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Cronaca

Unione inquilini: “Emergenza casa per oltre mille famiglie ma Comune e Iacp non hanno contezza del loro patrimonio”

Chiesto il censimento dei Beni confiscati alla mafia e delle categorie vulnerabili che vivono all’interno delle baracche per stabilire le priorità

Beni confiscati alla mafia e censimento delle categorie vulnerabili che vivono all’interno delle baracche.

E’ il nuovo fronte dell’Unione inquilini pronto a fare battaglia per fare chiarezza su due temi fondamentali se si vuole affrontare definitivamente il dramma dell’emergenza abitativa.

“Da due anni aspetto dall’assessore Calafiore un censimento sulle categorie vulnerabili che vivono all’interno delle baracche – spiega Clelia Marano -  donne sole con minori, anziani, malati. C’è un censimento? Perchè sono i primi per legge a dover uscire dalle baracche. Occorre assolutamente avere un quadro chiaro, che l’Asp non è stata in grado di produrre, così come emerso già lo scorso anno durante l’audizione in commissione ambiente alla Camera dell’Unione inquilini”.

Intanto, si teme una nuova ondata di disagi legata al riavvio delle esecuzioni a partire dal prossimo anno. “Troppe famiglie, avverte Marano, non saranno in condizione di affrontare. Solo questa estate siamo riusciti a svuotar le scuole occupate e non vorremmo in nessun modo si riproponessero quelle situazioni di disagio”.

Intanto l’Unione inquilini chiede di aggiornare elenco pubblico disponibile degli immobili confiscati alla criminalità organizzata e assegnati al Comune. L’ultimo è datato febbraio 2017.

“Ci chiediamo come mai, dopo 4 anni – si legge in una nota del segretario Gianmarco Sposito - non sia stato ancora aggiornato l’elenco degli immobili confiscati alla mafia che sono stati trasferiti al Comune di Messina. Ci chiediamo che effetti abbia sortito la conferenza di servizi tenutasi in Prefettura esattamente due anni fa tra il direttore dell’Agenzia nazionale dei beni sequestrati e confiscati (ANBSC) Bruno Frattasi, l’ex prefetta di Messina dr.ssa Maria Carmela Librizzi, il procuratore distrettuale Antimafia Maurizio De Lucia ed il Comune che, proprio nel corso di quella riunione, manifestò l’interesse di acquisire immobili confiscati da destinare a finalità sociali: unità immobiliari abitative, terreni, magazzini e depositi…”.

L’Unione inquilini ricorda che l’art 21 del Regolamento Comunale “Attuazione di politiche antimafia. Misure di contrasto alla corruzione, al gioco d’azzardo, al racket e sostegno alle imprese che denunciano” –approvato con Delibera di Consiglio Comunale n.60/C del 21 Novembre 2017, prevede l’istituzione di un “Osservatorio Comunale Antimafia” con la funzione di monitorare annualmente l’elenco delle attività e dei beni sequestrati e confiscati presenti sul territorio comunale.

“Pertanto chiediamo a questa Giunta se non abbia ancora provveduto con propria delibera all’istituzione dell’Osservatorio – continua la nota - Vorremmo capire quanti sono gli immobili attualmente nella disponibilità del Comune di Messina, se sono in ottimo stato di conservazione, oppure se necessitano di attività di riqualificazione. Siamo seriamente preoccupati dal fatto che la precarietà abitativa a Messina tenderà ad aumentare già dal prossimo anno con il riavvio delle esecuzioni; molte famiglie non potranno più pagare l’affitto rischiando lo sfratto. In più, ancora tante famiglie collocate nelle prime 27 posizioni in graduatoria ERP aspettano esasperate dal 2018 l’assegnazione dell’alloggio popolare. La motivazione puntualmente addotta dall’Assessorato è la mancanza di alloggi disponibili. Sia il Comune, sia lo Iacp – continua il segretario Sposito - non hanno contezza del proprio patrimonio. Manca un piano strategico per valorizzare (anche attraverso la riqualificazione, la rigenerazione, il recupero) gli alloggi per tanti messinesi che necessitano di un alloggio popolare perché non riescono a reggere economicamente sul mercato privato delle locazioni. Emergono indubbiamente carenze amministrative e l’inadeguatezza, l’insufficienza delle politiche abitative locali che servono per una città fortemente depressa economicamente come Messina con almeno mille nuclei familiari (al netto degli inquilini in baracca) che vivono una forte sofferenza economica, sociale e abitativa. Servono alloggi pubblici: ci sembra a questo punto fondamentale chiedere se gli immobili confiscati e acquisiti dal Comune siano stati tutti assegnati.

Nel Pnrr - missione 5 inclusione e coesione m5c3 - interventi speciali per la coesione territoriale (Investimento 1.2 Valorizzazione beni confiscati alle mafie), si prevede un programma straordinario di interventi, pari a 300 milioni di euro, per valorizzare una parte di questi beni e per potenziare dell’Edilizia Sociale – conclude l’Unione inquilini - Questa potrebbe essere un’occasione per riqualificare, senza oneri per le casse comunali, alloggi da destinare ai precari della casa”.

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