rotate-mobile
Cronaca

Palazzo di giustizia, Santoro: “Non attendiamo l'ennesima tragedia annunciata”

L'appassionato intervento del presidente dell'Ordine degli avvocati all'inaugurazione dell'anno giudiziario 2020. In primo piano le carenze degli uffici e la richiesta di un procedimento disciplinare nei confronti del magistrato Davigo

Un duro attacco contro la mancata realizzazione del Palazzo di giustizia satellite, il rammarico per non essere riusciti ad arrestare “l’aberrante decisione di abolire la prescrizione” e la richiesta di un procedimento disciplinare nei confronti del magistrato Piercamillo Davigo considerate lesive dell’Avvocatura.

Sono gli argomenti cardine del presidente dell’Ordine degli avvocati di Messina, Domenico Santoro, all’inaugurazione dell’anno giudiziario.

Gli avvocati hanno tolto infatti la toga durante l’intervento del rappresentante del Ministro “in segno di protesta e di dissenso nei confronti di chi non ascolta la voce dell’avvocatura sulla riforma che ha inciso sul decorso del termine di prescrizione del reato”.

Un intervento appassionato quello di Domenico Santoro che non ha tralasciato – tra i tanti gap del sistema giustizia - anche qualche aspetto positivo come l’intervento del legislatore che, recependo le istanze inoltrate ed avanzate nel corso degli anni, ha stabilito, il diritto a ricevere, per lo svolgimento della attività professionale, ed a titolo di corrispettivo, un “equo compenso”.

Ecco alcuni passaggi chiave del discorso che si è aperto richiamando alla nostra memoria gli Avvocati del Distretto morti nell’anno 2019 e che hanno dato lustro al ceto forense.

Edilizia Giudiziaria

“Sulla mancata realizzazione del Palazzo di giustizia satellite e sullo svolgimento della quotidiana attività giudiziaria in locali inagibili, inadatti e pericolosi, non possiamo lasciare inascoltato il grido d’allarme che ogni anno viene ripetuto e che, anche oggi, è stato lanciato dai vertici della Magistratura Messinese.

Aggiungiamo che l’Avvocatura e la città di Messina non sono più disposti ad attendere. Rivolgiamo, per l’effetto, un preciso atto di accusa e chiediamo l’assunzione di precise responsabilità in capo al Ministro di Giustizia ed alla rappresentanza politica.

A Voi tutti dico, quindi, che non si può – e non si deve – più consentire l’esercizio dell’attività giudiziaria nei locali seminterrati di “Palazzo Piacentini” e nelle innumerevoli sedi inadeguate e pericolose, in cui – con costi milionari – sono allocati gli Uffici.

Chiediamo al Ministro che si adoperi, senza indugio e con ogni mezzo, per eliminare lo stato di pericolo e realizzare immediatamente quanto necessario. E che nessuno abbia il pudore di dire che si sta per addivenire ad una definizione condivisa tra Ministero della Difesa, Ministero della Giustizia, Agenzia del Territorio e Amministrazione locale, di cui al famoso protocollo e conseguente addendum. L’attività, se mai vi è stata, è ferma da oltre tre anni senza l’attuazione di alcuno dei cronoprogrammi annunciati. Dobbiamo forse attendere che si compia l’ennesima tragedia annunciata? Sinceramente, mi auguro di no!

Prescrizione

Devo, inoltre, rivolgere ai rappresentanti di tutte le forze politiche il rammarico di non essere stati in grado di arrestare l’aberrante decisione di abolire la prescrizione, istituto posto a cardine dello stato di diritto. Non avete voluto, o saputo, recepire l’eminente voce di molti magistrati e della migliore dottrina, che hanno messo in luce come l’abolizione della prescrizione violi, palesemente e ripetutamente, il dettato costituzionale.

Appare appropriata, dunque, l’iniziativa referendaria avviata dall’organismo politico dell’Avvocatura, che si è posto l’obiettivo di ricondurre il processo nell’alveo delle regole certe e di cancellare con un energico colpo di spugna l’ibrido processo senza fine, incapace ed inidoneo a porre rimedio ai problemi dell’eccessiva durata del giudizio. Ampliamento degli organici di Magistratura e del personale di cancelleria, con l’apporto di maggiori risorse al Ministero della Giustizia: queste sì che sarebbero una risposta concreta alla sete di giustizia che rivendica la Società tutta.

Sulle esternazioni di qualche Magistrato

“Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Messina, nella seduta del 15 gennaio 2020, all’unanimità, ha deliberato di esporre il comportamento e le esternazioni di un ben noto Magistrato ed ha invitato il Procuratore Generale presso la Suprema Corte di Cassazione e il Presidente del C.S.M. a valutare l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del dott. Piercamillo Davigo. Il Consiglio e l’Avvocatura tutta sono stanchi di assistere alla pubblicazione e divulgazione di notizie di stampa relative ad interviste rilasciate da qualche esponente della Magistratura in ordine a problematiche relative alla riforma della Giustizia”.

Il ruolo degli avvocati

Affermava Piero Calamadrei: «in realtà l'avvocatura risponde, anche nello Stato autoritario, a un interesse essenzialmente pubblico altrettanto importante quanto quello cui risponde la magistratura: giudici e avvocati sono ugualmente organi della giustizia, sono servitori ugualmente fedeli dello Stato, che affida loro due momenti inseparabili della stessa funzione». Così concludeva: «qualsiasi perfezionamento delle leggi processuali rimarrebbe lettera morta, là dove, tra i giudici e gli avvocati, non fosse sentita, come legge fondamentale della fisiologia giudiziaria, la inesorabile complementarità, ritmica come il doppio battito del cuore, delle loro funzioni» (cfr. “Elogio dei giudici scritto da un avvocato”).

Voglio richiamare la ben nota affermazione di S. E. il prof. Antonio La Torre che ritiene l’Avvocatura e la Magistratura due facce della stessa medaglia Giustizia. La necessaria condivisione della missione di giustizia e della cultura della giurisdizione da parte della magistratura e dell'avvocatura, nel reciproco riconoscimento dei rispettivi ruoli e funzioni, rafforza l'indipendenza rispetto al potere politico, ne accresce l'autorevolezza ed il prestigio nella società, contribuisce a migliorare ed a valorizzare la stessa efficienza del sistema giustizia, come più volte ha ribadito anche il Presidente della Repubblica, On. Sergio Mattarella.

Per quanto sin qui detto, l’Avvocatura del nostro Distretto, con le sue istituzioni, afferma con forza l’importanza del ruolo della difesa nella giurisdizione. Ruolo che deve essere sempre esercitato con autorevolezza, libertà e indipendenza, nell’interesse della comunità. Siamo sentinelle della tutela dei diritti e concorriamo alla attuazione dei principi fondamentali che connotano la nostra Costituzione, disegnando la forma della nostra democrazia.

Ringraziamenti al Consiglio dell’Ordine degli avvocati

L’Avvocatura oggi si affaccia agli anni venti del nuovo millennio, in un momento molto delicato. La crisi economica, le evidenziate carenze politiche in campo legislativo e in particolare il mancato adeguamento del diritto sostanziale che costantemente si evolve in uno con la società, la mancata indicazione di regole funzionali e certe del processo, ci inducono ad assumere un maggiore impegno nell’attività istituzionale a cui siamo stati chiamati.

Aggiungo che, a mio parere, le nuove regole relative al divieto di doppio mandato per il COA, hanno determinato una nuova stagione anche per l’avvocatura messinese, privata del contributo di Colleghi esperti e che per anni avevano sostenuto con capacità, dignità ed impegno le sorti del Consiglio territoriale. Le nuove regole che tendono al raggiungimento di una più ampia partecipazione ed al coinvolgimento anche delle minoranze, forse avrebbero meritato una breve stagione transitoria, per raggiungere con equilibrio gli importanti obbiettivi prefissati.

Ma l’Avvocatura messinese non deve dolersene; per fortuna alcuni dei più esperti colleghi hanno ottenuto prestigiosi incarichi, in virtù della loro esperienza, capacità e dedizione alla causa forense, ed oggi ci rappresentano innanzi gli Organismi istituzionali, politici, previdenziali, in molte commissioni nazionali, riscuotendo i meritati riconoscimenti per l’attività che continuano a svolgere per l’Avvocatura tutta e che rendono il nostro Consiglio orgoglioso.

Oggi siamo qui anche noi pronti a condurre in porto l’incarico affidato.

Devo ringraziare tutte le associazioni che al fianco del Consiglio hanno sempre offerto, e oggi ancora di più, un valido contributo nell’attività fondamentale di formazione dell’Avvocatura.

Ma lasciate che ringrazi tutti i Consiglieri per l’impegno giornaliero profuso, per la dedizione e le costanti attività che svolgono a servizio dell’Avvocatura, spesso anche a discapito della propria attività professionale e della vita familiare.

Il Consiglio ha valutato ed intrapreso tutte quelle attività che in passato hanno avuto una diversa connotazione e che hanno comportato e comporteranno ancor più in futuro un diverso impegno e una diversa regolamentazione sull’onda delle nuove dinamiche su cui oggi si dipana l’attività dell’avvocatura.

Sono particolarmente lieto di dare il benvenuto al Comitato Pari Opportunità che si affaccia, in uno con il nostro Ordine, a tutela e garanzia di tutte le minoranze e per raggiungere concretamente la parità nell’accesso, nella formazione e nella qualificazione professionale. Ha inoltre assunto l’impegno di prevenire e rimuovere comportamenti discriminatori legati al genere o ad altre ragioni tra i nostri iscritti all’Albo.

Grazie per quello che state facendo e buon lavoro.

La toga tolta dagli avvocati in segno di protesta

Toga tolta per protesta-3

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Palazzo di giustizia, Santoro: “Non attendiamo l'ennesima tragedia annunciata”

MessinaToday è in caricamento