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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Barcellona Pozzo di Gotto

Barcellona Pozzo di Gotto, anziane rapinate in casa: arrestato un ragazzo

Angelo D'Amico, 22 anni, è accusato di aver aggredito e sottratto denaro e gioielli a due signore. I carabinieri lo hanno rintracciato in provincia di Enna. E' caccia ai due complici

Arrivano ad una svolta le indagini sulle rapine in casa ai danni di due vecchiette, impaurite e rapinate di denaro e monili d’oro a Barcellona Pozzo di Gotto. Un barcellonese di 22 anni, Angelo D’Amico è stato arrestato con l’accusa di essere uno dei responsabili  di due rapine messe a segno ai danni di un’anziana di ottantanove anni e una rapina con successivo tentativo di estorsione, compiuta ai danni di una signora di novantadue anni.Le rapine sono state messe a segno ad un giorno di distanza l’uno dall’altro. Tre i rapinatori che sono entrati in azione in pieno giorno ed a volto scoperto terrorrizzando le due signore. I carabinieri hanno chiuso il cerchio sul giovane barcellonese mentre gli altri due complici per il momento sono rimasti ignoti,

Il giovane è stato rintracciato in provincia di Enna dai carabinieri del comando provinciale di Messina e da quelli del comando provinciale di Enna, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Barcellona P.G. su richiesta dellaProcura guidata dal procuratore Emanuele Crescentii. Il provvedimento  scaturisce da un'indagine, sviluppata tra marzo, aprile e maggio di quest’anno dal nucleo operativo e radiomobile - sezione operativa della Compagnia  di Barcellona Pozzo di Gotto, coordinata dal sostituto procuratore Alessandro Liprino, che ha consentito di documentare, tre episodi delittuosi avvenuti in casa delle due anziane barcellonesi  che vivevano da sole.

Il primo episodio riguarda la rapina ai danni di un'anziana aggredita in casa, terrorizzata e rapinata. Dopo aver bussato con forza sulla porta dell’abitazione, per farsi aprire dall’anziana sola in casa erano riusciti ad entrare in casa e immobilizzare la donna. Il giovane-come ricostruito dai carabinieri-, dopo averle stretto una mano sulla bocca per impedirle di gridare e chiedere aiuto, le avrebbe sfilato con forza la fede nuziale dal dito, mentre i complici rovistavano in casa impossessandosi di 250 euro in contanti e monili d’oro.

La signora in quella occasione non aveva chiamato i soccorsi, ma il giorno successivo i tre rapinatori sono tornati nell’abitazione, rompendo il vetro di una porta finestra e davanti alla donna, ancora impaurita  per quanto accaduto il giorno precedente, portavano via altri 450 euro in contanti.

Le indagini svolte a seguito della denuncia dell’anziana permettevano di individuare fin dall’inizio il giovane. Durante le indagini, inoltre, veniva accertato che aveva messo a segno un’ulteriore rapina nei confronti di un’altra anziana novantaduenne, anche lei era sola in casa, alla quale doveva consegnare della merce. In particolare, dopo essere entrato in casa ed aver posato i prodotti sul tavolo, avrebbe infilato una busta di plastica sulla testa della donna e, stringendo con forza, la trascinava in camera da letto dove la scaraventava sul letto mettendole un cuscino sul volto per impedirle di urlare.Dopo averle intimato di consegnare il denaro si impossessava di alcuni monili in oro del valore di circa 3000 euro e le ordinava di consegnargli quel pomeriggio la somma contante di 10.000 euro. La donna riusciva a farlo allontanare dicendogli che da lì a poco sarebbe intervenuto il suo medico con cui aveva un appuntamento e che questi sarebbe potuto entrare in qualsiasi momento.

I militari, dopo aver identificato la vittima ricostruivano l’episodio anche attraverso i racconti di testimoni ed attività tecniche acquisendo un grave quadro indiziario a carico del giovane che dopo quest’ultimo episodio si rifugiava in provincia di Enna.

I carabinieri stanno proseguendo le indagini per individuare complici e stanno verificando il coinvolgimento del giovane anche in altri fatti  avvenuti negli ultimi mesi. Gli investigatori invitano le eventuali vittime di analoghi episodi a rivolgersi presso la stazione carabinieri più vicina per sporgere denuncia poiché, come dimostrato in questo caso, una sollecita denuncia consente agli organi dello Stato di fornire una rapida ed efficace risposta.

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