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Venerdì, 29 Marzo 2024
Riguardare con cura

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A cura di Domenico Barrilà

Anna Netrebko e la guerra, sotto l'acuto niente

Nei giorni scorsi una certa quantità di artisti russi, quindi persone che rischiano in proprio, si sono espressi molto severamente contro il loro presidente, contestandogli di avere messo la Russia e l’Ucraina in una situazione insostenibile, anzi tragica. Qualcuno si è persino dimesso da cariche prestigiose, usando parole pesanti.

Nelle stesse ore, mentre i morti civili nel paese aggredito, bambini inclusi, si moltiplicavano, la signora Anna Netrebko, celebre cantante lirica, apprezzatissima alla Scala di Milano, faceva sapere che non sarebbe venuta a cantare nei prossimi giorni nel teatro milanese, dove, insieme al marito tenore, avrebbe dovuto esibirsi in alcune rappresentazioni di “Adriana Lecouvreur”. Ritiene ingiusto, il soprano, “costringere gli artisti ad esprimere pubblicamente le proprie opinioni politiche e a denunciare la propria terra di origine”. In realtà le era stato chiesto, come era stato chiesto a direttore d’orchestra, altrettanto celebre e appassionatamente putiniano, Valery Gergiev, di condannare l’intervento della Russia.

La signora non perde occasione di dimostrare che avere una bella voce ed essere intelligenti sono due cose che non sempre coesistono. Tanto per dire, nella primavera del 2020, quando le persone cadevano a grappoli sotto i colpi del Covid-19, si era vivacemente lamentata delle misure restrittive per i teatri, invocando fulmini su chi cercava di proteggere la vita altrui: “Io penso che chi ha fatto queste regole debba sparire”.

Pochi mesi dopo, settembre 2020, l’artista si è ammalata di Covid-19, finendo in ospedale, dal cui lettino aveva precisato che il diavolo non era così brutto come si diceva, lo stesso diavolo che si sarebbe portato via 6 milioni di esseri umani, dopo averne contagiati mezzo miliardo, quelli ufficiali. Dalla stessa postazione, si rallegrava del fatto che il marito e il loro piccolo non si fossero contagiati e che stavano bene. Siamo stati felici per lei, che il marito e il dolce Tiago stiano bene, ma qualcuno dovrebbe informare la signora che già un bel numero di bambini sono morti in Ucraina, decine di piccoli Tiago, spariti sotto le bombe lanciate dai soldati del “suo paese d’origine”, quello che lei non vuole denunciare.

Io spero che questa donna non venga mai più nel nostro paese ad allietarci con la bellissima voce, appoggiata sul niente, perché l’arte non è solo bello ma deve possedere la densità e il fascino dell’intelligenza. Nel frattempo, speriamo che la Netrebko si faccia una bella doccia fredda e invece di pensare solo alla sua carriera e al suo virile presidente, prenda esempio dagli artisti moscoviti che si sono messi in pericolo per affermare che una vita umana, una sola, vale assai più di mille applausi.

In genere la gente tende a pensare che la fama sia frutto di qualità morali e intellettuali pari alle abilità artistiche o sportive dei soggetti, ma non è così che stanno le cose, una qualità settoriale, fino a prova contraria, rimane una qualità settoriale, e questa non può riscattare il resto, che spesso non prende lo stesso ascensore del talento.

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