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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

“Non dimentichiamo di essere Capaci”,  flash mob alla passeggiata a mare per non dimenticare

A quasi trent’anni dall’attentato politico-mafioso che ha segnato tragicamente la storia d’Italia, troppi inquietanti dubbi sulle modalità di progettazione ed esecuzione, sull’entità dei veri mandanti, continuano a minare la fiducia dei cittadini nello Stato, lasciando una ferita ancora aperta

“Non dimentichiamo di essere Capaci”,  è il titolo del Flash Mob tenuto dai “Grilli dello Stretto” domenica alle 17.58, presso la passeggiata a mare. “Un'occasione - spiegano gli attivisti - per continuare a riflettere sul valore del ricordo delle vite sacrificate per la giustizia e la legalità, chiedendosi cosa significhi oggi non essere solo formalmente riconoscenti, ma concretamente custodi del loro lascito”.

“Preservare il valore morale delle vittime di mafia - continuano - non è certamente essere comparse, ma protagonisti della nostra vita, persone capaci di agire distinguendo il giusto dall’ingiusto, il bene dal male, in ogni ambito, nei rapporti familiari e sociali, nel lavoro, nella politica”.

1992, sabato 23 Maggio ore 17.58, sull’autostrada A29 nei pressi dello svincolo di Capaci, a pochi chilometri da Palermo, una devastante esplosione, rilevata dall’Istituto di geofisica, segna tragicamente la storia d’Italia.

“2021, nel suggestivo scenario della passeggiata – raccontano - il sottofondo del mare accompagna le voci delle prime frenetiche comunicazioni della centrale operativa della Polizia di Palermo, fino alla conferma della terribile notizia. Gli agenti Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, il giudice Giovanni Falcone e la moglie magistrato Francesca Morvillo, sono vittime di un attentato che non ha precedenti, un altro buco nero che si aggiunge ai tanti altri della storia repubblicana. Ma i nostri eroi sono con noi, come raffigurano le cinque sagome in terra, mentre riascoltiamo le parole senza tempo di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Spiegano la coscienza del coraggio, il senso del dovere, il rispetto nelle Istituzioni, malgrado i tradimenti, la delegittimazione e l’isolamento. Richiamano a responsabilità ciascuno di noi, gridano ancora verità. A quasi trent’anni dall’attentato politico-mafioso che ha segnato tragicamente la storia d’Italia, troppi inquietanti dubbi sulle modalità di progettazione ed esecuzione, sull’entità dei veri mandanti, continuano a minare la fiducia dei cittadini nello Stato, lasciando una ferita ancora aperta”.

"Per questo - proseguono - è necessario fare piena luce sulla strategia stragista degli anni novanta, senza sottovalutare la mutazione della presenza mafiosa in una silenziosa e sempre più nebulosa area grigia. Le difficoltà economiche di molte imprese, gli ingenti investimenti del Recovery Plan, possono, purtroppo, costituire nuove opportunità per la criminalità organizzata.

“Alla struggente poesia di Alda Merini – concludono gli organizzatori dell'evento - è affidato il senso del nostro ricordo. Un grido di rabbia e di dolore, ma pieno di consapevolezza.”

Per Giovanni Falcone

La mafia sbanda,
la mafia scolora
la mafia scommette,
la mafia giura
che l’esistenza non esiste,
che la cultura non c’è,
che l’uomo non è amico dell’uomo.
La mafia è il cavallo nero
dell’apocalisse che porta in sella
un relitto mortale,
la mafia accusa i suoi morti.
La mafia li commemora
con ciclopici funerali:
così è stato per te, Giovanni,
trasportato a braccia da quelli
che ti avevano ucciso.

Alda Merini

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