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Giocando s'impana

Giocando s'impana

A cura di Iona Bertuccio

Sugo di capperi con la ricetta di Ghilbert, il tedesco di Filicudi che da 50 anni vive in una grotta

A pranzo con il raffinato e colto "turista" innamorato delle Isole Eolie che non insegna solo a vivere meglio ma anche a cucinare

Gilbert è un antico turista di Filicudi. Mi spiego: Qualche anno fa Ghilbert ha festeggiato il giubileo perchè vive a Filicudi, come un turista o quasi, da 50 anni. Un turista d’altri tempi. Il bello è che lui vive come vivevano gli isolani allora. Senza luce, senza televisione, senza macchina e senza lavoro. E’ un uomo felice che cammina molto e si nutre per lo più di erbe spontanee.

E’ un tedesco che conosce il mondo. Come secondo di una nave da carico lo ha girato in lungo ed in largo. Ma poi si fermò. Scelse di fermarsi a Filicudi perché gli somiglia. E’ generosa e discreta come lui.

E’ conosciuto dai quattro angoli del mondo. La sua fama di uomo colto, libero da ogni bisogno e necessità fa il giro del mondo sia perché spesso intervistato da giornalisti curiosi, sia perché è la compagnia ideale nelle luculliane  cene che d’estate, sull’astricu ed al riparo delle pergole, ci sono nell’Isola.

Ghilbert parla parecchie lingue in modo semplice e naturale, senza supponenze né dottrine,  adattandosi agli altri commensali. Ci parla di come era l’isola cinquant’anni fa, degli abitanti di allora e della loro infinita ospitalità. Spesso mi parla di erbe selvatiche con cui si nutre e si cura. Se si sente stanco, quasi a sfinire, nelle lunghe scalate verso la vetta: succhia le cipolle selvatiche (lui sostiene che danno forza al cuore) a poco a poco, secondo il bisogno. Mangia verdura appena raccolta, cruda. La delizia sua sono i fiori. Rose, trifoglio, e tanti altri di cui non conosce forse nemmeno il nome, ma li ha sperimentati su se stesso a poco a poco in questi anni. Nella sua dispensa non mancano le carrubbe, per le giornate di tempesta.

Qualche anno fa lo incontrai superentusiasta alla biglietteria. Stava partendo per il Canada ed avrebbe fatto anche qualche tappa in USA. A Toronto c’era il G20  (26/27 giugno 2010)  ed alcuni amici lo hanno invitato per un giro di conferenze, anche nelle Università. Doveva spiegare come fa a vivere, come si vive, da moderno raccoglitore. (1). Quell’estate nessuno ebbe il piacere di averlo come ospite durante le cene esclusive sotto le pergole. Tornò alla fine dell’estate e trascorse tutto l’autunno in solitudine: troppo rumore non è per lui!

Da Ghilbert ho imparato tante cose, anche come cucinare in modo gustoso, economico e veloce un piatto di pasta. Mi dice: "Con 4 capperi: si fa un sugo! Ed è vero. Quando in casa non ho niente e non ho voglia di andare nell’orto, cucino la sua ricetta: Sugo di capperi!".

Ingredienti per 4/5 persone

1 pugnetto di capperi (80 gr circa)

6/700 gr di pasta lunga (margherita, fusilli…) Nei giorni normali cucino piatti unici e 150 gr di pasta ciascuno sono il minimo per chi vive all’aria aperta. Camminare sviluppa allegria e… una  fame!

1 grossa cipolla

750 gr di salsa di pomodoro

1 bicchiere di olio d’oliva

Mentre bolle l’acqua per la pasta sbuccio una cipolla e la taglio a pezzettini. La soffriggo appena appena nell’olio. Aggiungo il pomodoro ed i capperi dissalati. Ma non tanto.

Butto la pasta, ma non salo. Il tempo che cuoce la pasta (al dente) anche la salsa è pronta. Scolo la pasta, la verso nella larga padella (in eoliano tajana) e la faccio mantecare qualche minuto.

In un quarto d’ora possiamo mangiare in allegria!

P.S. Consiglio di non dissalare molto i capperi: perderebbero il loro caratteristico gusto. In compenso non si deve aggiungere sale né nel sugo, né nella pasta.

1) Molti antropologi/ economisti, consapevoli di un duro medioevo postindustriale alle porte, stanno organizzando in sordina ed in tutto il mondo studi, ricerche, stage su come si viveva agli albori della civiltà. Da nomadi raccoglitori.

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