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Venerdì, 8 Dicembre 2023
Cronaca

"No all'acqua svenduta ai privati", parte la battaglia per difendere la gestione pubblica

L'incontro al Salone degli Specchi e la proposta di De Luca a tutti i Comuni di acquistare immediatamente una quota simbolica dell’Amam. Il coordinamento provinciale del Pd: "Inaccettabile lo svuotamento delle prerogative dei rappresentanti delle comunità locali"

La gestione dei servizi idrici al centro dell’incontro che si è svolto oggi nel salone degli specchi della Città metropolitana.

Tanti gli amministratori pronti a dire no al progetto regionale di una società mista, “Messina acque”, un ‘Ato idrico che dovrebbe che non convince i sindaci né della zona jonica né di quella tirrenica e che in più occasioni hanno bocciato l’adesione e che potrebbero ora decidere di impugnare gli atti con ricorso al Tar ma anche la possibilità di scegliere l’Amam come gestore unico così come richiesto dal sindaco di Taormina Cateno De Luca che sulla proposta della Regione siciliana avanza dubbi su “possibili profili di illegittimità”.

“Non accetto di regalare a società private (forse non italiane!) la gestione delle nostre risorse idriche”, è la posizione di De Luca -

Che chiama in causa il deputato e sindaco di Brolo Giuseppe Laccoto: “Grazie all’onorevole Pippo Laccoto che negli anni scorsi ha sempre agito per non far costituire la società di gestione pubblica da parte dei comuni della provincia di Messina ora le nostre risorse idriche saranno gestite da una società privata. Laccoto, unitamente ad altri dieci sindaci, ora sostiene in un documento che ci ha inviato che la gestione del privato va bene ed è conveniente. Prima Laccoto era all’opposizione ora invece è nella maggioranza di Renato Schifani e fa parte della banda bassotti politica. Ho proposto a tutti i comuni di acquistare immediatamente una quota simbolica dell’Amam per scongiurare questo delitto. Non consentirò a Laccoto di turno ed ai suoi compagni di merenda politica di comprarsi le nostre risorse idriche”.

Sulla gestione del servizio idrico si è riunita anche su convocazione del Coordinamento Provinciale del Partito Democratico della Provincia di Messina anche l’assemblea delle amministratrici ed amministratori locali impegnati nei consigli comunali, nelle giunte e alla guida dei Comuni del messinese per discutere delle questioni relative alla gestione del servizio idrico.

“Fatti salvi i vincoli della normativa nazionale ed europea – si legge in una nota - e preso atto della condizione di stallo in cui si è trovata l’Assemblea dei Sindaci dell’ATI della Provincia di Messina certamente non per responsabilità dei sindaci e degli amministratori del campo del centrosinistra, l'assemblea ha valutato come gravemente lesiva dell’autonomia dei Comuni l’azione messa in atto dalla Regione Siciliana che ha proceduto al commissariamento dei Consigli e delle Giunte Comunali al fine di procedere alla ratifica della costituenda società mista Messinacque SPA, senza nessuna possibilità né di condivisione né tantomeno di interlocuzione”

“L’assemblea ha giudicato inaccettabile uno svuotamento delle prerogative dei rappresentanti delle comunità locali rispetto ad una questione che attiene ad un bene pubblico essenziale, come sancito dal Referendum del 2011, e rispetto anche alla volontà più volte espressa dall’Assemblea dei sindaci dell’ATI della Provincia di Messina di preferire l’affidamento del servizio ad una società interamente pubblica – continua la nota - In questa direzione le amministratrici e gli amministratori del PD di Messina hanno ribadito come l’attuazione del principio dell’acqua pubblica passi attraverso l’affidamento del servizio di gestione ad una società pubblica, che non ha come obiettivo il profitto, ma il superiore interesse delle comunità e delle persone (come chiaramente previsto nella L.R. n. 19/2015)”

Secondo il coordinamento provinciale del Pd “sono più che fondate le preoccupazioni che una privatizzazione mascherata della gestione – come indicato dal Governo Schifani – determinerà un incremento esponenziale delle tariffe mettendo in difficoltà i singoli e le famiglie, specie chi versa già in situazioni di disagio socio-economico, e la rete diffusa di medie e piccole imprese che rischiano di chiudere. C’è poi il timore, come già è storicamente evidenziato in altri settori, che le privatizzazioni determinino una mancanza di attenzione alla cura e alla manutenzione della rete di distribuzione, che oggi può, nonostante le mille difficoltà, contare sulla prossimità degli enti preposti”.

Nel documento si ricorda anche come in diverse città siciliane si è già vissuta un'esperienza privatistica del SII “che ha avuto effetti devastanti, risoltisi con procedure fallimentari della società affidataria, e con il ritorno alla gestione del servizio a mezzo società interamente pubblica.”.

“Anche per questo motivo è necessario che l’Amministrazione regionale non continui a rimanere sorda rispetto alle decisioni assunte da numerosissimi Consigli comunali, che rappresentano democraticamente i cittadini siciliani, i quali si sono già espressi negativamente rispetto all’adesione alla costituenda società Messinacque Spa. Le amministratrici e gli amministratori del PD di Messina, insieme al Coordinamento Provinciale, ritengono necessario che si blocchi, anche con eventuali iniziative di tipo giudiziario, ma soprattutto con una mobilitazione larga e partecipata, l’iter che conduce alla mera privatizzazione del sistema idrico, scegliendo definitivamente la strada della società pubblica di gestione organizzata per sub-ambiti nel rispetto dell’orografia e della strutturazione del territorio provinciale mettendo a sistema le buone pratiche di molti enti locali. In questo momento – conclude - l’obiettivo prioritario è quello di evitare il rischio che la costituzione di una compagine societaria pubblico-privato si muova in una logica del tutto privatistica, senza avere attenzione al contesto sociale ed economico dei piccoli centri, dei territori urbani svantaggiati, delle fasce sociali deboli, che invece vanno tutelati a prescindere, con tariffe calmierate, interventi obbligatori, tutela delle infrastrutture e delle manutenzioni, garanzie di approvvigionamenti in emergenza, sostegno nella crescita dei territori”.

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