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Mercoledì, 24 Aprile 2024

VIDEO | Cecilia Foti in "Scandali segreti", in un corto l'omaggio a Monica Vitti dalla sua Messina

L'attrice messinese nei luoghi d'infanzia dell'icona del cinema per parlare di donne e liberta. Il documentario conquista anche i festival nazionali

Un omaggio  all''icona del cinema  Monica Vitti di recente scomparsa, la cui vita d'infanzia si è intrecciata con il tessuto urbano di Messina, arriva dall'attrice attrice messinese Cecilia Foti con un emozionante contrometraggio tratto da "Scandali segreti". A conquistare l'artista messinese il monologo finale di Diana, attualissimo per le riflessioni sulla verità e sulla libertà delle donne di agire e di esprimere i propri sentimenti senza essere giudicate, del  testo teatrale di Michelangelo Antonioni ed Elio Bartolini, pubblicato dal docente di cinema del Dams di Messina professor Federico Vitella.

Pressoché sconosciuto, mai più replicato, al debutto il testo è stato considerato troppo cinematografico e trasgressivo per come mette in crisi gli stereotipi di genere legati al comportamento della donna nella società. Antonioni lo ha cucito addosso alla Vitti che pesca da una giovinezza travagliata, come si evince da alcune interviste, con una madre vittima delle convenzioni sociali. Il corto è stato girato a Messina, dove la grande attrice ha vissuto per otto anni con la famiglia d’origine, soggetta a spostamenti per il lavoro del padre. Il  documentario è stato presentato al Festival La Sicilia delle donne. Selezionato al Ca’ Foscari Short Film Festival a Venezia, a Sguardi Altrove Film Festival di Milano per il quale è stato in streaming su Mymovies. L'opera è ideata, scritta e interpretata  da Cecilia Foti e con Ginevra Foti, Giulia e Marilisa Lo Re, Lorenzo Lisanti. Montaggio e regia: Antonio Previti e Gaetano Mazza. Produzione: Daf Teatro dell’esatta fantasia.

"Ho scelto di rendere 'concreto' e mettere in movimento il monologo intimo e sofferto che nel copione teatrale scaturisce da un fatto tragico: l’incidente mortale di Marco, amante di Diana, interpretata da Monica Vitti. Ma, come può succedere nella vita reale, un’esplosione emotiva, un flusso irrazionale, improvviso, può emergere passando da una strada, sentendo un profumo, guardando un paesaggio caro alla memoria, così in un flash riaffiora il dolore soffocato, la riflessione illuminante, la consapevolezza conquistata, l’urlo liberato. A partire dal viale San Martino, cuore commerciale di Messina, dove Antonioni ha girato l’affollata scena di 4 minuti de “L’avventura”, mostriamo le vie dove la Vitti ha abitato, la scuola, la chiesa della Prima Comunione. Doveroso a mio avviso passare dall’Irrera a mare (ora, ahimè, in macerie!), dove si svolgeva la Mostra del cinema internazionale che ha accolto l’attrice negli anni d’oro della manifestazione messinese, proseguendo fino alla zona portuale, il luogo di lavoro paterno. Irrompono infine le note di Matilda, che viene fuori dal Jukebox nel testo teatrale, anch’esso simbolo di denuncia al femminile, a esprimere l’esuberanza di Marisa Setti vistini, Maria Luisa Ceciarelli vero nome dell’attrice, così soprannominata perché da piccola si riparava dal freddo sovrapponendo tanti indumenti. E si mette in luce il suo legame col mare: 'Con il mare ho un rapporto travolgente, quando lo vedo muoversi, impazzire, calmarsi, cambiare colore, rotta, è il mio amante' così a evidenziare la capacità mimetica dell’attrice di passare dai ruoli drammatici ai ruoli comici con unica, immensa naturalezza", scrive Cecilia Foti .

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