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Giocando s'impana

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A cura di Iona Bertuccio

Zuppa di ceci, quel sapore di inverno aspettando che passi la tempesta

La ricetta di un piatto caldo, nutriente ed economico buona. Una cena che diventa da re col peperoncino e il pane "caluato" delle isole Eolie

Oggi a Filicudi  soffia un frizzante vento di ponente accompagnato da una pioggerellina intermittente. Un fastidio!  Ho potato solo qualche ora.

Poi ho smesso e mi sono rifugiata davanti alla stufa a legna. Veramente l'avevo accesa stamattina e ci avevo messo una bella pentola di terracotta con dei ceci. È confortante questo calore che profuma di ulivo e manda in tutta la stanza il vapore che sa di ceci. Ormai le previsioni meteo che le varie piattaforme ci mandano sono precise. Sappiamo che domani si trasformerà a terribile vento di tramontana . Resteremo isolati per un paio di giorni.  Forse una settimana. Se già  esci per l'isola non incontri nessuno.  Gli animali selvatici sono rintanati nelle loro tane ed aspettano che passi la tempesta.  Gli animali domestici  sono ben  custoditi dai padroni ed aspettano che passi. Le persone riordinano i magazzini ed aspettano che passi. Le madri di famiglia cucinano legumi ed aspettano che la tempesta passi. Magari senza fare tanti danni. Quella tettoia sul pollaio mezza rotta: speriamo che resisti alla tramontana.  

Non sono una patita delle previsioni, ma già da ieri c'era aria di tempesta.  Ieri sera ho preso un po' di ceci e li ho messi a bagno in abbondante acqua tiepida. Ho aggiunto un cucchiaino di bicarbonato. Ho rigirato il tutto ed abbiamo trascordo una serena nottata. Questa nattina, come dicevo prima, l'ho messa sul fuoco  insieme a una decina di pumamuru a mpennula (pomodorini pendenti), una grossa cipolla tagliata a fettine, un po' di cotiche e semi di finocchietto selvatico. Ho messo nella stufa due bei pezzi di legno d'ulivo e via in campagna. Per tre ore circa  è  bollita lentamente. Aggiungo  un altro ceppo di legno nella stufa. Apro la pentola e delicatamente faccio scaldare con il vapore un cucchiaio di legno. Ora che è caldo lo intingo nei ceci. Sono cotti. Se non fossero stati cotti ed avessi messo nel brodo un cucchiaio freddo, i ceci avrebbero arrestato la cottura. Si sarebbero ntronati. Scendo da pentola e mi metto a scrivere. Verso mezzogiorno ne prenderò quanto me ne serve e farò  un pranzo caldo, nutriente, economico.  Questa sera ne riscalderò un po'. Insieme a pani caluatu (pane disidratato, tipico delle Eolie ) e un po' di peperoncino sarà una cena da re. I ceci che restano domani li congelerò o forse li cucinero con un po' di riso.

Ingredienti per 5 persone e per due giorni

1kg di ceci
1 cucchiaiono di bicarbonato
10 pomodorini
1 grossa cipolla
250 di cotica di maiale
50 g di semi di finicchietto selvatico.

P.S. in citta si possono cuocere anche nella pentola a pressione. Sono buonissimi, il rito è  sicuramente diverso.

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