Massimo Costantino, Rocco Arena e il prezzo del biglietto: quando il calcio a Messina sa dare anche buoni esempi
Tanti episodi di violenza ma anche gesti che riescono a riscattare il mondo del pallone trasformando l’insuccesso in una possibilità. In fondo questo dovrebbe essere lo sport
Un quotidiano lombardo, Il Cittadino di Monza e Brianza, mi pone alcune domande, in margine a un increscioso episodio. Nel corso di una partita di mini-basket, i genitori dei piccoli atleti si erano picchiati di santa ragione sulle tribunette, mentre i loro figli, 8 anni ciascuno, godevano un sano momento di gioia. Tra le altre cose, mi ero permesso di dare un consiglio a quei genitori, ma non solo a loro. “Insegnate ai vostri figli il coraggio di tollerare l’insuccesso, perché solo questo li aiuterà a vivere in pace con se stessi e con il loro prossimo, ponendo le basi per una vita ricca di senso e povera di violenza. Siamo creature sociali obbligate a tenere insieme la propria giusta ansia di crescere con gli interessi del proprio prossimo”.
Non molto di meglio di quei genitori scellerati e violenti sembra abbiano fatto alcuni tifosi dell’ACR Messina, esponendo uno striscione di insulti contro un giornalista della Gazzetta del Sud, Marco Capuano, di cui mi sfugge la colpa.
Ma a Messina è accaduto anche dell’altro, dove c’è il veleno sembra esserci anche l’antidoto, qualcosa di minimo, una vibrazione sufficiente a catturare la mia attenzione. Arriva dal mondo dello sport, lo stesso che aveva generato la brutta pagina di cui si è detto, riscattandola.
Il presidente dell’FC Messina, Rocco Arena, è stato costretto a licenziare l’allenatore cui aveva affidato un parco giocatori notevole. Si chiama Massimo Costantino, l’allenatore, una brava persona, professionale, uno che mette l’anima nelle cose, con garbo però. Non è stato fortunato, diversi episodi fortuiti, capaci di determinare risultati davvero ingiusti.
Ciò che mi colpisce in questa separazione sono i toni educati, genuinamente affettuosi, amichevoli, alieni da quello che per molti è un universo parallelo, il calcio, dove tutto, anche le persone, si consuma in fretta e viene dimenticato con altrettanta rapidità.
Dispiacere e compostezza di due adulti, presidente e allenatore, che non volevano lasciarsi, ma che sono stati costretti dagli eventi a farlo, offrendoci però una dimostrazione di umanità quasi incredibile, per un contesto dove il senso della misura si concede con avarizia.
Non saprei quale sarà il destino dell’uno e dell’altro, di certo questa partita l’hanno vinta entrambi, largamente, facendoci assaporare il senso stesso dello sport, la sua natura pedagogica, la certezza che si può dare significato e valore persino al niente, e giustificando, per una volta, il prezzo del biglietto. Davvero un bello spettacolo, dove l’insuccesso non si rimuove ma si trasforma in una possibilità. In fondo questo dovrebbe essere lo sport. Grazie.