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Martedì, 23 Aprile 2024
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Donne ed Elezioni, appelli alla declinazione al femminile: "Non è così semplice..."

L'opinione di Esmeralda Rizzi dopo la richiesta della consigliera di Parità Mariella Crisafulli al candidato del centrosinistra Franco De Domenico

"Nei giorni scorsi Mariella Crisafulli, consigliera di parità di Messina, ha correttamente invitato il candidato sindaco del centrosinistra alle prossime comunali Franco De Domenico, a declinare al femminile le nomine che riguardano donne, raccogliendo l’approvazione e il sostegno di quante si occupano di parità di genere.

Purtroppo non è così semplice. Perché anche se Franco De Domenico si impegnasse a declinare al femminile le cariche e le professioni delle donne, sono certa che molte di loro non vorrebbero. Prendete Maria Sole Ferrieri Caputi balzata in questi giorni agli onori della cronaca perché prima donna ammessa ad arbitrare un incontro di serie A. Una rivoluzione. Intervistata, Ferrieri Caputi ha dichiarato di non voler essere chiamata  "arbitra" perché “Quando lo fanno è per rimarcare che sono donna" assumendo quindi la declinazione al femminile della professione come una diminutio e, probabilmente, perché consapevole che alcuni maschi in campo vi troverebbero un motivo in più per minarne l'autorevolezza. Comprensibile. Dopo secoli in cui alle donne era vietato avvicinarsi ai campi di calcio della massima serie perché... i perché li conosciamo e valgono per tutte le professioni connotate da rilievo e autorevolezza.  

Bisogna essere straordinariamente forti, fortissime direi, più di quanto Maria Sole o Valentina Zafarana o anche Alessandra Minniti, per citarne alcune, già non siano avendo invaso campi tradizionalmente maschili ed avere quindi dovuto faticare il doppio per essere considerate "pari". Eppure la vera svolta è anche nell'uso delle parole che, come sa chi studia queste materie, condizionano il pensiero. Ciò che non viene detto, non è. Ecco perché è importante sostenere Maria Sole Ferrieri Caputi affinché con l'orgoglio di chi davvero ce l'ha fatta possa rivendicare d'esser "arbitra" e non “arbitro” e non vi percepisca alcuna diminutio ma anzi, il valore doppio, se non triplo, d’essere riuscita in un mondo così fortemente maschile. E così per la candidata vice sindaca e le assessore. Queste donne eccezionali che si sono messe in gioco e col loro impegno e la forza stanno contribuendo a creare una società più giusta, paritaria, nella quale le maschi e femmine hanno pari diritti e opportunità, devono riconoscersi il merito di essere riuscite a primeggiare in settori sostanzialmente maschili. Prima però dobbiamo riconoscerglielo noi che invece, troppo spesso, pensiamo che ce l'abbiano fatta in virtù di un favor di genere .

Noi dobbiamo far loro da sponda e riconoscere a queste donne d'esser state forti per avere creduto in sé stesse ancor prima che brave, e sostenerle così che possano avere tutto l'orgoglio d'essere riuscite a declinare nella pratica oltre che nella grammatica, ruoli e professioni tradizionalmente maschili al femminile. Brave, brave, brave!". 

Esmeralda Rizzi
scrive e si occupa di lavoro femminile, linguaggi, stereotipi e parità 
 

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