I bambini, la scuola e la giornata dell'albero reciso: lo strano caso di Cassano d'Adda
Una curiosa variante della giornata nazionale dell’albero sembra essersi materializzata presso il comune Cassano d’Adda, nel Milanese.
Nella cittadina, in cui sono arrivato mezzo secolo fa e dove vivo con mia moglie e i miei figli, sono entrate in azione le motoseghe e le ruspe, distruggendo un parco, con abbattimento di diversi alberi e arbusti in ottima salute. Devono fare posto a un parcheggio che, considerando il saldo tra quelli cancellati nella vicina strada e quelli predisposti dove prima c’era il parco, produrrà una decina di posti auto, con un esborso enorme, circa 700 mila euro.
Fondi arrivati dal PNRR, grazie alla precedente amministrazione comunale, con la finalità di rigenerare un quartiere popolare e multietnico. I nuovi governanti si sono invece orientati su un progetto diverso, che nulla sembra avere a che fare con spirito e lettera del PNRR oltre che con le intenzioni dei predecessori, sulle quali era stato chiesto il finanziamento. Temerario pensare che il citato PNRR sia stato pensato per mettere asfalto al posto del verde pubblico.
Qui non importa il colore delle amministrazioni coinvolte, c’entra, come sempre, la qualità delle persone, sono loro le vere responsabili, non la politica in quanto tale, diventata purtroppo un facile ascensore sociale, popolato di individui raramente idonei a occuparsi di comunità e di sensibilità sempre più articolate e ricche di sfumature.
In questo caso, il parchetto, che sta per diventare parcheggio, è già morto, insieme alle belle piante che lo abitavano. È accaduto proprio in corrispondenza con la giornata nazionale dell’albero, qui trasformatasi nella giornata dell’albero reciso, ma soprattutto è accaduto a una dozzina di metri circa dello storico complesso scolastico, frequentato tutti i giorni da migliaia di persone, tra bambini, ragazzi, genitori, insegnanti, ossia quasi tutta la locale comunità educante, generazioni vecchie e nuove, già ospiti di un Pianeta sfregiato dall’ignoranza e dal cinismo dell’uomo.
Mentre gli insegnanti, o almeno una parte di essi, illustravano ai bambini il senso della giornata dedicata al valore del mondo vegetale, àncora di salvezza dell’ambiente, qualcuno sotto il loro naso cancellava l’unica area verde della zona.
Il messaggio educativo che ne scaturisce è tremendo, senza speranza.
Un dramma, per adesso, tutto pedagogico e ambientale, due contesti di estrema fragilità, affidati a una classe politica inadatta, non solo quella di Cassano d’Adda, intenta solo a compiacere l’elettorato, profondamente concentrata sull’oggi e sulla propria sopravvivenza o a fare dispetti alla parte avversa, dimenticando che i cittadini non sono attori della loro perenne faida ideologica. Qui si va oltre le categorie di destra e sinistra, è tutta la politica a essersi ammalata e noi abbiamo il dovere di entrare in uno stato d’allarme.
L’unico rimedio è impegnarsi tutti, direttamente, revocando le deleghe senza controllo a chi occupa posti di potere, perché sempre più spesso mostrano limiti sconfortanti.
È esattamente ciò che stanno cercando di fare tanti cassanesi, resisi conto del pericolo. Sanno che non potranno più salvare il parchetto, ma sono certi che resti tantissimo da proteggere, esattamente quel mondo che la politica non è in grado di osservare né tantomeno di immaginare.
In ottobre sono stato relatore a un bellissimo convegno, ai quartieri spagnoli di Napoli, su educazione e ambiente. Erano presenti studiosi di mezzo mondo, persone estremamente qualificate che non si limitano a lanciare allarmi, ma agiscono a tutti i livelli per preparare un futuro dove gli esseri umani e la natura, finalmente pacificati, possono sentire reciproca gratitudine e aiutarsi a progredire, essendo indispensabili gli uni all’altra.
Quello che sta accadendo nel luogo da cui scrivo, deve diventare una scintilla, non per accendere un fuoco ideologico e neppure per mettersi in proprio, ma per affermare il principio che la politica non basta, perché oggi più che mai impari rispetto alle drammatiche domande che ci sta ponendo la Natura.
Nel piccolo e nel grande.