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Venerdì, 29 Marzo 2024
Giocando s'impana

Giocando s'impana

A cura di Iona Bertuccio

Buon Natale con un “Ventaglio di cruditès” per una tavola esotica con vista canguri

Il racconto di un 24 dicembre passato in Australia con la mitica Diana e la sua straordinaria ricetta preparata dall'altra parte del mondo con la nostalgia per le Isole Eolie

Buon Natale. Qualche anno fa (5 / 6 non ricordo) di questi tempi ero in Australia. Terra immensa e bellissima. Troppo grande, credo, per il nostro modo di vedere il mondo.

Era la prima volta che trascorrevo le feste lontano da casa. Da tutti gli altri viaggi ero sempre tornata prima di Natale. Addirittura dall’Argentina ero tornata proprio il 24. Qualche volta ve lo racconto.

Vi dicevo: era la prima volta che trascorrevo le feste di Natale lontano. In Australia. Addirittura! Certo era strano vedere le vetrine addobbate con i costumi da bagno e le luminarie di Natale. Nei Market i commessi avevano a scuzzitta russa a testa ( il cappuccio invernale  rosso in testa) al modo del Natale sulla neve. Ma tutto sapeva d’estate.  Della caldissima estate che stava per arrivare.

Tutta presa dai problemi quotidiani ( l’inglese che non conoscevo, i prezzi troppo cari , il valore del cambio..) non volevo pensare al Natale. Ero comunque con mia figlia ( che studiava all’Università di Sydney) e sarebbe stato bellissimo. Almeno diverso. Verso giorno 18 mia figlia mi disse: Diana ci ha invitato a trascorrere il Natale con lei. Io mi sono messa subito in confusione.  Che regalo facciamo?

Chi è Diana?

Diana è un persona meravigliosa! Nata a Sydney da un padre immigrato da Filicudi dopo la prima guerra mondiale. Lavorò instancabilmente fino allo scoppio della seconda. Allora l’Australia era colonia britannica e tutti gli immigrati provenienti dagli Stati in guerra con loro: furono considerati potenziali nemici e chiusi in semi prigioni. In attesa della fine della guerra. Dopo la fine della guerra furono liberati e la vita continuò. Il padre si sposò ed ebbe figli. I ragazzi crescevano felici insieme con cugini,  zii, amici di origine italiana e no. Erano tempi prosperi ed il futuro era roseo. Spesso ci si sposava tra immigrati, ma Diano sposò un intraprendente  irlandese . Ebbero figli a cui passarono le attività.  L’irlandese morì d’infarto mentre tornava dalla farm (grossa azienda agricola) che aveva da poco comprato.

Ed ora Diana ci invitava nella meravigliosa villa in campagna, che aveva costruito con il marito da poco, sulle colline a sud est di Sydney.

Cosa si può regalare ad una donna simile? L’unica cosa possibile mi sembrava champagne! Ho girato per parecchi wine shop, ma non trovavo champagne. Alla fine in uno, vicino al mio hostel, ho trovato una bottiglia di Veuve – Clicquot. L’ho comprato non badando al prezzo e sperando che non fosse in magazzino da troppo tempo ( al brindisi sarebbe risultato con poche bollicine e poco alcool. Manco da lavarci i piedi!).

Il giorno di Natale ci venne a prendere Angela, una partente. L’ angelo custode in tutto il mio tempo in Australia. In mezz’ora, sotto una alternante pioggerellina di fine primavera boreale, eravamo fuori dal centro abitato. Ai bordi della strada scorrevano gruppi di case e case in costruzione. Strade, grandi strade in costruzione . Stazioni di treni in costruzione. Piccoli campi verdi con cavalli al pascolo. A volte c’erano mucche al pascolo e poi ancora case in costruzione. Angela ci spiegava che quella era la parte di nuova espansione. Il governo aveva decretato che in quelle zone si poteva costruire. I prezzi erano buoni, gli spazi grandi. L’ideale per giovani famiglie con figli, ma anche per giovani anziani in cerca di tranquillità. Per questo si facevano nuove linee ferroviarie, nuove strade. A volte la pioggerellina lasciava il posto ad un pallido sole, poi ricominciava. Il traffico era scarso in quella mattinata di festa, ma Angela dice che nelle mattinate feriali era un inferno perché moltissimi s’erano trasferiti da quelle parti ed al mattino erano tutti in macchina per andare al lavoro. Almeno fino agli snodi ferroviari già in funzione. Dopo ci si prendeva il treno ed in pochi minuti si arrivava alla City. Quel caos sarebbe durato ancora per un paio di anni. Dopo, con le strade immense che vedevamo in costruzione, tutto sarebbe stato più semplice e le persone potevano abitare nei piccolissimi paesi di campagna e lavorare alla City. I campi verdi erano diventati più grandi. I cavalli al pascolo erano più numerosi. Ad un tratto la macchina imboccò  una stradina privata, oltrepassò un cancello e tutte le case scomparvero.

Nella pioggerella si vedevano immensi campi. A sinistra c’era una casa da cui uscivano tante persone a salutarci. Diana era una padrona di casa perfetta. Per prima cosa ci mostrò delle macchie marroncino tra il verde: erano canguri che brucavano l’erba. Mi sono avvicina al recinto mente mi si raccomandava il silenzio: sarebbero scappati al frastuono. Che meraviglia guardare finalmente in natura quegli strani animali! Aveva smesso di piovere e mi potevo avvicinare e guardarli bene. In tutto erano una decina che brucavano e si spostavano saltando. Uno era piccolino e di colpo saltò sul ventre della madre. Si nascose nel marsupio aiutato dalle zampe anteriori della madre.

- Ci hanno sentito disse Diana. Il piccolo ha paura e si nasconde.

  • Ma è già grande, risposi.
  • Si la madre li accoglie nel marsupio fino a grandi. E’ peggio di noi umani che ci teniamo i figli sempre a casa. Ora che vi ho presentato i miei amici canguri, ci possiamo accomodare a casa!

Era una casa nuovissima, sembrava uscita da una rivista di arredamento moderno. Tutto era nuovo, funzionale, di gran classe. Diana era orgogliosissima di quella casa e del marito che l’aveva costruita.

- Questa casa sarebbe dovuta essere la nostra casa della pensione, ma lui è morto!

A tavola eravamo  una dozzina, forse. La tavola era bandita  sotto la tettoia in veranda con vista canguri, tutto era addobbato con piante e fiori tropicali in modo grazioso.

Antipasti italiani: salame,prosciutto,formaggio, pane di varie forme e farine…

Primo: tagliatelle al sugo,

Secondo: carni varie sulla griglia.

Pensavo che saremmo passati ai dolci quando la figlia si presentò con un immenso vassoio. A vederlo era uno spettacolo.  Era una composizione, arrivata direttamente dal pescivendolo di fiducia fatta, da un letto di ghiaccio tritato da cui saltavano a forma di ventaglio: gamberoni,ostriche enormi, cozze, fasulari ed altro che non conoscevo. La parte stretta del ventaglio c’erano limoni a fette.

Era bellissimo da vedersi.  Tutti ci siamo dimenticati che eravamo sazi e quei colori ci hanno svegliato l’appetito.

Dopo aver passeggiato un po’ alla ricerca dei canguri era il momento di dolci australiani. Io ho spiluccato un pezzettino di torta: troppo sazia per apprezzarla. Si finì verso le 4 di pomeriggio, come vuole un pranzo di Natale!

A quella tavola abbiamo bevuto tre vini: Rosso di due anni per gli antipasti, il primo ed il secondo. Champagne per il vassoio di cruditès. Malvasia per i dolci.

Ingredienti

Ventaglio di cruditès per 12 persone:

 1 vassoio da 50 cm di diametro

1 kg di ghiaccio triturato

2 grossi limoni

½ kg di fasulari

1kg di cozze

1kg di ostriche

2 kg di gamberoni.

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