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Cronaca

Università, via libera all'acquisto della sede della Banca d'Italia

Senato e Cda dicono sì: 6.500.000 euro per lo storico edificio di Piazza Cavallotti. Ospiterà un polo museale. Gli altri edifici “preziosi” e in disuso della città

L’Università si aggiudica uno dei gioielli architettaci più belli della città. Senato e Consiglio di Amministrazione dell'Università , riunitisi oggi, hanno dato il via libera all’acquisto della sede della Banca d’Italia di Piazza Cavallotti. A seguito della trattativa, autorizzata nei mesi scorsi dagli organi collegiali, l’Ateneo si è aggiudicato l’acquisto con una spesa di 6.500.000 euro.

L’obiettivo dell’Universita quello di restituire alla città  la splendida struttura che sarà  sede di un polo museale e di centri di ricerca. Ciò al fine di valorizzare il proprio patrimonio artistico e culturale e di renderlo fruibile, non solo a docenti e studenti, ma anche ai cittadini messinesi ed ai turisti.

I sotterranei saranno probabilmente utilizzati come Archivio Storico dell’Ateneo.

Il Rettore, Salvatore Cuzzocrea, ha espresso grande soddisfazione, sottolineando l’impegno della Governance di Ateneo che intende realizzare una città  universitaria a misura di studente. “La conclusione positiva di questo acquisto- ha detto- insieme alla risoluzione dell’annosa vicenda della ex biblioteca regionale, dimostrano che siamo sulla buona strada”.

La struttura della Banca d’Italia, edificata nel 1924, ha una superficie di oltre 6000 mq, divisi in un seminterrato e due piani fuori terra.

La struttura completamente in cemento armato e muratura, è di fattura molto curata. L’edificio si articola in otto unità  immobiliari a destinazione d’uso abitazioni di tipo civile, una unità  immobiliare a destinazione d’uso istituto di credito, una unità  a destinazione d’uso cabina elettrica, otto unità  immobiliari sono a destinazione d’uso magazzini e depositi e una a unità  immobiliari a per locali sportivi e due a destinazione lastrico solare.

A Messina, oltre il Palazzo della Banca d’Italia ci sono altre due grandi edifici costruiti subito dopo il terremoto che si trovano sulla centralissima via Garibaldi. Uno è l’ex sede centrale della Cassa di Risparmio Vittorio Emanuele, considerata una delle più grandi banche europee per depositi, l’altro il palazzo dove aveva sede la vecchia Banca di Roma, ad angolo con la via Primo Settembre. Entrambi sono chiusi e inutilizzati da oltre un decennio.

Ma sono decine gli immobili pubblici di prestigio, anche se non a questi livelli, che sono attualmente in disuso.

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