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Martedì, 23 Aprile 2024
Riguardare con cura

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A cura di Domenico Barrilà

Il risibile caso di Monica Cirinnà e la banalità dei politici tutti

Ha indignato la gaffe radical chic della senatrice Pd. Ma sarebbe ingannevole però prendersela solo con lei, cui dobbiamo dare il merito di avere portato a termine un lavoro preziosissimo sulla legge che riguarda le unioni civili. Siamo noi il problema, noi che ci sentiamo e facciamo gli spettatori, appaltandoci a una politica che sconta un terribile effetto entropia

Una delle tecniche elusive utilizzata della quasi totalità degli esponenti politici, consiste nel ripetere che vi sono temi più importanti da affrontare, assai più urgenti di quelli che qualcuno sventola loro sotto il naso, perché l’agenda di costoro non coincide quasi mai con quella del Paese. Si tratta di un metodo trasversale e ripetitivo, spia impietosa del connotato saliente classe politica italiana da almeno un trentennio, la banalità, affermatasi da quando Mani Pulite azzerò quella di allora. Un vuoto riempito con un altro vuoto, se possibile peggiore del primo.

Dramma Cirinnà, costretta ai lavori domestici

Ospite fisso, la banalità, che abbiamo visto in azione nello svolgersi della comica, ma drammatica per lo sviluppo mediatico sproporzionato, vicenda che interessa la senatrice Monica Cirinnà e il marito, Esterino Montino, anch’egli personalità politica. Essi, toccati di un episodio piccolo ma insidioso, si sono complicati la vita, più la senatrice a onore del vero, tirando in ballo, con parole di dubbio gusto, le improvvise dimissioni della “cameriera”, che pure “strapagata” molla la nave e lascia la padrona a svolgere le sue funzioni, nonché la battaglia sul DDL Zan, mettendo cioè insieme cose che non c’entrano nulla col merito della questione che si era fatta presente, quella del ritrovamento di 48 banconote di banconote da 500 euro nella cuccia del cane di famiglia.

Approccio stravagante, perlomeno quanto l’episodio, che fa venire in mente una delle strane battute di Woody Allen che, appunto, si diverte a mettere insieme le pere con le mele, “Non solo Dio non esiste, ma provate a trovare un idraulico durante il week end”.

Francamente non ci trovo niente di nuovo, siamo noi elettori, costretti da anni a votare il meno peggio, ad attribuire chissà quale epica ai protagonisti della politica, i quali in spesso occupano le istituzioni perché il resto del Paese è renitente, non vuole saperne di impegnarsi, lasciando in mano il destino comune a persone poco preparate, spesso anche umanamente.

Sarebbe ingannevole però prendersela con la senatrice, cui dobbiamo dare il merito di avere portato a termine un lavoro preziosissimo sulla legge che riguarda le unioni civili. Siamo noi il problema, noi che ci sentiamo spettatori, anzi che facciamo gli spettatori, appaltandoci a una politica che sconta un terribile effetto entropia, che la peggiora di anno in anni. Il parterre della destra, tanto per dire, fa paura, quello progressista è meglio ma sovente non all’altezza di una realtà sempre più complicata da leggere.

Il Paese, non è una frase fatta, è molto migliore delle persone che lo rappresentano nelle istituzioni, posso dirlo perché la mia professione mi mette costantemente a confronto con delle persone di enorme qualità, in ogni area geografica della Penisola e in molti settori del mondo del lavoro.

La carriera politica della senatrice, a differenza di quella di tanti altri colleghi, trova un senso. Lo trova nella legge di cui si diceva, un provvedimento civilissimo che per molte persone è stato una boccata d’ossigeno. Non è lei il problema, sebbene nell’esasperazione di una vicenda più imbarazzante che grave abbia lasciato filtrare stati d’animo che sarebbe stato meglio tenere sotto controllo.  Sono altri coloro che devono farci temere per il futuro, leader nazionali e seconde linee davvero pessimi, l’elenco sarebbe lunghissimo, una situazione disperata alla quale dobbiamo porre rimedio nell’unica maniera possibile, spingendo i giovani migliori verso la politica, esortandoli ad arricchirla di quella qualità senza la quale anche le loro stesse vite si smarriranno.

Il risibile caso di Monica Cirinnà e la banalità dei politici tutti

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