Blitz per la mafia dei Nebrodi, Coldiretti: "Sottratti agli imprenditori onesti oltre 5,5 milioni di euro"
La confederazione dei coltivatori interviene dopo gli arresti per truffa all'Unione Europea. "Una delle aree più vocate per produzioni di grande pregio e patrimonio paesaggistico, strozzata da attività criminali"
"I fondi europei devono andare ai veri agricoltori. Ai giovani che vogliono rimanere e investire in quest’Isola, agli imprenditori onesti di questa Regione". E’ il commento di Coldiretti Sicilia al blitz dei carabinieri e della Guardia di Finanza di Messina nell’ambito di un’indagine della direzione distrettuale antimafia coordinata dal procuratore Maurizio de Lucia, che stamani ha portato all’arresto di 94 persone ritenute responsabili di vari reati tra cui falso ideologico commesso da pubblico ufficiale e truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche.
Da quanto è emerso dall'inchiesta del Ros e della Finanza gli arrestati avrebbero intascato indebitamente fondi europei per oltre 5,5 milioni di euro, mettendo a segno centinaia di truffe all'Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), l'ente che eroga i finanziamenti stanziati dall'Ue ai produttori agricoli.
"L’area di Nebrodi, una delle più vocate per produzioni di grande pregio e per il patrimonio paesaggistico, era strozzata da attività criminali con forti limitazioni all’imprenditoria – sottolinea ancora Coldiretti Sicilia - . Negli ultimi anni migliaia di giovani hanno scelto di riattivare le aziende dei propri avi ma spesso proprio la criminalità organizzata limita l’attività. E’ proprio l’agricoltura che pone un freno all’emigrazione, piaga che ancora troppo ampia. Restare nell’isola e investire in agricoltura è una scommessa che si vince con maggiori controlli, con infrastrutture e con la ricerca di mercati nazionali e internazionali che valorizzano il Sicilian Sounding. In Italia – commenta ancora Coldiretti - il giro d’affari dell’agromafia ha superato i 24 miliardi di euro, cifra raggiunta anche con furti di attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine".