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Tradizioni

Vara origini e curiosità inedite: viaggio a ritroso nel tempo con l'architetto Principato

Personaggi viventi, la polemica dei bambini con le gambe in aria e la testa in giù e quel miracolo del 1681. Tutti i particolari sconosciuti sull'antico rito dal forte valore spirituale

Fede, devozione e una tradizione che attraversa i secoli. Torna dopo due anni di stop la processione della Vara, un momento molto atteso dai messinesi che celebrano l'assunzione della Madonna in cielo. Ma qual è la storia e soprattutto quali sono le curiosità che circondano quest’antico rito dal forte valore spirituale? Ad accompagnarci in questo viaggio a ritroso nel tempo un esperto del settore,  l’architetto Nino Principato consulente, a titolo gratuito, dell’Assessorato  alla Cultura e del gruppo storico Vara e Giganti degli aspetti storico-culturale. 

Vara una storia antica che si perde nel tempo 

Partiamo dalle origini, ma a quando risale la prima attestazione storica che fa riferimento alla Vara? Il primo accenno porta la data del 21 ottobre 1535, quando la Vara fu eccezionalmente organizzata in un mese diverso da agosto e per celebrare l’Imperatore Carlo V d’Austria che arrivava a Messina, dopo aver vinto Tunisi e La Goletta contro Kair-ad-din , Ariadeno “Barbarossa”, re d’Algeri. Già durante una riunione del settembre dello stesso anno il Senato Messinese stabili di “darsi compimento alla machina della Vara”. Ma l’aspetto più interessante è che come attestano le documentazioni dell’epoca in quell’occasione la Vara subì dei cambiamenti, motivo per il quale si può ragionevolmente pensare che già esistesse da prima, nonostante la mancanza di scritti precedenti. In quell’anno infatti il Cristo fu sostituito da un adolescente che personificava Carlo V mentre a prendere il posto della la Madonna fu una bambina con una corona di alloro per simboleggiare la vittoria. E’certo che l’ideatore della Vara fu Francesco Maurolico  l’autore Poildoro Caldara da Caravaggio architetto e pittore, come afferma Principato.

Dal nome alle traiettorie: i cambiamenti nel tempo

 “Il nome vero della Vara in realtà è Bara poi diventata Vara- precisa lo storico- cambiamento  dovuto alla tendenza di sostituirre  nel nostro dialetto la b con la v come avviene per le barette che in realtà si chiamano varette. Il nome bara deriva dalla presenza nel cippo della bara  in cui la Madonna dorme e poi al culmine, abbiamo la figura di Cristo che con la mano destra porge l’Anima della Vergine che si erge verso il cielo”. Per quanto riguarda la struttura, l’altezza della Vara dal 1926 ad oggi non è cambiata ed è precisamente 13,50 metri , dopo il 1565 le ruote sono state sostituite da scivoli di legno oggi in ferro. Il Carro votivo inoltre anticamente non seguiva a il percorso così come lo conosciamo oggi, tre le traettorie cambiate nei secoli: “Dalle origini al 1866  partiva da Largo Seguenza e poi attraversava l’attuale corso Cavour- prosegue Principato- e arrivava davanti la facciata del Duomo. Da prima del terremoto  fino agli anni '50 partiva da piazza Ottagona oggi piazza Filippo Juvarra . L’attuale traiettoria con partenza da piazza Castronovo risale alla fine degli anni ’50". Da annoverare anche gli stop documentati che la processione ha subito nei secoli: il primo dal 28 dicembre 1908 al 1925 con la ripresa il 15 agosto del 1926; durante il secondo conflitto mondiale dal '43 al '45 per riprendre nel '46 , ultimo in ordine di tempo dal 2020 al 2022  a causa della pandemia. Probablimente nei secoli precedenti tra peste e terremoti la Vara ebbe dei periodi di pausa , ma non esistono documenti al riguardo.

Quando la Vara era vivente 

A rendere maestoso il carro trionfale la presenza di personaggi viventi, in gran parte  bambini ,angeli, Madonna, tranne i dodici apostoli nella parte del cippo che erano uomini, ad essere coinvolti 150 personaggi . A far pensare all’antica origine della macchina votiva la sua rappresentazione geocentrica che pone la Terra al centro dell'Universo e i corpi celesti attorno ad essa.  Ma tornando ai personaggi viventi c’è da ricordare che rimasero tali dal 1535 fino al 1866, quando poi furono sostituiti dagli odierni personaggi di cartapesta. "Tra le curiosità c’è da dire – racconta l’esperto- che la Vara era una sorta di teatro itinerante perché ad ogni fermata il Cristo dialogava con la Madonna. Tra gli aneddoti che portarono alla sostituzione, dapprima un incidente del 1681,  durante la processione nei pressi di quella che era la chiesa dell’Annunziata dei Teatini (odierna chiesa di S. Antonio Abate) quando per la rottura della parte terminale della Vara, sei personaggi precipitarono rovinosamente e tutti erano convinti che per la caduta i bambini sarebbero morti in realtà si gridò al miracolo perché senza alcuna spiegazione i fanciulli si salvarono”. Per via di questo avvenimento miracoloso più tardi fu addirittura eretta l’Immacolata di marmo per grazia ricevuta, che all’epoca era posta nel luogo dell’incidente, oggi spostata in piazza Duomo. Altro fatto che portò ad abolire  i soggetti viventi furono le polemiche avanzate dai giornalisti di tutto il mondo che commentavano stupefatti lo scempio subito dai bambini specie quelli in cima, vicino al sole, che giravano e con le gambe in aria e la testa in giù strillavano e vomitavano, come si legge in “Voyage pittoresque des isles de Sicile, de Malte et de Lipari” stampata a Parigi nel 1784: “…al di sopra un uomo rappresentante Gesù Cristo. Egli col braccio steso, e ritto della persona, regge la Vergine sulla sua mano: una giovinetta dai tredici ai quattordici anni, con le braccia in croce sul petto e gli occhi rivolti al cielo; e sostenendola la solleva per aria in atto di presentarla a Dio suo padre…ma il giramento che subiscono i fanciulli li indispone si crudelmente, che gli uni si addormentano, gli altri danno di stomaco, e molti fanno anche peggio ancora; il che non toglie che il popolo rimanga edificato, ed i padri e le madri offrano i loro figlioletti per questa specie di supplizio”.


 

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