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VIDEO | Blitz antidroga nella “Scampia” di Messina, le palazzine del crimine con videosorveglianza e passaparola tra condomini

L'operazione “Market Place” che ha portato a 52 arresti. I “punti vendita” collocati negli appartamenti gestiti da vari associati e utilizzati sia per lo smercio al dettaglio ai tossicodipendenti, sia come base per la distribuzione degli stupefacenti a molti pushers. L’attività h24

A testimoniare l’imponenza dell’organizzazione criminale è la definizione data da un collaboratore di giustizia: “la Scampia di Messina”. E' quella sgominata oggi con l’operazione, denominata “Market Place”,  epilogo delle più recenti indagini condotte dalla Squadra Mobile e coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Messina, su un’ampia e pericolosissima struttura delinquenziale, formata da più cellule, dedita al traffico di sostanze stupefacenti e per lo più operante nel quartiere popolare cittadino di “Giostra”.

52 le misure cautelari (26 in carcere, 13 ai domiciliari e 13 con obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria) emesse a carico di altrettante persone ed al sequestro di beni mobili, immobili ed altre utilità economiche.  

Operazione Market place, tutti i nomi degli arresti

La struttura criminale era articolata in molti di “punti vendita” collocati nelle diverse palazzine di un complesso, gestiti da vari associati e utilizzati sia per lo smercio al dettaglio ai tossicodipendenti, sia come base per la distribuzione degli stupefacenti ad a molti pushers, di regola anch’essi clienti, che provvedevano a loro volta allo spaccio al minuto per autofinanziarsi, contribuendo a incrementare così il mercato del sodalizio. All’interno di ciascun appartamento preposto alla rivendita e gestito da uno dei sodali (di regola un membro dell’assetto familiare interessato) la collaborazione del nucleo familiare, spesso allargato, consentiva il protrarsi dell’attività giorno e notte, senza soluzione di continuità.

Il complesso popolare era strutturato come una vera e propria roccaforte munita di impianti di videosorveglianza che controllavano gli accessi permettendo, mediante schermi collocati all’interno delle abitazioni, la tempestiva constatazione della presenza delle forze dell’ordine. Inoltre, ad integrare i sistemi tecnologici di rilevazione di presenze “indesiderate”, veniva utilizzato il metodo del “passaparola”, sia tra i “condomini” che tramite i clienti pronti ad avvisare gli spacciatori di eventuali controlli in corso nonché quello delle vedette. L’associazione poteva, avvalersi di un’ampia rete di fornitori indispensabile per garantire il costante flusso di sostanza stupefacente di varie tipologie (cocaina, marijuana, hashish, skunk), che consentiva di far fronte ad un’incessante domanda d’acquisto.

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