Lilly e Elly, due progressiste intelligenti impegnate a fare un favore alla destra
Lo stile comunicativo ansiogeno e confusionario della segretaria del Pd trova ulteriori ostacoli a "Otto e mezzo". Ma la pretesa di risposte chiarissime e inequivocabili è un atto di violenza bella e buona. Ecco perché
C’è stato un momento in cui la trasmissione “Otto e mezzo” del 14 settembre 2023 è sembrato un cartone di Walt Disney, in cui parte un vortice e alla fine escono tutti ammaccati. Gianni Brera l’avrebbe chiamato “acciaccapesta”, come usava dire quando durante l’esecuzione di un calcio d’angolo, in area di rigore si scatenavano delle risse a base di trattenute e colpi proibiti.
Cominciamo con Elly Schlein. Ottimi contenuti, completamente inattivati da uno stile comunicativo ansiogeno, inefficace, confusionario. Davvero terribile. È incredibile come questa donna, sebbene affermi delle cose amabilissime per un progressista, riesca a fare sembrare inutile buona parte di ciò che dice. Un’incessante eutanasia di contenuti.
L’avevo scritto dopo la sua prima intervista televisiva, successiva alla vittoria alle primarie, ma forse era meglio se tacevo perché le cose, se possibile, da allora sono peggiorate, forse anche a causa delle nuove responsabilità e degli stimoli esterni conseguenti, che fanno da acceleratore a un mondo interiore ricco e già veloce di suo.
È la prima volta che il Pd è guidato da una novità vera, una persona che somiglia a tanti ragazzi comuni, che non fa la furba, che è preparata, che non è invischiata fino al midollo con quei drop out della società che spesso trovano rifugio nella politica, gente che nevrotizza la politica perché non riesce a farsi una vita lontana dal potere e che distruggerebbe il Paese pure di rimanere imbullonato alla sedia. Individui che vivono una perenne nostalgia del passato, gravati dal lutto doloroso di non essere più nel cuore di qualche capo e che ora razionalizzano il loro dramma da bambino rifiutato, facendo finta che si tratti di un malessere politico.
Si cerchino per favore, una vita lontano dalla politica e se proprio non riescono si facciano dare una mano. Credo le istituzioni dovrebbero prevedere dei trattamenti gratuiti per gli orfani del potere, qualcosa tipo Alcolisti Anonimi, perché la politica non è una comunità terapeutica.
Se questi scontenti della vita avessero riservato a Matteo Renzi, che lo meritava tutto, il trattamento astioso che stanno infliggendo alla giovane segretaria, avrebbero impedito al primo di annientare, letteralmente, il Partito democratico, e forse avrebbero evitato l’arrivo della detestata, da loro, Elly Schlein. Ma non potevano farlo, perché l’ex sindaco di Firenze, era un pezzo del loro cuore. Un uomo davvero del Rinascimento, pieno di classe, di stile, di coerenza, di nobiltà, come dimostra ogni volta che qualcuno abbandona il suo minuscolo partitino e lui lo rimprovera di mancanza di gratitudine, mostrando appieno ciò che è veramente.
Chiaro che Elly sta sulle scatole a queste persone, il loro stile di vita si è formato quando si beveva l’Idrolitina, la nuova segretaria del Pd rappresenta invece le nuove generazioni ed è in grado di interpretare pure quelle passate. I dinosauri non sono in grado di capire come pensano i ragazzi di oggi, cosa faticosa pure per me, che vivo in mezzo ai loro problemi. Si comportano come quei vescovi che vedono le chiese svuotarsi e invece di porre qualche domanda a se stessi, se la prendono con il cambiamento sociale.
Lilly Gruber. Si capisce lontano un miglio che aveva preso di punta l’ospite, facendosi spalleggiare da un altro ospite, stavolta quasi fisso, Massimo Giannini. Il tono delle domande era impregnato di giudizi e pregiudizi, di tentativi di confermare tutte le loro riserve sulla segretaria.
La pretesa, poi, di risposte chiarissime e inequivocabili è un atto di violenza bella e buona, sapendo benissimo con che tipo di fauna quella ragazza si deve misurare dentro il partito, quelle cooperative di frustrati di cui si diceva, che non vedono l’ora di distruggere chi opacizza i loro sogni, che poi sarebbero i nostri incubi.
Lilly e Elly, due donne progressiste intelligenti, che si sono impegnate sino allo sfinimento per fare un favore alla presidente del consiglio, un’altra donna che, tuttavia, non dovrebbe stare dove si trova, perché non è in grado di rappresentare la parte sana del Paese e vellica continuamente quella sbagliata, proponendo un modello di convivenza che potrebbe distruggere la convivenza pacifica tra persone che non sono mai state così diverse. Anche la Meloni pare avere scambiato la politica per una comunità terapeutica, cercando di immaginare una famiglia migliore della sua, devastata dalla diserzione del padre. Forse anche questo problema andava risolto prima di pretendere di occuparsi delle famiglie altrui, perché il modello arcaico e compensatorio che evoca, tritura diritti, vite umane e rischia di porre le premesse per una deflagrazione sociale degli esiti molto incerti.
Quando qualcuno decide che gli altri devono vivere secondo la sua personale visione, siamo tutti in pericolo, lo ricordino soprattutto i soggetti che dovrebbero coalizzarsi per evitarlo, piuttosto che indulgere nella reiterazione dello spettacolo in cui si assegna il titolo di prima della classe. Proprio, quei concorsi in cui, per dirla con la giornalista, si alza il ditino in continuazione cercando di portare a casa l’approvazione della maestra, proprio mentre gli asini si impossessano della classe.
Ps per Elly. So che non lo farà, ma le consiglio di trovare il tempo di ascoltare questa conferenza, non credo di avere nulla da insegnarle, anzi ne sono sicuro, ma se non comincia a parlare secondo questa metrica, durerai 4 mesi e non certo 4 anni, come invece io spererei. Ti consumerai in fretta.
Ho imparato a parlare così lentamente, proprio da ragazzino, quando facevo politica, perché già allora mi era chiaro che non potevo chiamare all’appello tutto il vocabolario, ma che bastavano poche parole, soprattutto se avevi davvero qualcosa da dire. Pensavo a chi mi stava ascoltando, perché essere ascoltati è un privilegio, cosa che la politica non capirà mai, purtroppo.
Immaginavo, mentre cercavo di spiegarmi, di non potere essere un’afflizione ulteriore alle vite dei miei compagni di viaggio.