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Cronaca

Terremoto in Turchia, il bilancio è disastroso: allerta tsunami anche a Messina

La Protezione civile aveva diramato un'allerta (poi ridimensionata ma non cessata) per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa delle ore 2:17 nella Turchia meridionale, dove molte persone sono ancora sotto le macerie

L'allerta è scattata nel cuore della notte tra domenica e lunedì: una forte scossa di terremoto è stata registrata nel sud della Turchia, e avvertita in tutto il Medio Oriente, con decine di morti accertati e centinaia di feriti. Si scava sotto le macerie.  Dopo il terremoto delle 2.17 sono state registrate altre 7 scosse di magnitudo superiore a 4.5 nell'area e la Protezione civile ha diramato una allerta  tsunami per alcune regioni del Sud Italia.

L'allarme è parzialmente rientrato, ma la circolazione ferroviaria è stata interrotta. L'Ingv aveva emesso una allerta tsunami informando che l'onda di impatto dovrebbe arrivare sulla costa siciliana alle 6:35 su Siracusa‚ alle 6:39 a Catania e alle 6:40 a Messina. A seguire l'onda potrebbe impattare su Portopalo, Ginostra, Strombolicchio, Milazzo, Palermo, Marettimo, Gela, Pantelleria, Lampedusa, Porto Empedocle, Sciacca e Mazara del Vallo. Il Dipartimento regionale Protezione civile (Drpc) della Sicilia "invita i cittadini ad allontanarsi dal litorale basso‚ da zone portuali e porre la massima attenzione". Un'alba di apprensione, ma l'allarme sembra in gran parte rientrato. L'allerta è stata confermata a seguito di anomalie del livello del mare osservate ai mareografi di Iskendrun e Erdemli in Turchia. L'entità delle variazioni è tuttavia contenuta (circa 30 cm picco-picco) pertanto il pericolo tsunami per l'Italia è parso presto contenuto.

Si ferma a scopo cautelativo, dalle 6.30, la circolazione ferroviaria iniziando dalle regioni meridionali di Sicilia, Calabria e Puglia, con possibile successiva estensione all'alta Italia. Lo rende noto l'ufficio stampa delle Ferrovie dello Stato. In conseguenza allo stop cautelativo - spiega una nota - potrebbero registrarsi possibili cancellazioni e ritardi in estensione anche in altre regioni.

Sulla base dei dati elaborati dal Centro allerta tsunami (Cat) dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il Dipartimento della Protezione civile intorno alle 3 di questa notte aveva diramato un'allerta per possibili onde di maremoto in arrivo sulle coste italiane in seguito alla scossa di terremoto di magnitudo 7.9 con epicentro tra Turchia e Siria delle ore 2:17. In un comunicato, la Protezione civile "raccomanda di allontanarsi dalle zone costiere, di raggiungere l'area vicina più elevata e di seguire le indicazioni delle autorità locali".

Il capo della Protezione civile siciliana Salvatore Cocina, "in costante contatto con il DPC-Roma, ha avuto notizia che l'altezza di onda misurata in Turchia è molto più piccola del previsto e pari a circa 15 cm. Tuttavia i mareografi misurano successive onde, probabilmente causate da ulteriori scosse. Pertanto l'allarme, pur ridimensionato, permane". "Il Dipartimento regionale della PC, tramite sala operativa e i dirigenti provinciali, ha attivato il sistema regionale ed è in contatto con le prefetture dell'isola e con i Sindaci dei comuni costieri- si legge in una nota - L'onda arriverà prima sulla costa ionica da Eolie, Messina a Portopalo raggiungerà tutte le coste dell'isola". Ai sindaci è stato raccomandato di attivare le procedure dei piani di PC, di avvisare la popolazione posta nei litorali bassi e nelle zone portuali per eventuale allontanamento. La Protezione civile ha avvisato il presidente Schifani che si trova a Catania e segue l'evolversi della situazione.

Cosa è lo tsunami 

"Il maremoto - spiega la nota della Protezione civile - consiste in una serie di onde marine prodotte dal rapido spostamento di una grande massa d'acqua. L'allerta indica la possibilità di un pericolo reale per le persone che si trovano vicino alla costa, specialmente se in zone poco alte, o addirittura più basse, rispetto al livello del mare. Anche un'onda di solo 0,5 metri di altezza - viene sottolineato nel comunicato - può generare pericolose inondazioni e fortissime correnti". "Il Dipartimento della Protezione civile, in raccordo con l'Ingv, l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e le strutture del Servizio nazionale di protezione civile (Snpc), continuerà a fornire tutti gli aggiornamenti disponibili sull'evoluzione dell'evento", conclude la nota.

Cosa fare durante il maremoto 

Se sei in una spiaggia o in una zona costiera allontanati e raggiungi rapidamente l'area più elevata (per esempio una collina o i piani alti di un edificio). Avverti le persone intorno a te del pericolo imminente. Corri seguendo la via di fuga più rapida. Non usare l'automobile, potrebbe diventare una trappola. 

Se sei in mare potresti non accorgerti dei fenomeni che accompagnano l'arrivo di un maremoto, per questo è importante ascoltare sempre i comunicati radio. Se sei in barca e hai avuto notizia di un terremoto sulla costa o in mare, portati al largo. Se sei in porto abbandona la barca e mettiti al sicuro in un posto elevato. 

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