rotate-mobile
Sabato, 30 Settembre 2023
Riguardare con cura

Riguardare con cura

A cura di Domenico Barrilà

La Lega a Messina? Come l'invasione degli orsi in Sicilia

Come sono considerati i meridionali dai leghisti, da Bossi in qua, non meriterebbe neppure di essere raccontato, ma il fatto che vi siano persone che si candidano in suo nome in Sicilia e tanti che le votano, negli stessi territori, meriterebbe uno studio antropologico approfondito

Qualche giorno fa abbiamo letto, ma qui la memoria è corta o cortissima, che alcuni consiglieri comunali messinesi sono passati alla Lega, che prima si chiamava Lega Lombarda e poi Lega Nord.

Ora provate per un attimo a immaginare un partito che nasce con connotazioni sudiste e si presenta alle elezioni in Lombardia. Certo, nessuno glielo impedirebbe ma si può ipotizzare che tra gli elettori non se lo filerebbe nessuno, neppure i meridionali che vivono al Nord.

Purtroppo, le cose, nel caso citato, sono ancora peggiori, orrende direi, posso dirlo con cognizione di causa essendo cittadino lombardo da 50 anni, con solide radici messinesi. La ragione è molto semplice, la Lega è un partito che da sempre disprezza i meridionali, cioè noi. Va da sé che i meridionali che sposano la Lega o che votano Lega, mi fanno pensare tutto il peggio possibile. Ma, meglio precisarlo, non mi sto rivolgendo a loro, perché parlare con un meridionale che simpatizza della Lega è tempo perso.

Con Matteo Salvini, la Lega non è cambiata affatto, anzi. Il punto è che quest’uomo, che conosce il lavoro come io conosco il sanscrito, e tra gli stessi leghisti suscita tante perplessità, si è reso conto che se la Lega non si allarga a Sud, per fare gli interessi del Nord, lui non potrà mai diventare presidente del consiglio, perché se è vero che non è un genio è altrettanto vero che è ricco di furbizia, utile bigino dell’intelligenza. Niente carriera scolastica, zero risultati professionali, ma per fortuna c’è la politica, ascensore sociale molto rapido dove il curriculum si può anche evitare.

Come sono considerati i meridionali dai leghisti, da Bossi in qua, non meriterebbe neppure di essere raccontato, infatti non lo racconto, ma il fatto che vi siano persone che si candidano in suo nome in Sicilia e tanti che le votano, negli stessi territori, meriterebbe uno studio antropologico approfondito. Ma a che servirebbe. I nostri vecchi amavano dire che “chiù scuru i manzanotti non po fari”, espressione superata da questi performer inarrivabili e dal loro leader locale che, manco a dirlo, è figlio di qualcuno. Prima che gli venga voglia di raccontarci qualche favoletta, mi permetto di consigliargli di desistere, perché la lezione l’ho imparata bene, anzi benissimo, proprio perché ho visto sfregiare quest’Isola in nome della prossimità, vedo tutti i giorni giovani siciliani che si fanno onore qui in Lombardia, cacciati coi badili perché lontani dai centri di potere mentre, questa è la vera tragedia, i loro genitori continuano a votare coloro che li hanno separati dalla prole.

Ai miei figli è stato insegnato che la raccomandazione è un crimine sociale grave, mi convinco di avere fatto loro un regalo tutte le volte che torno in Sicilia e vedo talenti che mettono timbri o disoccupati oppure sottoccupati, quando va bene, e piccoli uomini senza arte né parte che si sono imbullonati, in attesa di imbullonare le terze e le quarte generazioni, alle sedie del potere.

Ma dormite tranquilli, ai siciliani i potenti piacciono, non importa come sono arrivati in cima.

Questa è la meritocrazia della miseria.

Si parla di

La Lega a Messina? Come l'invasione degli orsi in Sicilia

MessinaToday è in caricamento