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Sabato, 20 Aprile 2024

Se Salvini torna a ponti...ficare: “Ponte sullo Stretto con l'acciaio dell'Ilva”

Polemica a distanza con il leader dei Verdi, Angelo Bonelli: “Un'opera assolutamente inutile mentre, soprattutto al sud, servirebbero interventi strutturali quali il potenziamento della rete ferroviaria, il contrasto al dissesto idrogeologico e la risoluzione dell'emergenza acqua potabile"

Più che l’opera del millennio è la beffa del secolo. L’impatto ambientale, gli aspetti strutturali e quelli finanziari sono stati sviscerati decine e decine di volte. Il quadro che viene fuori dalle analisi é molto semplice anche per l’ultimo dei putiari: il gioco non vale la candela.

Ma la palestra di retorica delle costruzioni verbali che ha già permesso di bruciare centinaia di miliardi a prendere misure, fare moltiplicazioni e studiare come soffia il vento, continua ad allenare politici e non.

L’ultimo, in ordine di tempo, è il leader della Lega Matteo Salvini, che dopo il vertice tra i presidenti delle regioni Calabria e Sicilia che hanno chiesto il Ponte sullo Stretto, ha rincarato la dose: "L'Italia ha bisogno di lavoro, di velocità, di viaggiare in sicurezza".

Ma Salvini ha fatto di più: ha trovato modo di salvare anche l’Ilva di Taranto, ipotizzando di fargli produrre l'acciaio per costruire il ponte sullo Stretto di Messina.

Gli ha risposto il coordinatore nazionale dei Verdi Angelo Bonelli: “Crediamo che queste dichiarazioni del leader della Lega siano, non solo inaccettabili, ma offensive nei confronti del dolore delle cittadine e dei cittadini di Taranto che hanno pagato un prezzo altissimo in termini dei malati e decessi causati dallo stabilimento siderurgico. Tra l'altro – ha aggiunto Bonelli - si continua a parlare del Ponte sullo Stretto, un'opera assolutamente inutile mentre, soprattutto al sud, servirebbero interventi strutturali quali il potenziamento della rete ferroviaria, il contrasto al dissesto idrogeologico e la risoluzione dell'emergenza acqua potabile".

Quello che è chiaro ormai è che il Ponte sullo Stretto non può essere trattato come un argomento serio, può essere trattato solo come una cieca minaccia allo sviluppo del Sud, che ha bisogno di altra musica: autostrade del mare, potenziamento degli aeroporti, valorizzazione del bene insularità.

Il resto é solo un argomento scandaloso, dal quale bisogna via via prendere le distanze. Un modo serio sarebbe quello di accertare i soldi finora spesi sul nulla, non certo di fare appello ad ogni nuovo governo che si insedia.

Tra progettare e realizzare, c'é di mezzo il mare impetuoso dello Stretto. E Scilla e Cariddi hanno già deciso da tempo che non é il caso di ospitare un terzo, ingombrante, mostro.

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