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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Quei misteri che avvolgono Forte Gonzaga e la storia di possessione del cavalier Nessuno

Dal massacro dei borboni alla storia di Giusy posseduta da un'entità terrificante dentro la fortezza. Attraverso i sette mesi all'inferno raccontati dallo scrittore Giandomenico Ruta

Un luogo denso di mistero e di fascino che si erge imponente sulla collina di Montepiselli dal XVI secolo, circondato da un silenzio assordante che fa quasi paura. E’ lui Forte Gonzaga  finito di costruire nel 1545 sotto la direzione dell’architetto militare Antonio Ferramolino da Bergamo, aiutato quasi sicuramente dal messinese Francesco Maurolico, come si legge nel sito dell’Associazione Gonzaga. A tutti è capito una volta di passarci davanti, di andarci a curiosare o di provare ad immaginare quante vicende nel corso dei secoli si sono rincorse dentro quelle antiche mura. Ed è proprio tra quelle mura che è ambientata una storia messinese che mette i brividi, una storia vera  che parla di possessione, di presenze malvagie venute  dall’aldilà o forse rimaste intrappolate in quella struttura chissà per quale sconosciuto motivo. Oggi racconteremo di Giusy,  la protagonista del libro “Nel segreto di Forte Gonzaga” scritto da Giandomenico Ruta scrittore e ricercatore esoterico messinese.

La storia vera della giovane posseduta al Forte

Una storia vera in cui pagina dopo pagina si vivono i sette mesi all’inferno della giovane vissuti insieme allo scrittore Giandomenico Ruta, allora fidanzato della ragazza. Siamo nel 1985 e una gita al Forte Gonzaga si trasforma in un’esperienza ai confini dell’inverosimile: “I nefasti poteri della magia nera le si scatenarono contro trascinandola in un baratro oscuro e doloroso, popolato da entità infime e maligne”, riporta l’introduzione. Lì,  nello stesso  Forte in cui nel tempo si combatterono numerose battaglie e si consumarono raccapriccianti pagine di storia, come quella in cui nel periodo borbonico i messinesi si ribellarono al potere dispotico entrarono all’improvviso al suo interno e non solo massacrarono i soldati borbonici che si trovavano dentro ma per festeggiare  portarono con loro teste mozzate e budella in giro per la città,  ha inizio la discesa all’inferno di Giusy.

Un fantasma chiamato Nessuno

Uno spirito, un fantasma, una presenza demoniaca, nel libro chiamata  Nessuno, si prende la sua vita e la trasforma in un terribile incubo. Giusy, stando al racconto, dopo essersi allontanata dagli amici e dal fidanzato durante una breve permanenza al Forte non è più la stessa,  un’entità inspiegabile si impossessa di lei facendole perdere molto spesso il legame con la realtà.  I comportamenti cambiano e un’anima dannata forse un soldato o un cavaliere morto nel Forte la trasporta in una dimensione surreale in cui i ricordi sanguinosi dell'uomo diventano i suoi e in cui  questo spirito la tormenta e le procura dolore fisico che solo a tratti riesce ad alleviare e solo con un esorcismo e con l’aiuto della preghiera riesce a trovare la strada della salvezza. Salvezza a tratti ritrovata a tratti sprofondata in un tunnel fatto di apparizioni inquietanti di questo cavaliere sul suo destriero che le parla, la manipola e le fa vivere momenti lontani accompagnati da urla di dolore e disperazione, ombre del passato e anche incontri ravvicinati con  i membri di una setta che la vorrebbero come un’eletta scelta direttamente da Satana. Tutti questi aneddoti diventano gli appunti di questo libro che è un viaggio suggestivo attraverso un’esperienza che trasuda di dolore e in cui la sofferenza della giovane si fonde con la forza della fede che vince su ogni male.

Quegli strani episodi accaduti al Forte

L’autore narra con dovizia di particolari quanto Giusy abbia combattuto per scacciare via le forze del male dalla sua vita. Il pathos emozionale che accompagna la lettura del libro è straordinariamente veritiero e al contempo terrificante.  Chi era veramente Giusy e perché è capitato proprio a lei ? A tormentarla era un fantasma o il demonio? Quesiti a cui nessuno può rispondere. Niente accade per caso, i segnali precedenti alla possessione e i legami con una parente lontana potrebbero forse svelare qualche verità nascosta. Una cosa è certa a questi episodi hanno assistito tutti dall’autore agli amici Marta e Andrea, ai preti e in particolare uno che ha praticato l’esorcismo. Gli stessi amici che hanno avuto conseguenze anche sulla loro vita. Sempre nel libro si raccolgono altre testimonianze di fatti che hanno avuto luogo al Forte: Stefania con le cugine stava ballando e una esclamò : “Guardati balli come un cavallo” e all’improvviso senza che ci fosse nessuno si è sentito il rumore di cavalli al galoppo, Michele dice di essere stato lì per fare un giro in  moto quando si è sentito attraversare da un corpo solido, Pasquale insieme a degli amici per una scampagnata ha assistito alla scene di due donne che all’improvviso hanno cominciato ad urale come pazze  solo con un esorcismo sono state liberate. Verità o suggestione non è dato saperlo, secondo l'autore  al Forte Gonzaga si sono svoli riti magici come riporta nel libro: “Al Forte specie in passato quando versava nel degrado più totale  venivano celebrati riti satanici con tanto di sacrificio animale". Protagonisti perlopiù occultusti che venivano da altre città attratti dai trascorsi sanguinari della fortezza e anche dalla  sua posizione geografica e astrale, questo era  considerato un luogo di forza.

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