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Sanità privata e dumping contrattuale, la FP CGIL pronta ad avviare una stagione di vertenze

L'organizzazione sindacale al fianco dei lavoratori per modificare i contratti adeguandoli a quanto previsto dal Cnl

Attraverso un’attenta analisi sulla condizione che interessa i dipendenti di diverse strutture private accreditate, la FP CGIL evidenzia come non sia più accettabile che, nonostante la stazione appaltante sia sempre la Regione, per il tramite delle ASP, i CCNL applicati siano quelli più vantaggiosi per le aziende ma non per i lavoratori. Il caso SSR all’attenzione della FP CGIL.

«Una “giungla” contrattuale in cui a fare le spese sono i lavoratori. Nello specifico i lavoratori che operano nel campo della sanità privata accreditata, dove sebbene la stazione appaltante sia sempre la Regione, per il tramite delle ASP, i CCNL applicati sono i più disparati, ma soprattutto sono quelli, non sottoscritti dalle OO.SS. maggiormente rappresentative, che prevedono minori costi e benefici per i professionisti e maggiori vantaggi per le aziende, con un evidente fenomeno di dumping contrattuale che svilisce il mercato del lavoro». Ad avanzare queste osservazioni, frutto di un’attenta analisi comparativa tra diverse strutture presenti sul territorio, sono il segretario della FP CGIL di Messina, Francesco Fucile e il segretario provinciale con delega alla sanità, Antonio Trino: «Qualcuno – affermano i dirigenti sindacali -, gioca con le maglie abbastanza larghe di una legge talmente vecchia che ci si stupisce come possa ancora essere valida, la L. 39/1988 che regola le dotazioni organiche del privato, una legge non più al passo con i tempi ma che stranamente è intoccabile. Qualcun’altro, invece, va alla ricerca di CCNL meno onerosi per il datore di lavoro e più sconvenienti per i poveri lavoratori che, stante la penuria di occupazione, sono costretti ad accettare. Una delle panacee della sanità convenzionata – continuano i sindacalisti -, è rappresentata dalla riabilitazione: basta guardare il proliferare di strutture private diventate quasi sostitutive del servizio pubblico. L’aspetto più grottesco, tuttavia, è che diversi imprenditori vengono accreditati per fornire prestazioni riabilitative ex art. 26, percependo tutti il medesimo rimborso dalla Regione Sicilia, ma applicando CCNL diversi fra loro. Il risultato di questa furbata è che i fisioterapisti che erogano prestazioni uguali, percepiscono salari ben diversi fra loro, con scarti anche considerevoli e ciò è una palese discriminazione, oltre che una sorta di concorrenza sleale. La FP CGIL ritiene che tutto ciò non sia più accettabile, anche perché la stazione appaltante è una, la Regione Sicilia, per cui non si comprende come mai, in fase di accreditamento, non pretenda, per par condicio, l’applicazione di un unico contratto per tutti, così da evitare sia la discriminazione che la concorrenza sleale».

Nella città di Messina, esiste una presenza di privato convenzionato molto importante, e fra questi vi è un’alta presenza di enti che erogano prestazioni riabilitative ex art. 26: «Prendiamo come riferimento - la S.S.R., una S.p.A. a socio unico che soffre di un profondo malcontento da parte dei lavoratori, esattamente perché il CCNL a loro applicato, ARIS RSA, non rinnovato da anni, fa percepire un salario di almeno 200 o 250 Euro in meno ai loro colleghi di AIOP. Il Presidente del C.d.A. tiene la barra a dritta quando, come FP CGIL, rappresentiamo le criticità che ci vengono riportate dai lavoratori, negando ogni addebito. Per fare qualche esempio pratico: la società ha diverse sedi sparse sull’intero territorio provinciale, alcune delle quali in sedi più disagiate, vedi Lipari, ma non ha mai voluto ascoltare le nostre proposte di riconoscimento, in sede di contratto decentrato, di un qualche ristoro per il disagio subito. Stessa cosa per quel personale che viene usato su più sedi, anche distanti fra loro, per il quale abbiamo scritto per chiedere il riconoscimento delle spese di trasferta, senza ricevere alcun riscontro dal Direttore Sanitario. Nonostante si tratti di un’azienda abbastanza florida, per ammissione dello stesso Presidente, il management si ostina a non voler dare alcun ristoro ai lavoratori, ristoro che potrebbe invece rappresentare un gesto importante soprattutto per provare a fidelizzare il personale che, diversamente, alla prima occasione utile preferisce scappare. Il welfare aziendale non rappresenta infatti il giusto riconoscimento alle esigenze dei lavoratori». 

Di fronte a tale, schizofrenica, gestione del sistema, la FP CGIL preannuncia l’inizio di una stagione di vertenze, programmando assemblee con i lavoratori dalle quali nasceranno le iniziative, anche eclatanti, per manifestare il proprio malessere e dissenso per una situazione ormai non più tollerabile, perché lesiva della dignità degli operatori: «I nostri livelli, regionali e nazionali, saranno al nostro fianco per chiedere alla politica una sola cosa: obbligo di applicare un unico CCNL sanità privata per ottenere il rinnovo della convenzione».

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