L’altra sera sono tornata tardi a casa. Era ora di cena e la fame era tanta. Che fare?

Apro il frigo e trovo qualche uovo e delle patate lesse, rimaste dal giorno prima. Erano quelle patate che velocemente lessiamo con tutta la buccia. Poi togliamo la buccia e usiamo le patate in tantissimi modi. Io il giorno le avevo fatte prezzemolate a contorno di pesce arrosto

Mi viene in mente una pietanza: prendo due grosse cipolle di Tropea, le taglio a grossi spicchi e le metto a cuocere in una padella con un bicchiere d’acqua. Copro con un coperchio. Fiamma media.

Quando l’acqua s’è asciugata aggiungo un cucchiaio d’olio d’oliva e  allargo, sopra le cipolle ormai morbide, le patate tagliate a fette alte quasi un centimetro. Dopo un minuto giro le patate e creo uno spazietto nel cento della padella. Rompo due uova e copro con il coperchio. Dopo due minuti metto delicatamente il tutto in un piatto piano e mi ritrovo con una cena colorata, calda, profumata, dolcissima, veloce. Supereconomica.

Sono cresciuta in un mondo contadino dove la parola riuso non esisteva. Mia madre cucinava sempre in abbondanza. Quando un  figlio o parente  arrivava a casa fuori orario lei aveva in dispensa un piatto di qualcosa con cui apparecchiare la tavola. Se restava per il giorno successivo si riscaldava. Non si buttava mai niente. Al massimo si cibavano le galline!

Nei tempi moderni si celebra la giornata del riuso (il 5 febbraio) per ricordare a tutti di non buttare cibo! In questa giornata si fanno tante manifestazioni per insegnare alle giovani generazioni a mangiare fresco, non cibi precotti. Sopratutto s’insegna a non buttare gli avanzi.

Anzi a valorizzarli inventando nuove ricette.