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Redazione

Nomine nella sanità, Scirè: “Un rischio assegnare troppo potere ai rettori dell'università”

I protocolli di intesa tra la Regione Sicilia e gli atenei aprono una maglia pericolosa. Ecco tutte le criticità riscontate da “Trasparenze e merito”. A partire dalle recenti nomine dei direttori delle Unità operative complesse al Policlinico di Messina

Ne ho parlato, in termini più generali, sul “fatto quotidiano” qualche giorno fa, ma è bene tornarci su più nel dettaglio. Con l'assenso dell'assessore alla Salute della Regione Sicilia, cioè la figura istituzionale che dovrebbe salvaguardare e garantire la legittimità delle norme concernenti le strutture sanitarie universitarie e la loro aderenza ai principi fondanti del Servizio Sanitario Nazionale, qualche tempo fa sono stati emanati (GURS 3 aprile 2020) alcuni protocolli d'intesa tra Regione ed Atenei siciliani (Catania, Messina e Palermo) che contengono una norma che non rispecchia il dettato di una legge nazionale (Dlgs 517/99) e altre norme che appaiono incongrue e non rispettose dei principi basilari su cui si fondano le procedure concorsuali nel SSN.

Per essere più precisi si segnala che a, differenza dei precedenti protocolli esitati in Sicilia e di quelli ancora vigenti nelle altre regioni d'Italia, nei quali sin dal 1999 è previsto che i ricercatori di ruolo possano dirigere anche le UOC (“Unità operative complesse”), gli attuali protocolli li escludono e pertanto sembrano disconoscere quanto previsto dall’art. 5 comma 5 del dlgs 517 /1999 e sembrano non rispettare i principi normativi contenuti nel dlgs 502/1992 e le successive modifiche.

Nello stesso comma 6 dell’art. 9, inoltre, si legge che i due commissari i quali, insieme al Direttore Sanitario aziendale, devono valutare gli aspiranti alla direzione della struttura complessa sono “due Docenti nell’ambito del Settore Scientifico Disciplinare di interesse, almeno uno dei quali esterno all’Ateneo, di cui uno indicato dal Rettore e l’altro individuato tramite sorteggio dalla lista dei potenziali commissari ASN del settore concorsuale di interesse”.

I nuovi protocolli appaiono incongrui in quanto prevedono il riferimento al solo Settore Scientifico Disciplinare di interesse dei docenti commissari e la assenza di criteri che qualifichino le competenze clinico-gestionali degli stessi docenti nella disciplina ospedaliera cui appartiene la UOC da assegnare, la quale viene a tutt’oggi caratterizzata, anche nei policlinici universitari, dagli stessi vincoli e parametri in uso nelle aziende ospedaliere e sanitarie del SSN, ovverosia l’appartenenza ad una determinata “specialità clinica” e ad una disciplina ospedaliera specificata nominativamente.

Adottando, nella scelta dei docenti commissari, solo il criterio della appartenenza al Settore Scientifico Disciplinare di interesse si potrebbero creare situazioni decisamente paradossali che comprometterebbero la correttezza e l'affidabilità del procedimento valutativo.

Per esempio, il candidato potrebbe vedere valutate le sue capacità cliniche e gestionali da un docente commissario che: 1) non ha mai diretto alcuna UOC della stessa disciplina; 2) ha maturato un'anzianità di servizio nella disciplina che non gli consentirebbe di concorrere per l'assegnazione della Direzione della UOC; 3) risulta privo della specializzazione nella disciplina ospedaliera di riferimento per la UOC in quanto  più discipline possono afferire allo stesso settore scientifico-disciplinare; 4) non ha svolto alcun incarico assistenziale istituzionale appartenendo al personale di cui al comma 12 dello stesso art. 9 dei protocolli d’intesa; 5) può essere una figura docente addirittura priva della laurea che gli permetta di avere le competenze richieste.

Queste situazioni saranno rese più probabili anche dalla applicazione dell’istituto della mobilità dei docenti tra i settori scientifico disciplinari che, nella maggior parte delle università, consente - dopo solo un anno dalla presa di servizio - il passaggio ad altro settore in base alla congruenza con il nuovo settore scientifico disciplinare delle sole attività scientifica e didattica svolte dal docente negli ultimi tre anni.

E' evidente a tutti, anche ai non addetti ai lavori, che l’appartenenza ad un settore scientifico disciplinare definisce il profilo scientifico e didattico del docente ma è insufficiente per individuare le competenze clinico-gestionali dello stesso. L’appartenenza ad un settore scientifico disciplinare è condizionata sostanzialmente dalla attività didattica e dalla attività di ricerca, magari anche solo sperimentale o  monotematica, mentre le competenze clinico-gestionali, come è noto, discendono dalla tipologia della Laurea e del Diploma di Specializzazione, dal numero di anni di anzianità di servizio come dirigente del SSN, dalla tipologia di incarichi dirigenziali ricoperti, dal possesso dell’attestato di formazione manageriale e organizzativo/gestionale.

Per non minare la credibilità del docente commissario non si può prescindere, nella maniera più assoluta, dal fatto che i docenti commissari debbano ricoprire (o al limite abbiano già ricoperto ) l’incarico di Direttore di una UOC della stessa disciplina ospedaliera di quella la cui direzione è messa a concorso, come d’altra parte previsto dalle norme del SSN  (si rimanda al Decreto dell'Assessore alla Sanità della Regione Sicilia del 24 Dicembre 2014, Punto  3 ). E come vorrebbe il buon senso.

Un siffatto meccanismo concorsuale sembra mirare a gestire in piena autonomia accademica, e alcune volte nel più totale spregio delle norme nazionali, la selezione dei Direttori di UOC, eliminando dalle commissioni concorsuali la eventuale presenza dei Primari Ospedalieri. Ma il meccanismo così come è stato proposto intacca anche le garanzie previste nel Sistema Sanitario Nazionale sulla adeguatezza dei commissari, compromettendo pesantemente il diritto dei cittadini ad avere, nelle strutture di ricovero e cura del SSN affidate alle università, una assistenza sanitaria qualificata dalla presenza di responsabili di struttura selezionati correttamente e competenti nella pratica clinica.

C'è da segnalare che le norme contenute nei nuovi protocolli d’intesa tra Regione Sicilia e rettori siciliani hanno già trovato applicazione all'Università di Messina, dove il Rettore Cuzzocrea ed il Direttore Generale Laganga hanno portato a termine entro il 23 giugno i bandi concorsuali relativi all'assegnazione della direzione delle unità operative complesse (UOC) aziendali.

Ragion per cui, nel suddetto bando interno, i ricercatori sono stati esclusi dalla partecipazione al concorso. E può incredibilmente accadere che, in un iter concorsuale dove era presente la sola istanza di un docente, cui è stata affidata la direzione della UOC, attenendosi al “curriculum vitae” di quello stesso docente, risulta però che non solo non sarebbe in possesso dei titoli previsti dal DPR 484/97 come obbligatori per assumere la Direzione di una UOC, ma addirittura non soddisferebbe quanto previsto dall’art 9 comma 6 degli stessi  nuovi protocolli. Questo perché il suddetto docente non risulta appartenere nemmeno al “Settore Scientifico Disciplinare di riferimento”, come espressamente richiesto dalla norma, nonché dal regolamento aziendale e dal bando.

Un modo di agire quanto meno singolare da parte del Rettore dell'Ateneo di Messina e del DG, i quali sembrano recepire le norme di legge in maniera innovativa e personalizzata, anche riguardo la nomina dei Direttori dei DAI (“Dipartimenti ad attività integrata”), intervenuta con delibera n. 14 del 3 luglio 2020 sempre al Policlinico “G. Martino” di Messina.

L'art 3 comma 4 del Dlgs 517/99 esplicita: “Il direttore del dipartimento ad attività integrata è nominato dal direttore generale d’intesa con il rettore dell'università. Il direttore del dipartimento è scelto fra i responsabili delle strutture complesse di cui si compone il dipartimento sulla base di requisiti di capacità gestionale e organizzativa, esperienza professionale e curriculum scientifico. Il direttore di dipartimento rimane titolare della struttura complessa cui è preposto”.

In realtà, stando alla documentazione, la cosiddetta “intesa con il rettore”, in sostanza, si sarebbe tradotta nella delibera con la negazione da parte del DG Laganga del proprio ruolo istituzionale. Questi, in sostanza, avrebbe omesso di svolgere il compito affidatogli dalla norma di legge nella procedura di nomina del Direttore del DAI ed avrebbe lasciato, sia la valutazione degli aventi titolo, sia la scelta dei direttori ad esclusivo appannaggio del Rettore. Il DG infatti, come appare negli atti ufficiali, avrebbe inviato al Rettore un semplice elenco dei docenti aventi titolo nei singoli DAI, invitandolo a fornirgli un nome tra i diversi docenti della lista. Il Direttore Sanitario Levita - in qualità di facente funzione del DG che nel frattempo si era dimesso - avrebbe provveduto, dopo aver ricevuto dal Rettore il nominativo per ciascun DAI, a fare le nomine dei Direttori. Non è dato ancora sapere perché il DG abbia rinunciato al suo ruolo fondamentale di unica figura istituzionale delegata a valutare le capacità organizzative, gestionali e  professionali dei vari direttori di UOC e se tale rinuncia configuri un atto che potrebbe aver minato la correttezza della procedura di nomina. Ed ancora non è dato sapere su quali informazioni il Rettore abbia basato le sue scelte sulle nomine visto che le informazioni di maggiore interesse su singoli candidati alla direzione di un DAI dovrebbero essere fornite dall’Azienda Ospedaliera Universitaria. Resta il fatto che il DG non avrebbe espresso alcun giudizio, né fornito al Rettore alcuna informazione sulla “capacità gestionale e organizzativa, esperienza professionale” degli aventi titolo.

Qualche tempo fa anche il Prorettore all’Area Medico-Sanitaria, Prof. Tuccari, rassegnando in data 4 maggio 2020 le dimissioni dal suo incarico, aveva parlato di “pesanti incursioni” rettorali negli ambiti decisionali della Direzione Sanitaria del Policlinico Universitario di Messina.

A questo proposito, l'Associazione “Trasparenza e Merito” si augura che, alla luce delle criticità (illegittimità?) emerse nei nuovi protocolli d’intesa siciliani e alla luce delle determinazioni prese dal Rettore dell'Ateneo di Messina, il Ministero della Salute e il Ministero dell'Università possano assumere una iniziativa rapida ed efficace, in maniera da fare chiarezza sulla legittimità degli atti compiuti da pubblici ufficiali nel pieno delle loro funzioni all’Università e all'Azienda Ospedaliera Universitaria di Messina. Qualora ciò non accadesse, sarebbe bene che fosse la magistratura ad accertare il corretto svolgimento dei fatti sopra menzionati.

*Storico, Amministratore e Responsabile scientifico di “Trasparenza e Merito

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