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Giampilieri

Giampilieri, 13 anni fa l’alluvione, ma anche oggi montagne, strade e torrenti fanno paura

Quel primo ottobre del 2009 resterà impresso nella memoria di tutti, quando un terribile e fortissimo vento di Scirocco lasciò il posto a una pioggia impetuosa, che seminò morte, distruzione e disperazione. Ma non basta il ricordo per evitare nuove vittime

Sono passati 13 anni. E il dolore è sempre lo stesso. Per i familiari di quelle vite, che sono state spezzate, trascinate via dall’acqua e dal fango. E per tutta Messina. Monica Balascuta, Carmela Maria Barbera, Santi Bellomo, Carmela Cacciola, Giuseppa Calogero, Concetta Cannistraci, Roberto Carullo, Luigi Costa, Ketty De Francesco, Elena De Luca, Francesco De Luca, Ilaria De Luca, Agnese Falgetano, Letterio Laganà, Maria Li Causi, Francesco Lonia, Lorenzo Lonia, Teresa Macina, Leo Maugeri, Christian Maugeri, Letterio Maugeri, Francesca Micali, Simone Neri, Carmela Olivieri, Katia Panarello, Santina Porcino, Maria Restuccia, Carmelo Ricciardello, Martino Scibilia, Bartolo Sciliberto, Maria Letizia Scionti, Salvatore Scionti, Alessandro Sturiale, Onofrio Sturiale, Giuseppe Tonante, Salvatore Zagami. E poi, c’è anche una trentasettesima anima, “non identificata”.

Quel primo ottobre del 2009 resterà impresso nella memoria di tutti, quando un terribile e fortissimo vento di Scirocco lasciò il posto a una pioggia impetuosa, che seminò morte, distruzione e disperazione, tra Giampilieri, Scaletta Zanclea e Santo Stefano Briga. Il resto, purtroppo, è storia. Tragica. E rileggendo questi nomi, a distanza di 13 anni, e per sempre, non possono non venire i brividi. E non si può che pregare. Invocando, però, giustizia.

Sulla messa in sicurezza di Giampilieri, a 13 anni di distanza, c’è chi si ritiene soddisfatto. E c’è chi dice che oggi il villaggio è sicuro. Ma c’è anche chi, come Nino Lonia, che durante quella maledetta alluvione perse la moglie, i due figli e il suocero, e che non prese parte alla cerimonia del decennale, invocando giustizia, “perché i colpevoli della tragedia non hanno pagato”, accende continuamente i riflettori sullo stato di strade, montagne e torrenti.

Il torrente dell’Annunziata, ad esempio, è invaso dalla vegetazione e dalla spazzatura. E preoccupano parecchio le crepe, presenti ormai da anni. Lo stato attuale, dunque, non può che allarmare, soprattutto in vista della stagione autunnale. Una stagione in cui sono attese parecchie piogge.

E allora, è necessario correre ai ripari, ricordando proprio la tragedia di Giampilieri, quella di Saponara, o ancora quella della famiglia Carità, di cui sono rimasti due soli superstiti, un figlio, Giovanni, e una figlia, Jenny, che non hanno mai smesso di chiedere giustizia, ripesando a quel maledetto 27 settembre del 1998, quando Messina fu colpita da un violento nubifragio. L’acqua, caduta quel pomeriggio, creò un tappo nella parte alta del torrente Ciaramita, non dando scampo alla famiglia Carità. Papà, mamma e figlia, che stavano rientrando a casa, persero la vita. La ragazza, Angela, morì dentro l’auto. La mamma, Maria, fu ritrovata ai piedi della Madonnina, dentro l’Arsenale, mentre il cadavere di Nino Carità, dopo 3 giorni, fu trovato a Giardini Naxos. Una quarta vittima dell’alluvione, invece, fu registrata esattamente dall’altra parte della montagna, che si affaccia sull’Annunziata, e che culmina con la discarica di Portella Arena, a Pace: il cingalese Simone Fernando Warnakulasurya, il cui corpo, travolto dal torrente, non è stato mai ritrovato.

E girando per la città, da Nord a Sud, lo stato di alcune strade, di montagne e torrenti fa ancora paura. Un campanello d’allarme, in vista di una stagione che si preannuncia parecchio piovosa e ventosa, soprattutto in riva allo Stretto. Con la speranza che il nuovo governo regionale e le amministrazioni locali imparino dal passato e che anche altre tragedie “italiane”, come quella delle Marche, o il crollo del Ponte Morandi, o ancora la recente alluvione di Trapani e quel terribile nubifragio che ha travolto lo scorso anno il Catanese, servano da lezione.

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