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Giocando s'impana

Giocando s'impana

A cura di Iona Bertuccio

La ricetta in due versione della pasta con le bietole (pasta chi sèchiri), la festa dell’Annunziata arriva in tavola

Un vecchio detto dice: Pa Nunziata ogni ebba bacia nterra e scappa pi llaria (Per l’Annunziata, 25 marzo, ogni erba bacia il terreno e scappa in aria. Fiorisce).

La festa dell’Annunziata è la festa della Primavera. Il mondo contadino di un tempo scandiva le stagioni ed i lavori agricoli con le feste religiose. Per San Nicola si finiva di seminare... Per l’Annunziata era Primavera!

A Fiumedinisi, prima dell’epidemia, l’Annunziata si festeggiava in modo solenne e tutti gli abitanti delle tante frazioni convergevano nella Chiesa principale per assistere alle funzioni religiose e partecipare alla processione. Era una festa molto sentita che richiamava tutti gli emigranti e tante persone dei paesi vicini. La festa è talmente sentita che ogni donna di Fiumedinisi il giorno dell’Annunziata comincia una preghiera che dura tutto l’anno. Si tratta “ du lazzu”( del laccio). Una corona di rosario speciale.

Si prende un laccio abbastanza lungo, si comincia a recitare un’Ave Maria il 25 marzo e si fa un nodo al laccio. Il giorno successivo: due Ave Maria e si fa un altro nodo. Si aggiunge un’Ave Maria al giorno, senza saltarne uno. Ogni giorno un nuovo nodo. Il 25 marzo successivo si reciteranno 365 ( 366 nel bisestile) Ave Maria ed il laccio avrà 365 nodi. Alla fine di ogni mese si legano dei nastri colorati.

Quando si riesce nell’impresa quel laccio sarà custodito gelosamente ed al momento della morte sarà posto nelle mani della devota. Non so se anche gli uomini hanno questa devozione e questa pazienza.

Io ho cominciato “u lazzu” lo scorso anno, ma dopo due settimane me ne sono dimenticata.

Torniamo alle tradizioni in cucina

Quest’anno, con un inverno abbastanza freddo e piovoso, le erbe spontanee commestibili (1) sono belle e rigogliose, pronte a partire in inflorescenza. Tra le erbe spontanee, ma io le semino sempre,  ci sono le biete. Anche i supermercati sono ricchi di biete da serra ed a volte anche spontanee.  L’antica ricetta contadina è attuale e replicabile!

Mia madre, un lavoro e cinque figli, aveva una cucina semplice e sbrigativa. Riempiva i piatti cucinando  quello che portava mio padre dalla campagna. Nessuno si lamentava o cercava altro. Di questi tempi dalla “ bèttula” (doppia bisaccia dei contadini) uscivano  sèchere e patate nuove.

- sceglieva le foglie più tenere delle sèchere, le lavava ed,  insieme alla giusta acqua,  le metteva sul fuoco in una grande pentola. Quando i gambi della verdura erano flessibili aggiungeva le patate nuove .

Appena bolliva di nuovo ci metteva la pasta ed un po’ di sale ( spaghetti o margherita).

Appena la pasta era al dente la metteva in capienti piatti, ognuno aggiungeva l’olio d’oliva e tutti insieme si mangiava.

Mia madre non pesava mai gli ingredienti, ma il cibo doveva essere abbondante per nove persone  ( 2 gentori+5 figli+2 nonni) e qualche parente che si trovava a passare . Non era previsto un secondo.

Ingredienti per 4/5 persone

500 gr di biete

500 gr di pasta

300 gr di patate novelle

Sale qb

Mollica tostata, se vi piace

2) Variante ricca:

Si fanno cuocere le verdure. E’ preferibile non aggiungere sale.

Si escono ed in quel brodo si fa cuocere la pasta ( rigatoni o simili)

Mentre cuoce la pasta si soffriggono in una grande padella ed abbondante olio d’oliva due spicchi d’aglio, si versano le sèchere, tagliate alla buona e si fanno insaporire.

Quando la pasta è al dente, si scola, ma non troppo, e si versa nel tegame con le verdure.

Si aggiunge ricotta infornata grattugiata, si mescola fino a quando l’acquetta non si è asciugata e si spegne.

Lasciare mantecare per 5 minuti e servire.

Questa pasta è buona calda, ma fredda: non dispiace

A piacere ci può aggiungere, al momento di soffriggere: pancette , capperi, uva passa, ricotta infornata fresca. Io la preferisco semplice, al massimo un po’ di peperoncino, tanti amici e qualche bicchiere di vino nostrano.

Per 4/ 5 persone

500gr di biete

500 gr di pasta

200gr d pancetta / lardo/ prosciutto crudo..

200 gr di ricotta salata

Buon appetito!

Esiste una scienza che studia le erbe spontanee commestibili: l’alimurgia. Molto di moda di questi tempi

P.S. Spero che quest’anno si possa celebrare come prima la festa dell’Annunziata. Da parte mia comincio “ u lazzu”. Vi dirò se riuscirò a completarlo

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