rotate-mobile
Giocando s'impana

Giocando s'impana

A cura di Iona Bertuccio

"Opi di mazzu e saddi d’aprili", è tempo di una scorpacciata di boghe: la ricetta semplice e veloce per condire anche la pasta

Opi di mazzu e saddi d’aprili. A marzo si possono mangiare le migliori ope ed in aprile le più belle sarde! E’ un detto messinese che sento sempre di questi periodi. Le ope sono considerate pesci magri e poveri. Forse perché sono economici.

Internet mi  tante notizie (1), ma poco importa a chi li mangia con gusto. Preferibilmente nel mese di marzo. Negli altri periodi le ope sono buone, ma non buonissime. Sono pesci magri, che sanno di sabbaggiolu (leggermente di selvatico). Non so come spiegarvi. L’altro giorno un amico me ne date una decina: belle grosse, lucenti e freschissime. Sembrava che dicessero prendimi prendimi con quegli occhi grandi e trasparenti. Le ho prese pregustando la scorpacciata che ne avrei fatto.

Le ho sventrate ed ho preso, delicatamente, il lattume ( 2) le uova dalle femmine e lo sperma dai maschi: ci avrei fatto un sughetto coi fiocchi. Ho buttato nel compost la testa e le interiora. Ho lavato i pesci e le uova (ciascuno in un recipiente diverso) ed ho cucinato un pranzo da re. Mia figlia ha mangiato solo due ope, mio nipotino forse mezza. Io mi sono sacrificata. Non si deve buttare il cibo: le ho mangiate tutte. Preciso, ho lasciato le spine. Che poi sono sottilissime e durissime. Con una mi stavo affogando. Forse le mangiavo troppo velocemente. Prima che si raffreddassero!

Salsina per condire la pasta per 4/5 persone

Lattume di 10 – 15 ope

Un mazzetto di prezzemolo

1 pugnetto di capperi

4 spicchi d’aglio

1 bicchiere d’olio d’oliva

500 grammi di pasta, meglio spaghetti o linguine

Sale pochissimo

Dissalare i capperi, metterli in una padella con gli altri ingredienti e far imbiondire a fuoco medio, non aggiungere sale. I capperi sono abbastanza salati.

Nel frattempo la pasta è al dente: scolare e mantecare nella salsa. Dopo impiattato spolverare con prezzemolo appena tagliuzzato. Preferibilmente quella fogliolina che cresce nel vaso del vostro terrazzo!

Ope fritte per 4/5 persone

10-15 ope di media grandezza (quelle grosse fatele alla griglia, fritte resterebbero crude)

Due bicchieri di olio d’oliva

Farina

Rigirare nella farina le ope (con tutte le squame) metterle in una padella con l’olio già caldo . Cuocere a fuoco medio (l’olio caldo deve entrare nel pesce delicatamente). Quando sono cotte rigiratele delicatamente con due spatole. Appena sono cotte anche da questo lato: impiattate e mangiate subito, belle calde e croccanti. Se si raffreddassero la squame infarinata perderebbe consistenza. Io mangio anche la crosta croccante e con una spolverata di sale fino o/e del limone.

Erano anni che non mangiavo pesce fritto così buono e caldissimo. Da quando ero, alla ricerca di me stessa, in riva ad un lago dell’entroterra Etiope

1 - che il nome deriva dal greco e significa  occhio di bue. Infatti le ope hanno occhi grandissimi in proporzione al corpo.

- che all’inizio della vita sono femmine, ma poi diventano maschi ( come tanti altri pesci)

- che crescono felici nei campi di poesidonia e salgono in superficie in primavera

- che il loro habitat naturale è il mediterraneo, al massimo un po’ d’Atlantico.

2) Per noi siciliani il lattume è contemporaneamente lo sperma dei maschi, ma anche le uova delle femmine. Ho appreso il termine bottarga (le uova delle femmine) quando una volta andando al ristorante ci hanno servito della pasta con una specie di formaggio detto bottarga (avevo oltre 40 anni).

Si parla di

"Opi di mazzu e saddi d’aprili", è tempo di una scorpacciata di boghe: la ricetta semplice e veloce per condire anche la pasta

MessinaToday è in caricamento