli”, una poesia delicata racconta Messina e la profondità dei rapporti umani

La prima creatura editoriale di Roberto Lax ingegnere messinese in pensione che dà voce all'amore. 100 componimenti in cui far rivivere alcuni simboli della città e della provincia: "Un modo per entrare in simbiosi emotiva con chi ho incontrato"

E ’appena uscita nelle librerie, per Albatros, “I nostri figli”  la prima creatura editoriale di Roberto Lax. Non si tratta di una semplice raccolta poetica che mette insieme oltre trent’anni di scritti ma di uno scrigno di memorie. Stralci di vita, attraverso cui raccontare il territorio e soprattutto le esperienze che l’ingegnere messinese ormai in pensione  ha vissuto durante la sua attività di professore al  Verona Trento.

“Non c’è posto più bello della scuola, quel luogo unico in cui coltivare il rapporto con i ragazzi”. Ed è proprio tra le aule dell’istituto cittadino che si coltivano quei rapporti umani che alimentano la sua  poesia, delicata, dall'essenza profonda e intima.  Dopo le pubblicazioni delle sue poesie nel libro Arcobaleno poetico - Antologia di autori di Messina e provincia (2005) edita da “Peloro 2000” - Rivista di attualità-artecultura (Messina),  nel libro Universo Donna - Silloge poetica (2006) a cura della rivista “Peloro 2000” e nel libro Antologia (2006) a cura di Giuseppe Stella, Edizioni Spes Milazzo, arriva finalmente una raccolta tutta sua.

Si tratta di 100 poesie di cui 90 nuove e 10 appartenenti a precedenti pubblicazioni. Alcune delle quali rimaste nel cassetto per anni altre partorite durante il primo lockdown: “ Il filo conduttore delle  mie poesie- afferma- è l’amore per la mia famiglia , per i miei figli e per tutte le persone che ho incontrato. Un modo per entrare in simbiosi emotiva con chi ho incrociato nella mia vita”. Non a caso le due poesie presenti nel frontespizio sono dedicate alla figlia: “Non vuoi dormire” e “Sempre insieme”.

 Un linguaggio  semplice  essenziale il suo, in cui racchiudere una delicatezza espressiva che diventa poesia: “Quando si scrive- continua il poeta messinese- le parole vanno pesate una ad una. La poesia non ha spazio nè  tempo, ma scrivere significa dare voce al cuore, alla sofferenza e alle preoccupazioni . Non sempre chi scrive è un letterato, ma al cuor non si comanda”.

Componimenti i suoi che parlano di Messina  e non solo e che ne restituiscono un’immagine diversa attraverso l’occhio della sensibilità. Come l’ultima, scritta proprio durante la  pandemia e dedicata a Milazzo un paradiso terrestre che attraverso i suori colori e la sua bellezza diventa simbolo di una nuova primavera, nonostante il dolore che l’umanità stava attraversando. Nelle sue poesie non può mancare Taormina: “La sua è una bellezza fatta di sole e di luce-  dichiara rievocando una delle sue poesie- è la città degli innamorati che si stringono dolcemente, è un luogo fatto per le persone che amano l’amore”. Una lettura simbolica della realtà anche per la Passeggiata a Mare  raccontata attraverso l’immagine di un vecchio ubriaco che  dorme sulla panchina e anche un momento che esprime dolore diventa espressione di speranza e di pace. I temi più disparati trovano spazio nel suo universo poetico: Piazza Municipio  diventa il luogo in cui parlare di un papà e i fiori di un vecchio balcone in un palazzo di cemento  simboleggiano la forza vitale che risiede in ognuno di noi .

 Il segreto di una poesia che  tocca l’anima è dosare la giusta delicatezza: “Attraverso le mie poesie-conclude -intendo esprimere la bellezza universale che va oltre i canoni estetici. Non bisogna mai smettere di credere nella forza della vita e bisogna ancorarsi a quella volontà che non deve mancare mai”.
 

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