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“Addio caro Mafali, porterò la tua musica nello spettacolo che abbiamo lasciato a metà”

L'appassionato ricordo di Antonio Ramires con il quale progettava un lavoro con alcune sue nuove composizioni eseguite in parte in Germania. “Ora c’è il silenzio del lutto, ma il silenzio non si può accordare all’immagine che noi tutti abbiamo di Melo”

Quando penso ai grandi musicisti che ho avuto la fortuna di incontrare, Melo Mafali c’è sempre. Ho avuto il privilegio di conversare con lui e di vederlo al lavoro. Dagli spettacoli con la Bellini ai tanti caffè alle tante telefonate: conversazioni preziose sempre. Una conversazione di Melo Mafali non era facile da seguire: poteva parlare nello stesso discorso di Bach e Miles Davis, di Beethoven e degli YES, sempre con assoluta sicurezza e padronanza. Aveva sempre delle idee nuove, e quasi sempre erano delle buone idee. Come quando ci propose un lavoro alla memoria di Giovanni Falcone (La leggenda di cuore vivo), che aveva composto pensando a giovani musicisti e così in effetti la mettemmo in scena nel 2016, con grande successo. Sembra ieri. Melo era un musicista totale, completo, con una sensibilità poliedrica. Per lui l’importante era che si parlasse di musica e soprattutto che si facesse musica. Era un uomo semplice, difficile ma semplice, che credeva nella sincerità.

Ci eravamo ritrovati qualche mese fa. Una chiacchierata seduti al bar per aggiornarci e per raccontarci le novità della nostra vita per poi finire, come spesso accadeva, a ragionare su possibili progetti. Uno in particolare, per cui dovevamo vederci prima possibile al suo ritorno. Si trattava di uno spettacolo con alcune sue nuove composizioni, che aveva in parte già eseguito in Germania, interessantissime come sempre. L’idea era di invitare in ensemble un musicista come Markus Stockhausen, figlio del grande Karlheinz, che era stato Maestro, amico e mentore di Mafali. Lo farò lo stesso, anche senza di te, caro Melo, e farò sentire la tua musica. Quanta musica era Melo Mafali. Ora c’è il silenzio del lutto, ma il silenzio non si può accordare all’immagine che noi tutti abbiamo di Melo, noi che lo abbiamo conosciuto e ascoltato. Da ora in poi, è quasi assurdo dirlo, dovremo ricordarlo, ma lo faremo, lo farò, facendo risuonare e conoscere la sua musica.

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