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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Aggressione a medici e infermieri, la Uil chiede la vigilanza armata

Operatori sanitari nel mirino dei violenti: secondo i dati dell'Inail ci sono dieci aggressioni ogni giorno. Calapai e Caminiti chidono di affidare con urgenza il servizio dopo il caso choc all'ospedale di Taormina

Chiedono la vigilanza armata. Ora basta. Quella dei medici aggrediti è diventata una vera e propria emergenza. Oltre il disegno di legge proposto all'Ars, primo firmataria Franco De Domenico, ci sono tuta una serie di cose che si possono fare da subito per arginare il problema. Ne sono convinti i sindacalisti della Uil Funzione pubblica che dopo l'ennesimo caso del medico dell'Ospedale di San Vincenzo di Taormina aggredito, in realtà sono in tre ad averle prese di santa ragione, hanno chiesto all’assessore regionale alla Salute, al sindaco di Taormina e ed direttore generale dell’Asp 5 Messina, l’istituzione della vigilanza armata.

La nota è di Pippo Calapai e Giovanni Caminiti, rispettivamente segretario generale e responsabile area infermieristica della Uil-Fpl di Messina. “Già la Uil-Fpl con nota del 06/04/2018 aveva denunciato alcuni episodi simili  che si verificavano  con frequenze sempre maggiori. Pertanto, in considerazione di ciò, il commissario protempore ha dovuto procedere ad installare sistemi di video sorveglianza. La  Uil-Fpl sottolinea che, contestualmente alla nota di cui sopra,  aveva proposto anche l’istituzione di un presidio di vigilanza armata”. Alla luce dei numerosi fatti accaduti giorno 2 la Uil Fp sollecita l'istituzione di un sistema organizzativo h 24 di vigilanza armata, e chiede di accelerare l'iter per affidare la gara di assegnazione del servizio vigilanza armata integrata.

Medici e operatori nel mirino dei violenti: ci sono dieci aggressioni ogni giorno

Il fenomeno merita effettivamente grande attenzione. Già a gennaio erano venuti fuori i dati choc dell'Annao Assomed Campania forniti dall'Inail.  Dati allarmanti soprattutto al Sud e nei pronto soccorso. "Sono oltre 1.200 le denunce 'ufficiali' all'Inail ogni anno per aggressioni fisiche e verbali ai danni di operatori sanitari; sono circa 10 i casi al giorno a livello nazionale e il Sud è il più interessato dal fenomeno con il 72% degli episodi. Tra i profili più colpiti i medici di pronto soccorso e guardia medica (80,2%), psichiatria (34,12%) e Ser.T (20,26%). Il 70% delle violenze è diretta alle donne".

Stando al report reso noto dall'Anaoo  le cause delle aggressioni sono da riferire soprattutto a: fattori socio-culturali per il 37,2%, definanziamento del Servizio sanitario nazionale per il 23,4%, carenze organizzative per il 20%, carenze di comunicazione per l'8,5%. Sorprendenti infine le risposte all'ultimo quesito, relativo al ruolo del sindacato come tutore della sicurezza degli operatori: il 56,4% non sa se il problema viene trattato ai tavoli sindacali, mentre il 30,8% è convinto che non venga mai discusso.

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