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Venerdì, 29 Marzo 2024
Riguardare con cura

Riguardare con cura

A cura di Domenico Barrilà

Grazie Raciti, il calcio non è una cosa seria ma le persone possono esserlo

Essere arrivati agli spareggi è stata un’impresa notevole, il massimo cui si potesse ambire dopo il tormentato girone d’andata. Spero sabato ce la facciate a raggiungere la salvezza, non tanto per la città quanto per quella gente che tiene viva un’idea di tifo che altrimenti non esisterebbe

Gentile signor Raciti, meglio le scriva adesso, prima del ritorno con la Gelbison, perché se dovessimo perdere le persone si dimenticherebbero in fretta di lei e dei suoi calciatori.

Vorrei esprimerle la mia gratitudine da messinese che vive lontano, intanto per la salvezza dello scorso anno, quando la situazione era disperata ed è riuscito a portare la barca all’asciutto, ma ancora di più per quest’anno, quando si vedeva solo un pezzo della poppa, perché il resto era sottacqua.

Essere arrivati agli spareggi è stata un’impresa notevole, il massimo cui si potesse ambire dopo il tormentato girone d’andata, esito possibile grazie al suo lavoro, a quei calciatori cresciuti molto tra l’andata e il ritorno, nonché ai nuovi arrivi del mercato invernale, pure con apporti diversi. Fumagalli sicuramente è valso diversi punti. Ragusa non è stato in grado di esprimere il suo indubbio potenziale, come credo desiderasse, ma rimangono negli occhi alcune giocate deliziose e talvolta efficaci. Kragl è stato utilissimo, con qualche passaggio a vuoto importante dopo l’infortunio. Perez grande sgobbone, ma giocare senza un centravanti di ruolo è stato come scalare il Monte Bianco con gli infradito. La storia del falso nove va bene quando c’è qualcun altro che segna, nella rosa del Messina non c’è nessuno che abbia le caratteristiche per supplire a quest’assenza.

Lo abbiamo sperimentano nelle partite in casa, che potevano determinare la salvezza diretta, perse malamente con un solo tiro in porta perché noi non abbiamo fatto manco quello.

Gli errori sono stati compiuti in estate, dalla proprietà, certo, ma soprattutto dalla gente che non va allo stadio, con meno di mille spettatori non può partecipare a un campionato professionistico.

I messinesi sono 250 mila repubbliche indipendenti, succede di rado che diventino una comunità, il nostro passato, purtroppo, pesa come un macigno, la Natura non è stata generosa.

Spero sabato ce la facciate a raggiungere la salvezza, non tanto per la città quanto per quella gente che nel calcio trova delle piccole ma necessarie consolazioni, in particolare le persone che tengono viva un’idea di tifo che altrimenti non esisterebbe, seguendovi in casa e in trasferta.

Solo loro possono chiedervi qualcosa e solo per loro sabato dovete dare anche ciò che non avete, perché se dovessimo retrocedere, ognuno di voi tornerebbe a casa propria dimenticando in fretta, ma quelle persone sarebbero costrette a rinunciare alle piccole illusioni che le aiutano a pensare che nella vita ogni tanto può succedere anche qualcosa di buono.

Mi sono perso la gara di andata su Eleven Sport perché tornavo da un viaggio di lavoro, mi ero tenuto aggiornato grazie a un amico, ma questo sabato, salvo cataclismi, sarò davanti allo schermo e comunque vada proverò gratitudine per lei, per i suoi ragazzi e per la Società, che forse poteva fare di meglio ma è stata l’unica alternativa al niente. È questa la vera sconfitta, quel niente che si ostina a essere niente ma si permette di eccepire, malgrado sia responsabile di tanto vuoto, non solo di quello sportivo.

Grazie, perché forse il calcio non è importante come si crede, ma rimane una bella occasione per farci sentire vicini. Auguri.   

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