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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Asacom, in ritardo gli stipendi: "Dipendenti pronti allo sciopero"

I lavoratori impiegati nel servizio di Assistenza all’autonomia e comunicazione ancora in attesa dello stipendio di dicembre e della 13^ mensilità. Cgil in rivolta

I lavoratori impiegati nel servizio di Assistenza all’autonomia e comunicazione ancora in attesa dello stipendio di dicembre e della 13^ mensilità.

"E’ inaccettabile che i lavoratori Asacom impegnati nel servizio di assistenza all’autonomia e comunicazione erogato mediante appalto dalla Città Metropolitana, siano ancora in attesa dello stipendio di dicembre e della tredicesima mensilità. Non possono essere sempre e solo questi operatori, per lo più con contratti a 18 ore settimanali, a vedere calpestati i loro diritti e la loro
dignità professionale". Questo il commento del segretario generale della FP Cgil, Francesco Fucile e della segretaria con delega al terzo settore, Elena De Pasquale di fronte alla vergognosa situazione che sta interessando i dipendenti impiegati come Asacom nelle scuole superiori di Messina e provincia.

"E’ evidente – sottolineano i dirigenti – che esiste un problema nei tempi di rendicontazione e pagamento delle relative fatture da parte dell’ente appaltante al soggetto che
fornisce il servizio, di cui poi sono i lavoratori a pagare il “conto”, proprio loro che invece una retribuzione dovrebbero riceverla. Non è più pensabile andare avanti in questo modo, perché a
risentirne potrebbe essere anche la qualità del servizio, in quanto gli operatore non sono nella condizione di lavorare con serenità. Il costo della vita ha raggiunto prezzi esagerati, il prezzo della benzina tocca le stelle e a breve le persone non sapranno neanche come recarsi a lavoro. Non si può andare avanti con questo continuo “scarica barile” tra Città Metropolitana e cooperativa, il problema c’è, perché diversamente gli stipendi verrebbero pagati con puntualità, per cui è necessario intervenire lì dove si determinano quelle “strozzature” che non consentono di liquidare in tempi celeri. I lavoratori non sono più disposti a stare con le mani in mano e sono pronti ad incrociare le braccia".

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