Ancora una Pasqua senza tradizioni, quei riti intramontabili inghiottiti dalla pandemia
Niente processione delle barette a Messina e spazzate via anche Via crucis a Savoca e rappresentazione vivente a Francavilla di Sicilia. Ripercorriamo insieme quelle spettacolari rappresentazioni senza tempo assenti da tre anni
Finito lo stato di emergenza tornano, dopo due anni di stop forzato, le processioni religiose anche in Sicilia, ma non in tutti i comuni. Regole anti-covid troppo rigide e contagi ancora in agguato hanno spinto numerosi vescovi e parroci ad attendere tempi migliori. Nel Messinese qual è la situazione? Ripercorriamo insieme alcuni di quei riti intramontabili della Pasqua di Messina e provincia spazzati via dalla pandemia anche quest'anno.
Partiamo da Messina dove a da secoli si rinnova la celebre processione delle barette o varette risalente al XV secolo, periodo della presenza spagnola in città. Una delle manifestazioni religiose più importanti dello Stretto. Inizialmente non si avevano gli attuali gruppi statuari raffiguranti le scene della passione ma si portavano in spalla l'immagine dell'Addolorata, un simulacro di bara con il Cristo morto e altre piccole bare, da qui il nome “barette”. Fu solo nel 1610 che la Confraternita dei Bianchi, su proposta del governatore e dei consiglieri, decise di promuovere la processione delle statue celebrative , da svolgersi nella notte del giovedì Santo. Oggi le barette sono undici, molte di quelle create nei secoli da ingegnosi artigiani messinesi ed esperti sono andate perdute, c'è chi ha resistito al terremoto del 1908.
Anche a Taormina è da annoverare la “processione dei Misteri" del venerdì Santo. Al tramonto Corso Umberto si veste di suggestione e incanto con un corteo che vede insieme statue e vare appartenenti alle chiese della cittadina illuminate dalle torce. Ad arricchire il corteo le 600 consorelle, donne vestite di nero appartenenti alla congregazione del Varò di Maria e le bambine vestite di bianco, un’esperienza dalla forte carica religiosa. Spettacolare la rappresentazione vivente della Via Crucis di Francavilla di Sicilia risalente al 1790, quando ad interpretare i ruoli erano tutti bambini, poi sostituiti dagli adulti. Da allora l’incredibile celebrazione si è svolta per secoli intervallata da periodi di pausa subendo ulteriori modifiche nel corso degli anni. Il nostro viaggio negli indimenticabili riti pasquali finisce con la Via Crucis nel borgo di Savoca. Si parte dalla Chiesa del Convento dei Padri Cappuccini e su un un cammino intervallato da preghiere attraverso le stazioni in terracotta della Via Dolorosa e si giunge fino al Monte Calvario. Arrivati in cima si raggiunge un luogo spirituale immersi da scenari paesaggistici strepitosi.