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Dalle autostrade alle aree industriali, il mondo sottosopra come Stranger Things

E' un destino che in Sicilia il mondo della politica, dell'economia e della morale debba girare al contrario. Se il direttore generale del Cas, il consorzio autostrade messo sotto accusa per ritardi e carenze, va in pensione, cosa si fa? Lo si “premia” e ci si ostina a prorogare l’incarico a titolo gratuito costringendo la Regione a stoppare per la seconda volta pena la nullità di tutti gli atti.

Se i sindacati muovono delle obiezioni all'operato del commissario straordinario dell’azienda ospedaliera universitaria, Giampiero Bonaccorsi, cosa si fa? Si medita di proclamare qualche stato di agitazione, qualcuno interroga l’assessore Razza, altri pensano di denunciare all'antimafia. Ma, in un ospedale che non ha neanche il direttore sanitario, Bonaccorsi non si scompone: tanto il problema è di qualcun altro, la disponibilità dei fondi - anche se il bilancio chiude con 2 milioni e 500 mila euro di attivo (l’anno scorso denunciava buchi a nove zeri, neanche Mandrake) - il collegio sindacale che deve ancora vagliare e approvare...

Oggi più che la fantasia, al potere sembra esserci solo una lucida nevrosi.

Alla Regione non discutono dei milioni che Palazzo d’Orleans ha perso per non avere saputo utilizzare i finanziamenti europei. No. Non discutono neanche di come evitare di perdere i miliardi del Piano nazionale di ripresa e resilienza figuriamoci dei 100 milioni per la non autosufficienza per i disabili gravissimi. No. Mentre Sicindustria e Camera di Commercio cercano il punto di raccordo sulla Zes Sicilia Orientale che macina soldi solo a Catania, oggi a Messina si discute ancora di Ponte sullo Stretto come rimedio per tutti i mali. Nel frattempo l'area ex Pirelli langue, il segretario della Cgil Giovanni Mastroeni ha ricordato che sono sei o sette le realtà che operano a fronte dell’inserimento ipotizzato ormai tanti anni fa di una cinquantina di aziende e da mesi chiede per la Valle del Mela che il comune capofila Milazzo apra una serie di confronti fra le amministrazioni e i “soggetti portatori di interessi” per avviare un confronto vero sulla riconversione ecologica ambientale. Tutto questo mentre le altre due aree che ci si ostina a definire industriali, l'ex cementeria Italcementi di Villafranca e Larderia, restano scandalosamente deserte e inquinate. Nessuno ha ancora detto con chiarezza ai cittadini di Messina e Villafranca il potenziale deflagrante dell’inquinamento delle falde acquifere dell'ex cementificio di Villafranca.

E non è normale che lo abbia dovuto ricordare il presidente della Camera di Commercio Ivo Blandina che esiste un nodo bonifiche ambientali. Ma di normale in questa città c’è ben poco. In un posto normale, più che amianto e copertoni, si sarebbe pensato a insediare due fabbriche per lavorare gli agrumi o per inscatolare pesci. Oggi invece, mentre qualcuno ancora suggerisce un nuovo indirizzo per le microaree industriali, da transitare da zone a destinazione industriale a turistico-commerciale-ricettiva, i Tir continuano a portare fuori arance e pesci e noi compriamo aranciate e sardine inscatolate all'estero. Così i Tir viaggiano due volte: per andare e tornare. E la Sicilia continua a girare al contrario. E a ragionare come in un mondo sottosopra che neanche a Stranger Things . Ma dirlo… é offesa.

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