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Giovedì, 18 Aprile 2024

VIDEO | Dispersione scolastica e disagio minorile, Pagano: "Numeri triplicati in pochi anni"

Il procuratore capo del Tribunale dei Minori in III Commissione consiliare. L'allarme insieme al Garante per l’Infanzia: “In un istituto c’è il 38% di dispersione; aumenta la sofferenza occorre intervenire subito”

Numeri allarmanti, quelli della dispersione scolastica. Li ha evidenziati nella seduta della III Commissione consiliare del Comune il Garante per l’Infanzia Angelo Costantino. “Il 18% per primaria e la secondaria di primo grado, in aumento alle superiori dove si arriva anche al 38% in un istituto scolastico – ha detto – con il rischio di consegnare i giovani alla criminalità organizzata”. Perché a questo dato, sbattuto in faccia alla città, c’è anche “il tasso di analfabetizzazione del 4-5%” che preoccupa. Seduto al fianco del Garante, c’era il Procuratore capo del Tribunale dei Minori, Andrea Pagano, che non è stato meno tenero con i numeri che ha snocciolato. Le segnalazioni di minori in stato di pregiudizio, per esempio, negli ultimi anni è quasi raddoppiata: da 707 nel 2018, a 1440 lo scorso anno. Già 518 nei primi tre mesi del 2022. 

“Questi numeri mi fanno pensare all'aumento della sofferenza – ha detto il Procuratore Capo - proporzionale all'aumento della violenza. Sono numeri che parlano chiaro, di un triplicarsi del numero di segnalazione del giro di pochissimi anni. Il disagio giovanile minorile di cui si occupa il mio ufficio non è soltanto legato la commissione di reati ma c'è anche la dispersione, ci sono i disturbi comportamentali”. 

E, infatti, se prima si tendeva ad attenzionare l’utilizzo della droga (“abbiamo notato dipendenza da cocaina anche a 13 anni”, ha detto Pagano), adesso la preoccupazione è legata all’utilizzo dei social, dei telefonini, dei giochi on line. “Ci sono delle equipe apposite per questo e creare all’interno dell’Asp professionalità che si occupano dei disagi dei bambini è importantissimo perché riesci a recuperarli in una fase in cui il cervello è ancora molto elastico”. 

Ma c’è, adesso, anche un altro tema, quello della gestione dei flussi migratori. “Anche i minori ucraini rientrano in un ambito del quale ci occupiamo noi con pochissime risorse e con la difficoltà di interloquire con una platea vastissima di istituzioni e di agenzie”. Ma cosa si può fare? “Mancano risorse, mancano educatori, nelle periferie mancano dei punti di riferimento a cui questi ragazzi possono rivolgersi. E c’è un tessuto sempre più impoverito, non soltanto economicamente, soprattutto culturale di carattere educativo e che attiene ai valori. Servirebbe la capacità delle istituzioni di parlarsi ed interloquire per lavorare assieme”

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