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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

La presidente Anm, Laura Romeo: “Falcone riferimento per noi magistrati, ci ha lasciato un metodo di lavoro”

Il ricordo all'Università nel 29esimo anniversario della strage di Capaci. L'analisi del sostituto di Patti, Andrea Apollonio: “Era diventato un ostacolo politico e mediatico e la goccia che fece traboccare il vaso fu il suo trasferimento a Roma che rischiava di produrre effetti letali per la sopravvivenza di Cosa nostra”

Alla vigilia del 29° anniversario della strage di Capaci e in ricordo di tutte le vittime di mafia, l’Aula Magna del Rettorato ha ospitato l’evento “Genesi di una strage”, organizzato dall’Università  in collaborazione con l’Associazione Nazionale Magistrati di Messina.

All’incontro, oltre ai prorettori e al direttore generale dell’Ateneo, erano presenti il prefetto di Messina, Cosima di Stasi e numerose autorità civili e militari. Dopo i saluti del rettore Salvatore Cuzzocrea, di Laura Romeo, presidente Associazione Nazionale Magistrati, sezione Messina e del presidente dell’Ordine degli avvocati  Domenico Santoro, sono intervenuti il sostituto procuratore di Patti, Andrea Apollonio, l’avvocato Giuseppe Magrofuoco, Rossella Merlino (Marie Sklodowska Curie Research Fellow – UniMe) e la studentessa UniMe, Laura Spinuzza.

“Per l’evento di oggi – ha sottolineato il rettore - abbiamo scelto questo titolo insieme ai prorettori Giovanni Moschella e Luigi Chiara, proprio perchè volevamo che i relatori spiegassero i motivi che hanno portato a questa strage. L’università e la scuola formano i giovani e vogliamo che comprendano anche i motivi storici che hanno generato le stragi di Capaci e di Via d’Amelio. Come diceva Borsellino, i magistrati possono fare solo poche cose contro la mafia, spetta infatti alle scuole e all’università formare e fare comprendere ai giovani che bisogna lottare contro il metodo mafioso e non solo contro la mafia”.

“Falcone è un punto di riferimento per tutti noi magistrati – ha detto Laura Romeo – e ci ha lasciato un metodo di lavoro innovativo, moderno e dinamico:  è con Falcone e Borsellino, infatti, che nascono la lotta alla mafia, la Procura nazionale e le direzioni distrettuali antimafia”.

“Il fenomeno mafioso è miseramente umano e come tale ha avuto un inizio e avrà una fine – ha detto Andrea Apollonio. I mafiosi sono abituati e anche rassegnati alle indagini della magistratura, quindi perchè doveva morire proprio Falcone? Sapevano bene che dopo lui sarebbero arrivati altri giudici. Il perchè lo spiega Brusca dopo il suo arresto - ha continuato il sostituto procuratore –  Falcone era diventato un ostacolo politico e mediatico e la goccia che fece traboccare il vaso fu il suo trasferimento a Roma che rischiava di produrre effetti letali per la sopravvivenza di Cosa nostra”.

L’Ateneo peloritano ha aderito, inoltre, all’invito della Fondazione Falcone che prevede l’esposizione di un lenzuolo contro la mafia sulla facciata delle Università e delle istituzioni italiane.

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