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Cronaca

Il Comitato "194" lancia una petizione: "Per un aborto libero e sicuro"

L'obiettivo della raccolta, lanciata su change.org, è quello di accedere più facilmente al servizio d'interruzione volontaria di gravidanza, assumendo più medici non obiettori e con l’accesso libero alla RU486, che al momento non è disponibile in nessun ospedale della città dello Stretto

“Un aborto libero e sicuro. Perché lo stato delle cose non rappresenta un semplice disservizio, ma una vera e propria illegalità, a fronte della legge 194/1978. Nonché un attentato al diritto alla salute fisica e mentale di chiunque si trovi ad affrontare una gravidanza non desiderata”. Un sit-in pacifico, ma deciso, di fronte alla sede dell’Asp di Messina, del Comitato “194”. Perché in riva allo Stretto, a garantire la scelta e il diritto all’aborto, sancito dalla legge 194, c’è un solo medico, il dott. Rosario D’Anna, direttore vicario di ostetricia e ginecologia del Policlinico Universitario “Gaetano Martino”. Un problema che investe non solo Messina, ma anche tutta la provincia.

Proprio per questo motivo, il Comitato “194” ha lanciato una petizione su change.org: “L’obiettivo della raccolta – ci dice Isabella, membro del comitato, presente al sit-in – lanciata su change.org, è quello di accedere più facilmente al servizio d’interruzione volontaria di gravidanza, assumendo più medici non obiettori, con dei concorsi appositi o con delle collaborazioni con professionisti di altri ospedali. E con l’accesso libero alla RU486, che al momento non è disponibile in nessun ospedale della città dello Stretto. Il nostro è un comitato che unisce “Non una di meno Messina”, alcuni elementi di “Liberazione Queer” e altre associazioni ancora. Abbiamo deciso, non a caso, di chiamarci “Comitato 194 Messina”. Abbiamo cominciato a riunirci verso la fine di agosto e in quel periodo abbiamo anche cercato di metterci in contatto con l’Asp di Messina e con i singoli ospedali”.

L’obiettivo è quello di raggiungere 100 firme. Al momento ne sono state raggiunte 50 in meno di 24 ore. E la petizione, che si può leggere al seguente link, parla chiaro. Anzi, chiarissimo: “Vogliamo personale non obiettore e IVG farmacologica – si legge – L’interruzione di gravidanza è un diritto, non un privilegio! La città di Messina conta 3 strutture ospedaliere e circa 53 specialisti, eppure attualmente il Policlinico Universitario “Gaetano Martino” è il solo ad avere in servizio un UNICO ginecologo che pratica l’Interruzione Volontaria di Gravidanza. Inoltre, in NESSUNO degli ospedali di Messina è possibile usufruire della RU486 per l’IVG farmacologica, che garantisce minore invasività e rischi, obbligando le pazienti all’inevitabile intervento chirurgico. La situazione è tale che una malattia, un lungo periodo di ferie, un pensionamento (quest’ultimo, prima o poi, inevitabile) bloccherebbero di fatto il servizio sanitario nell’intera città. Come Comitato “194” avevamo chiesto all’Asp di Messina un tavolo di confronto per valutare insieme le azioni possibili, volte a tutelare il servizio IVG. Ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta. E ad oggi, anche dopo l’interessamento della stampa locale, nulla è cambiato. Eppure, lo stato delle cose non rappresenta un semplice disservizio, ma una vera e propria illegalità, a fronte della legge 194/1978, nonché un attentato al diritto alla salute fisica e mentale di chiunque si trovi ad affrontare una gravidanza non desiderata. Per qualsiasi motivo lo si faccia, limitare l’aborto in ospedale non farà scomparire la pratica, ma esporrà chi la sceglie a rischi per la salute enormi, come succedeva in passato. Oggi garantire l’accesso all’IVG è il minimo tutelato dalla legge, si dovrebbe discutere di prevenzione e di educazione alla salute sessuale, entrambe funzioni assegnate anche alle AUSL. E invece dobbiamo ancora lottare per pretendere un diritto minimo garantito. Pertanto, con questa petizione, oggi, come comitato e come comunità, vogliamo chiedere alle Aziende Ospedaliere e all’Asp di Messina di garantire un corretto e legale servizio di assistenza sanitaria per chi richiede l’interruzione volontaria di gravidanza, attuando diverse soluzioni: concorsi che permettano l’assunzione di medici non obiettori in un numero tale da dare attuazione alla 194; stipulare contratti di collaborazione esterna con professionisti non obiettori di altre Aziende Ospedaliere; attivare l’IVG farmacologica fino a 9 settimane compiute di età gestazionale, presso le strutture ospedaliere e ambulatoriali, nonché presso consultori pubblici attrezzati, senza ricovero, esattamente per come disposto dalle nuove linee guida nazionali”.

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