Lo ha definito ‘il virus della disumanizzazione’, e nel suo “Covid- Le cinque lettere della follia” (Di Nicolò 2021) il messinese Cesare Natoli racconta con lucidità scientifica come il virus abbia trasformato e stia trasformando, con conseguenze disastrose a lungo termine, la nostra società. Dalla psicosi collettiva fomentata da un certo tipo di giornalismo, dalla ‘caccia agli untori’ alla rabbia mediatica vomitata sui social, fino a giungere a importanti e documentati interrogativi di legittimità costituzionale.
Docente di filosofia, musicologo, giornalista pubblicista e dottore di ricerca in Metodologie della filosofia, Natoli dedica un focus importante alla scuola e alla popolazione giovanile, all’urlo silenzioso dei giovani, vittime di una reclusione forzata che dura ormai da un anno, e dallo scorso giugno è promotore di un Comitato (Scuola in presenza) che conta quasi quattromila membri, che intende raccogliere le opinioni e il sentire di coloro che credono nel valore imprescindibile della scuola svolta in presenza e in classe, e di promuovere e coordinare anche eventuali azioni che vadano in tale direzione.