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Cronaca

Malati di covid, il calvario di Alessia: "Abbandonati in casa con la spazzatura e nessuno viene ad aiutarci"

L'appello per la suocera ottantacinquenne sola a casa dopo la morte del marito. "Mio figlio di nove anni chiuso solo in una stanza mi parla con le videochiamate, dateci notizie del tampone", denuncia la docente

Un'odissea cominciata quasi un mese fa ma destinata a protrarsi ancora per tutto il mese di dicembre. Alessia e il marito risultati positivi al coronavirus a metà novembre sono stati visitati dall'Usca soltanto il 7 dicembre ma ancora non hanno avuto il risultato del tampone e sono costretti a vivere separati in casa dal figlio di 9 anni, negativo al covid, che passa le sue giornate da solo in una stanza. 

Tutto ha avuto inizio il 23 novembre, quando il suocero di Alessia comincia a stare male ed è necessario l'intervento del 118. Prima di trasferirlo in ospedale l'esame del tampone dà esito positivo. Subito si allertano i familiari e, rivolgendosi a laboratori privati, eseguono il test che risulta positivo anche per loro. Comincia così l'isolamento fiduciario per la donna e il marito, due docenti messinesi. "Dopo cinque giorni ad aggravare la situazione anche la morte di mio suocero che ha lasciato sola la moglie - racconta Alessia - La signora ha 85 anni ma nessuno è andato da lei, nemmeno per farle il primo tampone". 

Intanto i due coniugi arrivano anche i sintomi del coronavirus, che curano di concerto con il medico di famiglia, con antibiotico e deltacortene. "Ma l'Usca è venuta a visitarci soltanto lunedì 7 dicembre, e per fare il primo tampone di cui ancora non ci ha comunicato l'esito", racconta ancora Alessia. "Abbiamo chiamato gli uffici dell'Asp e sappiamo che i tamponi sono lì in attesa di essere esaminati ma questo vorrà dire ancora aspettare e nel frattempo vivere in una situazione molto difficile soprattutto senza l'aiuto di nessuno". Ancora lunedì 7 dicembre il marito di Alessia presentava una saturazione bassa e la pressione alta. "La fase acuta è stata comunque la settimana scorsa, adesso ci stiamo riprendendo", racconta la donna. "La cosa peggiore è vedere mio figlio tramite un cellulare, pur abitando nella stessa casa. Sta fortunatamente bene e non presenta alcun sintomo ma non possiamo seguirlo in altro modo", denuncia Alessia. 

Oltre il danno anche la beffa per la famiglia che si è trovata anche ad essere letteralmente invasa dalla spazzatura ritirata due settimane dopo l'inizio della quarantena, e che li ha costretti a vivere circondati dai rifiuti . "Sappiamo che ce ne sono tanti di casi come il nostro ma è inaccettabile sentirsi così abbandonati in questo momento", conclude la donna. 

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