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Riguardare con cura

Riguardare con cura

A cura di Domenico Barrilà

Crisi di governo e distrazioni collettive, impegniamoci a proteggere i figli dalla follia dei mediocri

Oggi siamo in una situazione che potrebbe evolvere in uno scenario pericoloso e che non va sottovalutata, sebbene la presenza di un uomo, tenacemente adulto, come il Presidente della Repubblica, ci rassicuri, almeno per ora, più di quanto ci spaventino le evoluzioni patologiche di ex bambini capricciosi

Purtroppo, le donne e gli uomini dimenticano e spesso si distraggono, anche quando la verità è sotto il loro naso, ma purtroppo, come ricordava Edgar Allan Poe nella novella “la lettera rubata”, “Quanto è nascosto può essere trovato, a patto che lo si cerchi con sufficiente attenzione e diligenza, mentre ci vuole un intelletto superiore per trovare quanto si ha sotto gli occhi”.

Proprio sulla carenza di questo improbabile e diffuso “intelletto superiore”, contano i raider della politica, “figli di ladri di polli”, come diceva una compianta amica fiorentina che conosceva il terreno come pochi. Attenti, potrebbero apparecchiarsi drammi, quando non tragedie, di cui ci accorgeremmo troppo tardi, quando oramai è impossibile tornare indietro.

Oggi siamo in una situazione che potrebbe evolvere in uno scenario pericoloso e che non va sottovalutata, sebbene la presenza di un uomo, tenacemente adulto, come il Presidente della Repubblica, ci rassicuri, almeno per ora, più di quanto ci spaventino le evoluzioni patologiche di ex bambini capricciosi educati da schifo.

Basterebbe fare una breve panoramica nel Novecento per toccare con mano quanto ci siano costati i silenzi, le distrazioni, la neutralità, le valutazioni approssimative, l’indulgenza, il menefreghismo, il distacco dalle faccende della vita pubblica, spesso dominata da persone irrisolte e spregiudicate, possedute da malattie inconfessate, sebbene visibili, nel percorso loro biografico. Tutto a portata di sguardo, a patto di essere dotati della libertà e del distacco necessari, ma anche di una minima preveggenza, giacché nel caso citato ma non nominato -per semplice pietà umana e per rispetto di noi-, le premesse contenevano la trama, come la sinfonia annuncia i temi dell’opera, ma stavolta in modo talmente vistoso che sarebbe stato agevole indovinare il domani, il dopodomani e tutti i giorni appresso.     

Non avvedersi dell’indole prepotente e manipolatoria di una persona, perché sedotti dalla sua capacità comunicativa, sfacciatamente impregnata di caratteri paranoici, significa scherzare col fuoco. Tutte le tragedie del secolo passato sono figlie della distrazione collettiva.

Succederà ancora, c’è da giurarci, e non sempre ci sarà Sergio Mattarella a rimediare alla nostra infanzia civica, a levarci le castagne dal fuoco, a seminare antidoti agli azzardi fatalistici del tanto sono tutti uguali, tanto uno vale l’altro, tanto facciamo provare anche lui, cosa volete che succeda. Ordinaria incoscienza che prima o poi ci farà inciampare in un mostro. Stavolta ce l’abbiamo quasi fatta, certo, sennonché il mostro nasconde solo un povero pirla vittima dei propri capricci, ma non saremo sempre così fortunati.

Apriamo gli occhi, se vogliamo facilitare la vita alle istituzioni e dunque ai nostri figli, teniamo a mente gli indizi, ci sono, sempre, basta stare attenti, se uno si circonda sistematicamente di pecore e casi sociali, c’è puzza di bruciato, perché senza coscienze critiche saltano le salvaguardie e la pazzia del singolo travolgerà tutti, anche le cose che ci sono più care. Non è un modo di dire.

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