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Riguardare con cura

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A cura di Domenico Barrilà

Calcio, licenziamento di Rigoli mentre è malato di Covid: brutto autogol per l'Fc Messina

Mon sarebbe male chiedere scusa pubblicamente ai dipendenti licenziati, anche a beneficio dei ragazzi del settore giovanile, che nel calcio dovrebbero trovare stimoli formativi non solo tecnici e tattici

I giudizi non sono per sempre, andrebbero aggiornati valutando i comportamenti, altrimenti sono pre-giudizi, come recensioni scritte senza vedere i film.

Stavolta l’aggiornamento riguarda uno degli ambiti più banali ma popolari, che praticamente tutti conosciamo perché almeno un paio d’ore alla settimana ci aiuta a non pensare, parlo del mondo del calcio, segnatamente di quello locale.

Tempo fa avevo scritto qualche riga per elogiare le modalità, gentili, ai limiti del poetico, con cui era stato licenziato l’allora allenatore dell’Fc Messina, Massimo Costantino. Una prassi meritoria e insolita nell’ambiente.

Serie D, colpo di scena nell'Fc Messina: esonerato Rigoli

Nei giorni scorsi, dopo una sconfitta, evitabile ma non decisiva, sono stati licenziati, purtroppo non con lo stile di allora, l’allenatore Pino Rigoli e il suo vice Leo Criaco, che da diverse partite lo sostituiva in panchina. Lo sostituiva perché il titolare, dopo essere stato ricoverato per Covid-19, probabilmente contratto nell’esercizio delle sue funzioni, era assente ma in via di ripresa.

Dunque, Pino Rigoli, che aveva rimesso in bolla i risultati lavorando in silenzio e con competenza, è stato licenziato mentre era malato e non poteva difendere le ragioni del suo lavoro. Un lavoro niente male, soprattutto considerando che se la squadra dovesse vincere i due recuperi, non impossibili per impegno, sarebbe prima in classifica.

Certo, l’Fc non gioca come l’Atalanta, ma in serie D, dove si suda per mille euro al mese e su campi improbabili, talvolta ai limiti della vergogna, è difficile parlare di gioco.

Il licenziamento di Pino Rigoli è stato brutale, umanamente, ma anche professionalmente, ingiustificabile, e deposita sul Dna di questa dirigenza un precedente imbarazzante. Speriamo non si sia trattato della manifestazione di una precisa cultura sportiva ma solo di un incidente isolato, figlio di un comprensibile gesto di impulsività. In fondo chi investe tanti soldi e deve fare fronte a spese ingenti tutti i mesi, soprattutto in un periodo in cui manca il contributo, anche economico del pubblico, può rivendicare il diritto di essere nervoso. Dico davvero.

Se così fosse, non sarebbe male chiedere scusa pubblicamente ai dipendenti licenziati, anche a beneficio dei ragazzi del settore giovanile, che nel calcio dovrebbero trovare stimoli formativi non solo tecnici e tattici. 

Probabilmente ci sono cose che non sappiamo, lo mettiamo nel conto, tuttavia, quale che possa essere l’esito del torneo, che speriamo premi una messinese, è interesse di tutti chiarire questo spiacevole passaggio. Sono certo che le qualità dei soggetti permettono un passo del genere.

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