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La forma delle idee

La forma delle idee

A cura di Carmelo Celona

Riforestazione Urbana, la trasformazione green che può cambiare la nostra qualità dell'aria e della vita

Messina sta svolgendo un ruolo preminente nel panorama italiano per aver predisposto un innovativo ed avanzato programma finalizzato ad una virtuosa rinaturalizzazione del paesaggio urbano. Grazie l'aumento di spazi verdi e l’attivazione di un processo di rigenerazione sostenibile

Contrariamente a ciò che pensiamo e a come agiamo, non è l’Uomo il padrone della Terra bensì le Piante!

L’uomo vive grazie alle piante e potrà continuare a farlo fino a quando il pianeta sarà popolato da un sistema vegetale.

Tutta l’energia chimica che serve alla vita dell’uomo è generata dai vegetali. L’ossigeno che l’uomo respira e che lo tiene in vita proviene dalla fotosintesi clorofilliana, così come tutto ciò che lo nutre è vegetale o di origine vegetale. L’uomo esiste grazie alle piante.

Nonostante ciò le piante non sono considerate un elemento che rientra nella formazione culturale e pedagogica dell’uomo. La botanica, l’agronomia e le tutte le “scienze verdi” sono discipline solo per addetti ai lavori.

Esempi di riforestazione urbana

Verso queste discipline non sentiamo la stessa necessità didattica che sentiamo per le altre scienze.  Sarebbe invece naturale che esse rientrassero tra quelle materie di formazione didattica di base che i giovani imparano già a partire dalle scuole primarie.

Il contributo vitale delle piante sottovalutato

Questa grave disattenzione formativa impedisce il formarsi di quella consapevolezza del vitale contributo delle piante alla sopravvivenza e permanenza della specie umana sulla crosta terrestre. Esse vengono considerate più prossime al mondo inorganico che alla pienezza della vita.

L’uomo considera come esseri viventi solo la categoria umana e da qualche tempo, in maniera forse un po' troppo distopica, quella animale, relegando le piante ad una categoria che sta a metà strada tra gli esseri viventi e il mondo minerale. Egli crede che le piante essendo elementi immobili siano come le rocce. Non considera che quello della pianta è un altro sistema di vita, certamente più elevato dal punto di vista biologico di quello animale.

Le piante vivono altrimenti, hanno un punto di vista vivo ma diverso. Vivono con molto più successo dell’uomo, essendo quest’ultimo un organismo vivente più fragile e peggio strutturato.

Nella vita delle piante è il mondo che gira intorno ad esse, nel luogo dove si radicano hanno tutto il nutrimento che gli serve, dunque non necessitano di muoversi. Diversamente l’uomo e l’animale per sopravvivere sono costretti a vagare per il mondo alla ricerca faticosa di nutrimento.

Il cambio di rotta

Gli alberi dispongono di un organismo con strutture vitali diffuse in ogni sua parte, così se si spezza un ramo, se si tagliano le radici l’albero continua a vivere. Diversamente la struttura biologica degli animali presenta organi vitali centralizzati e disposti secondo una precisa gerarchica: cervello, cuore, stomaco, reni, arti, etc.. Questa disposizione puntuale di organi vitali ed unici rende l’uomo e gli animali molto più vulnerabili delle piante: basta che si ferma il cuore che l’animale muore o se un suo organo viene colpito da un trauma o da una malattia l’uomo si ammala e perisce.

Nell’attuale contesto storico sembra che questa poca considerazione verso il mondo vegetale stia subendo un cambio di rotta. Nonostante le contraddizioni che caratterizzano il nostro tempo, dove i media e i social sono i padroni del discorso e tutto e corretto o tutto e sbagliato senza sfumature o articolazioni ragionate di pensiero critico o di memoria storica, pare che il mondo vegetale goda di una maggiore considerazione.

Ciò che di buono ci sta arrivando dalla retorica del nuovo “Dio Verde”, i cui sacerdoti liturgicamente impongono la narrazione acritica e contraddittoria della transizione ecologica è l’idea di riforestare le città, di restituire al mondo vegetale un po' di quello spazio ormai da tempo lasciato all’impero del cemento e dell’asfalto.

Abitato e sistema vegetale

Quest’idea di restituzione al paesaggio e al territorio gli equilibri ecologici perduti sta consentendo a molte città di programmare un nuovo rapporto tra l’abitato e il sistema vegetale.

Questa nuova consapevolezza finalmente ritiene necessario rinaturalizzare a verde gli ambienti antropizzati, superando le aberrazioni fittizie e fraudolente dei boschi verticali. Si tratta di un ripensamento virtuoso e più sostenibile dell’ambiente urbano nel quale depermeabilizzare quei suoli resi impermeabili dalle speculazioni e dalle convulse espansioni edilizie che sono la causa primaria degli altissimi livelli di rischio idrogeologico di cui da tempo l’intero territorio nazionale soffre.

Si tratta dell’avvio concreto e fattibile di un processo osmotico dove il verde pervade gli abitati aumentando consistentemente la superfice fogliata all’interno delle aree antropizzate grazie all’inserimento di nuovi sistemi naturali verdi e riqualificando e recuperando le aree verdi esistenti.

L’idea è di riabilitare parchi e giardini, corsi d’acqua, ripe fluviali, rinaturalizzare terreni a rischio di desertificazione, periferie, aree depresse, trasformando tutte le “aree grigie” in nuovi ecosistemi, avviando così un rapporto simbiotico tra città e ambiente naturale.

Tutto ciò determina una grande ricaduta positiva sulla qualità della vita e dell’abitare e favorisce il miglioramento climatico nelle città grazie all’aumento della superficie fogliata (alberi, arbusti, prati, etc.) abbattendo quelle isole di calore che aumentano la temperatura delle città contribuendo ad innalzare quella del pianeta.

Riforestazione urbana

In questo scenario di risoluzione dell’allarme ecologico la città di Messina sta svolgendo un ruolo preminente nel panorama italiano per aver predisposto un innovativo ed avanzato Programma di Riforestazione Urbana finalizzato ad una virtuosa rinaturalizzazione del paesaggio urbano grazie al previsto aumento di spazi verdi, all’attivazione di un processo di rigenerazione urbana sostenibile di alta qualità e all’abbattendo le emissioni di CO2. Compiendo così una concreta e virtuosa transizione ecologica

Il Programma tende a: produrre la mitigazione degli attuali livelli di  rischio idrogeologico; migliorare la qualità dell’aria; migliorare il microclima urbano riducendo la temperatura dell’isola di calore di 2-3 gradi; favorire il drenaggio delle acque piovane  ripascimento le falde acquifere; riqualificare le aste fluviali e i loro paesaggi lineari; aumentare gli spazi di socializzazione; riqualificazione a verde le aree abbandonate; aumentare gli spazi di socializzazione e i loro i livelli di funzionalità civica, di qualità sociale e di benessere psichico.

E’ prevista anche una strategia di governo e gestione del nuovo sistema di rinaturalizzazione della città e del territorio (smart green) attraverso modelli e applicazioni di domotica avanzata che garantiscano il mantenimento dell’efficienza dei sistemi a verde realizzati e la loro qualità estetica e botanica.

Il paesaggio urbano potrà fornire finalmente una visione efficace ed efficiente di città sostenibile, la cui percezione esalterà quell’equilibrio ecologico profeticamente auspicato da Pierpaolo Pasolini quando, nell’ormai lontano 1974, affermava che: “Il problema della forma della città e il problema della natura che la circonda sono un unico problema”.

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