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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Furti, rapine e violenze in un centro d'accoglienza: nei guai sei minorenni

La polizia ha sgominato la baby gang che per mesi ha seminato il terrore in una struttura per migranti. Ricerche il corso del settimo componente della banda tutt'ora irreperibile

Per due mesi hanno seminato il terrore in un centro d'accoglienza per migranti, rendendosi protagonisti di furti, rapine e violenze. Si tratta di sei  ragazzi di nazionalità tunisina adesso fermati dalla polizia al termine delle indagini mentre il settimo componente della vera e propria baby gang risulta al momento ricercato.  I fatti si sono verificati tra  il dicembre 2020 e lo scorso gennaio. Sono tutti, a vario titolo, ritenuti responsabili dei reati di  furto aggravato, rapina aggravata, violenza privata e lesioni personali.

Nello specifico, i poliziotti hanno accertato due episodi di rapina, una tentata, l’altra consumata, ai danni di altri ospiti della struttura socio educativa e di una vera e propria aggressione nei confronti di chi, all’interno della medesima struttura, voleva denunciare i responsabili

Nel pomeriggio dell’8 gennaio  i componenti della banda, in gruppo e con violenza, costringevano la vittima a consegnare loro una banconota da 20 euro; stesso canovaccio per la tentata rapina della notte del 12 gennaio quando i responsabili, puntando alla gola della vittima un coltello e colpendola ripetutamente, tentavano di derubarlo. Il giorno dopo, gli stessi aggredivano chi voleva denunciare quanto accaduto causando loro lesioni giudicate guaribili rispettivamente in giorni 10 e 6.

Il complessivo lavoro di accertamento e approfondimento ha quindi confermato condotte gravemente prevaricatrici e predatorie nonché una significativa capacità a delinquere. Dalle indagini è inoltre emerso un ulteriore episodio precedente a quelli sopra descritti che vede i rei responsabili di furto presso un supermercato cittadino. A ciò si aggiunga che i destinatari di misura cautelare, durante i trasferimenti presso altre strutture resisi necessari successivamente allo svolgersi dei fatti, hanno dato vita a vive forme di protesta, violente  e convulse e a tentativi di fuga, nonché ad atti di autolesionismo.

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