Insegnanti no vax possono tornare a scuola pagati per non lavorare, un crimine pedagogico e civile
La decisione che riammette i docenti, impedendogli di entrare in classe, è un provvedimento algebrizzante, in cui è complicato trovare un capo e una coda. I grandi se ne faranno una ragione, sanno che a volte ci si comporta come negli incontri di wrestling, che si fa finta. Per bambini e ragazzi, a cui chiediamo sempre di fare il loro dovere, sarà molto più complicato
Mi metto nei panni degli studenti italiani. Imparano “per contagio” anche dai loro insegnanti, nel bene e nel male.
Mi metto nei loro panni e mi chiedo cosa penserei se i docenti non vaccinati fossero riammessi a scuola con la prescrizione di non insegnare, dal momento che non possono entrare in classe.
Una soluzione che, prima di essere truffaldina, perché si pagherà qualcuno per non lavorare, è assolutamente antipedagogica. Chissà che diritto è un diritto al lavoro quando non è preceduto dal dovere alla tutela della salute altrui, a cominciare da quella dei minori, e dal rispetto per i colleghi che si sono allineati perché bisognava farlo, essendosi reso necessario anteporre l’interesse collettivo al proprio.
Scrive una maestra elementare, mi chiede come fa a spiegarlo ai bambini della sua classe, vorrebbe trovare una logica, che non c’è, “faccio meno fatica a spiegare la guerra”, perché in quella, per quanto perversa, una logica la si trova.
I bambini non possiedono la grazia del pensiero che chiamo “algebrizzante”, dove i più e i meno si inseguono, smentendosi in continuazione e richiedendo un’attenzione infinita a chi cerca di raccapezzarsi.
Ecco, la decisione che riammette gli insegnanti non vaccinati a scuola, impedendo loro di entrare in classe, è un provvedimento algebrizzante, in cui è complicato trovare un capo seguito da una coda. I grandi se ne faranno una ragione, sanno che a volte ci si comporta come negli incontri di wrestling, che si fa finta. Per i bambini e per i ragazzi, a cui chiediamo sempre di essere seri e di fare il loro dovere, sarà complicato, molto più complicato, una sola cosa, però, sarà loro chiarissima, che c’è sempre una scappatoia per chi fa il furbo, e quindi non è necessario prendere troppo sul serio ciò che si decide, che i sacrifici sono facoltativi.
Questo è ciò che devono sapere coloro che si sono inventati tale bella pensata, in omaggio a chissà quali pressioni e per onorare chissà quali compromessi. Devono avere chiaro che il capolavoro di diseducazione civica da essi apparecchiato segna più del Covid-19 l’anno scolastico 2021-22, macchiandolo in modo indelebile e rovinando il lavoro della grande parte di genitori, insegnanti, educatori, quelli veri, che in questi due anni si sono fatti interpreti e garanti di deliberati scomodi, ma necessari, che si sono assunti mille fatiche, compreso l’onere dell’impopolarità, salvando il principio al quale dobbiamo ogni cosa. L’interdipendenza.