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La forma delle idee

La forma delle idee

A cura di Carmelo Celona

Antichi palazzi e cemento, c'eravamo tanto “armato”

Edifici datati resistono mentre quelli nuovi patiscono veloci processi degenerativi. Un degrado sempre più diffuso e imbarazzante che mostra come in architettura la facilità sia solo un inganno

Girando le città capita spesso di imbattersi in architetture recenti che versano in condizioni di degrado e fatiscenza dovuti ad una accelerata vetustà.

L’architettura è il prodotto dell’uomo che gli sopravvive più a lungo, o almeno lo è stato per secoli.

Com’è possibile che antichi edifici resistono al tempo e si presentano ai nostri giorni più adeguati di quelli realizzati in epoca contemporanea? Mentre quest’ultimi patiscono veloci processi degenerativi.

Da quando l’architettura purista ha perduto i suoi contenuti di senso smettendo di essere il significante di una emancipazione culturale socialista ed egualitaria che veicolava con le sue forme schiette valori di onestà e purezza, da quando la sua semplicità non è più il frutto di una complessità risolta metafora di un raggiunto umanesimo relativista bensì un mero esercizio mercantile che sfrutta e manipola la semplicità delle sue forme per una facile realizzazione a scopi prosaici e speculativi, si assiste al fenomeno dilagante di architetture, realizzate a partire dagli anni 70-80 del secolo scorso, che deperiscono troppo presto perdendo pateticamente il confronto, in termini di durevolezza funzionale e formale, con le architetture del passato.

Il degrado precoce del cemento armato

Questa incipiente senescenza è dovuta ad un cambio radicale di paradigma nella progettazione architettonica: un esercizio immaginativo basato sulla competenza raffinata del “mestiere di costruire” che in epoca contemporanea subisce una forte regressione concidente con il diffondersi dell’adozione di un materiale nuovo: il cemento armato.

Il cemento armato è un materiale moderno composto a sua molta da due materiali che hanno casualmente lo stesso coefficiente di dilatazione pur rispondendo a diverse ed opposte sollecitazioni. Ciò gli conferisce ottime proprietà meccaniche grazie alla grande resistenza alla compressione del conglomerato cementizio e alla grande resistenza a trazione e flessione dell’acciaio. Nondimeno resta un materiale potenzialmente deperibile. Esso esige molta attenzione e grande qualità sia nella progettazione che nella realizzazione diversamente restituisce tutta la sua facilità esecutiva e comodità progettuale in termini di precoce degrado.   

Coniugando buone risposte ai regimi sismici e praticità esecutiva il cemento armato ha sostituito, nell’architettura contemporanea, la pietra, il mattone e il legno senza comunque riuscire ad offrire le stesse performance dal punto di vista funzionale e formale.

I sistemi funzionali e formali degli involucri realizzati con questo materiale non resistono a lungo all’azione degli elementi. Sono spesso progettati male e realizzati peggio per l’impiego di maestranze comuni. Quando questo accade si riscontrano forme architettoniche troppo facili per sostenere la complessità di un organismo architettonico che deve durare e funzionare a lungo. Concepite da professionisti immemori dell’importanza funzionale delle superfici curve e dell’articolazione dei prospetti e dei volumi nata dalla primaria necessità di allontanare in modo istantaneo il più grande nemico dell’architettura: l’acqua.

Il tetto a falde inclinate, le logge coperte, le gronde con il loro susseguirsi di gole e denti, etc., sono elementi che forniscono espressività estetica all’architettura ma nascono per scopi meramente funzionali. Sono tutti sistemi la cui forma trasformata in fregi e in stilemi scaturiscono da un’esigenza funzionale che viene elaborata in modo complesso. Questo è il miracolo dell’architettura: una forma che risponde in modo perfetto ad uno scopo o ad un complesso di specifiche utilità.

I sistemi che caratterizzano le architetture moderne, dal terrazzo al balcone scoperto, dalle superfici orizzontali non protette all’assenza delle cornici, raccolgono al loro interno l’acqua favorendone il suo naturale lavoro invasivo che presto scompone l’impasto cementizio e libera all’aria il metallo al cui contatto si corrode.

La breve vita di certe architetture è frutto di una forma sbagliata in relazione alle caratteristiche del materiale impiegato. Forme che non risolvono la complessità dell’architettura ma facilitano solo la sua esecuzione, prestandosi ad ogni genere di speculazione edilizia. Così dopo poco tempo i vizi occulti di un errato concepimento e di una disattenta esecuzione si manifestano con deformazioni, distacchi, crolli, perdite di funzionalità e degrado materico. Tutti segni implacabili di una frode asincrona che infetta la percezione del paesaggio urbano e insulta il decoro della veste sociale di una comunità.

Il degrado dell’architettura in cemento armato mal realizzata, sempre più diffusa e imbarazzante, come un ospite sciatto e sporco ad una cerimonia di gala, è la forma più icastica della speculazione edilizia, piccola o grande che sia.

La fatale senescente che deperisce precocemente questi organismi edilizi, rendendoli più brutti di quanto erano in origine, dimostra con lampante evidenza quanto la facilità in architettura sia solo un inganno.

L’Architettura che dura nel tempo è sempre una complessità risolta con la qualità. Il resto è una banalità progettuale che ha vita breve perché acqua e vento implacabili ne svelano il trucco.

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