rotate-mobile
Cronaca

Messina ha sempre più bisogno di sangue, una mancanza che costa 2 milioni l'anno

Non bastano le 13mila sacche raccolte tra la città e la provincia, all'appello ne mancano almeno 5mila. Così si è costretti ad importare dalle virtuose Ragusa e Siracusa. Il report della sezione comunale Avis: "Messinesi sempre più responsabili, ma dobbiamo fare di più"

Prima in classifica quando si tratta di dare soldi in beneficenza, molto più indietro invece se si parla di donare il sangue. Due facce di una stessa medaglia chiamata Messina dove annualmente, se si prende in considerazione anche il dato provinciale, mancano all'appello circa 5mila sacche di sangue. Questo il dato da cui parte l'Avis, prossima a tracciare un bilancio a pochi mesi dalla fine del 2021. "Il territorio peloritano - spiega il presidente Salvo Rotondo - ha un fabbisogno verificato di 13mila sacche, al momento se ne raccolgono 9mila. Una mancanza che ci obbliga a richiederle altrove con un costo per il sistema sanitario regionale che arriva fino a due milioni di euro. Un terzo della raccolta è garantito dalla nostra sezione comunale che opera in via Ghibellina. Non posso quindi che lanciare un nuovo appello alla cittadinanza visto l'evidente bisogno con cui facciamo i conti ogni giorno. Donare fa bene soprattutto se si hanno determinate patologie, ci poniamo l'obiettivo di aumentare la raccolta ad almeno trenta sacche per raggiungere il fabbisogno giornaliero".

In Sicilia, le province più virtuose in tal senso sono quelle di Ragusa e Siracusa. A questi territori Messina è costretta spesso a rivolgersi per fronteggiare emergenze o mantenere costante l'assitenza medica ai malati cronici. "Una sacca scade dopo poco più di un mese - precisa Rotondo - ecco perchè è necessario far capire ai cittadini l'importanza della donazione. Nel 2021 abbiamo registrato una crescita e i dati in proiezione ci fanno guardare con ottimismo il futuro". La città sta iniziando a capire e presto il gap culturale che per anni ha limitato le donazioni si andrà a colmare. Eppure i messinesi non si sono mai tirati indietro quando si tratta di aiutare chi ha più bisogno. Da questa riflessione parte Francesco Previte, adesso vicepresidente dopo anni alla guida della sezione comunale Avis. "La nostra città è prima in classifica nelle donazioni Telethon quindi non ci manca certamente la sensibilità verso i bisognosi, ma la città spesso è distratta e ciò si evince anche dalla poca attenzione verso le regole. Ecco perchè continuamo a lavorare con i giovani tramite progetti che partono direttamente dai più piccoli perchè il sangue non deve fare paura. Non possiamo continuare a dipendere da altri, forse non tutti si rendono conto che se manca il sangue il chirurgo non può operare, in situazioni critiche il paziente rischia la morte".

Avis Messina ha tenuto le porte aperte anche durante le fasi più delicate dalla pandemia. E il Covid, nonostante le evidenti limitazioni, non ha fermato la macchina. "Siamo riusciti a superare lo scoglio - conferma il presidente Rotondo - nei primi mesi di lockdown abbiamo anche avuto un aumento delle donazioni perchè in tanti si sono mostrati molto disponibili percependo la fase di emergenza con cui eravamo costretti a convivere. Sono venute meno le attività con scuole, università e uffici, ma Messina ha dimostrato responsabilità e il Policlinico in quel periodo non ha avuto neanche l'esigenza di importare sangue da altre province".

La sede di via Ghibellina si sta lentamente trasformando in un vero e proprio poliambulatorio. "Mettiamo a disposizione - spiega Salvatore Rotondo -  medici e operatori sanitari che volontariamente prestano servizio in Avis. Andiamo ben oltre la donazione con un'assitenza che vede anche esami e visite specialistiche che il donatore può sostenere beneficiando dell'esenzione del ticket. Abbiamo anche una sala per le ecografie e le visite cardiologiche. Il donatore insieme ai suoi familiari possono essere seguiti con un approccio pluridisciplinare. E ciò ha molta importanza in un momento storico dove assistiamo alla chiusura delle strutture sanitarie e all'allungamento dei tempi di attesa. A ciò si aggiunge anche la cronica carenza di personale tra medici e operatori sanitari che penalizza anche il nostro operato".

Avis Messina, di cui è segretario Nico Pandolfino, ha un costante dialogo con gli ospedali della città. "Si può donare fino alle 11, poi un nostro incaricato trasporta le sacche al centro trasfusionale del Policlinico. Ma è in corso di definizione una convenzione con l'ospedale Papardo per allargare la nostra rete ed essere sempre più pronti alle esigenze. Dietro un gesto così semplice e bello come donare il sangue, c'è una macchina organizzativa fatta di professionisti che ogni giorno assicurano le loro competenze per un fine nobile che deve renderci orgogliosi".

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Messina ha sempre più bisogno di sangue, una mancanza che costa 2 milioni l'anno

MessinaToday è in caricamento