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Venerdì, 19 Aprile 2024
Giocando s'impana

Giocando s'impana

A cura di Iona Bertuccio

Quel “pesce” dopo la tempesta... il sughetto improvvisato per un piatto di pasta facile e gustoso

E’ una domenica mattina di metà novembre. Il sole splende caldo e non c’è un filo di vento. La tempesta autunnale è passata. Finalmente! Era stata una lunga e brutta tempesta, come ogni anno di questi tempi, ma da noi non aveva fatto tanti danni. Qualche muro a secco (armacìa) era caduto. Qualche frana aveva bloccato strade. Come sempre. Il mare mi aveva dato fastidio. Tre settimane di mareggiate quasi continue. Ma finalmente era finita. Il sole era caldo ed il mare sussurrava paroline dolci come un innamorato che si vuole far perdonare.

Mi godevo tutto questo ed aspettavo l’ora della messa quando un mio amico, pescatore dilettante, mi chiama: - ho dei pesci, ne vuoi?

Come rinunciare al pesce fresco dopo tanta astinenza? Mi porta una borsa con, forse, un chilogrammo circa di pesce vario: tre rondinelle di mare, un pettini i surici (credo che in italiano sia una sogliola) una triglia e tre pesci che non conosco, ma sembrano pesci da brodo*. Gli chiedo come cucinali e lui mi dà la sua ricetta: “Fare un sughetto con pomodorini. Quattro spicchi di aglio. Una dozzina di capperi. Quando il sughetto è cotto adagiarvi i pesci. Dopo 10 minuti sono pronti. Attenzione alle spine!”.

Mancava solo mezz’ora per la messa ed a novembre i pomodori freschi non sono gustosi che fare? Pulisco i pesci in fretta e furia, vado dalla bottegaia sotto casa e le chiedo due bottigliette di salsa di ciliegino (nella casa a mare non avevo portato i pomodorini seccagni da Filicudi) - domani te le pago. La metto a cuocere con aglio e capperi. Dopo dieci minuti, o meno, adagio nella larga pentola (u testu) i pesci e mi cambio i vestiti. Lavo le mani insistentemente con un limone. Certo non è simpatico andare a messa puzzando di pesce!

In pochi minuti sono pronta. Spengo il gas e vado a messa. Alla fine di una cerimonia solenne e coinvolgente mi fermo a chiacchierare con qualche amica. Torno a casa e cucino un po’ di pasta. Mentre la pasta cuoce comincio a spinare i pesci, li mangio pure. Sono gustosissimi, anche se un po’ pizzicanti, ma molto poco. Forse è il gusto un po’ selvatico delle rondinelle. Penso. Condisco la pasta con il sughetto del pesce e proseguo il ricco pranzo. Tutto è molto buono. Qul leggero piccante non me l’aspettavo, ma è graditissimo. Mezzo bicchiere di vinello locale mi fa arrivare alla felicità.

Mentre faccio la pennichella pomeridiana sento un caldo che mi pervade tutta, come se avessi mangiato peperoncino o troppo zenzero. Mi alzo cerco nella pattumiera del vetro e leggo l’etichetta. Ho usato una salsa pronta, di prima qualità certo, ma era una salsa pronta con peperoncino. Se non avessi avuto tutta quella fretta e fossi stata più attenta non l’avrei usata. Da un errore è venuto un sughetto delizioso con cui ho pranzato per due giorni!

Ingredienti per 4/5 persone

1,5 kg di pesce vario. Hanno molte spine e se ne butta tanto. Certo se avessi avuto le galline o dei gatti si sarebbero scialati (mangiato con grande soddisfazione) anche loro

800 grammi di salsa di ciliegino

un pugnetto di capperi poco dissalati

6 o più spicchi d’aglio

Basilico

Peperoncino senza esagerare.

Ho chiesto in un gruppo fb di Lipari ad una signora che pubblicava una foto con quei pesci. Mi ha gentilmente risposto: si chiamano sammi.

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