Bimbi costretti a dormire in una brandina, sanità allo sfascio nella zona tirrenica: "Non ci sono i reparti e non c'è il personale"
Si sta facendo sempre più preoccupante la situazione nei presidi ospedalieri di Patti, Milazzo e Barcellona Pozzo di Gotto. Ultimo comune, questo, che ormai non viene nemmeno considerato quando si parla di necessità ospedaliere ma dove proprio in questi giorni si sta muovendo qualcosa per garantire la riapertura del nosocomio barcellonese.
Ma, intanto, la carenza di posti letto e di personale medico sanitario fanno si che pazienti vengano sballottati da un ospedale all’altro, quando va bene, altrimenti ridotti a dormire in dei lettini da ambulatorio, proprio come è successo ad una mamma di Gioiosa Marea con il suo bambino ammalato di appena 2 anni i quali, viste le condizioni gravi e la carenza di posti per il ricovero fra Milazzo e Sant’Agata di Militello, sono stati costretti a dormire in brandine poste accanto al pronto soccorso di Patti.
Il segretario aziendale CISL FP Daniele Pagana, illustra un quadro scoraggiante del nosocomio “Barone Romeo” di Patti a cominciare dalla “carenza d'organico dei medici anestesisti – dichiara Pagana -, infatti ne sono presenti 11 a fronte di 21 previsti, che devono garantire due guardie attive di cui una di rianimazione e un'altra per le emergenze. Inoltre sempre lo stesso personale deve garantire l'attività di due ambulatori: la terapia del dolore e le visite Anestesiologiche. Tutto questo si ripercuote negativamente nella gestione delle sedute operatorie che per ovvi motivi sono ridotte e determinano inevitabilmente disagi e allungamento delle liste d'attesa chirurgiche”. Situazione altrettanto critica riguarda il reparto di Ostetricia e Ginecologia dove sono presenti sette ginecologi a fronte di oltre mille parti all'anno. “Una Unità Operativa tra le più rinomate del nosocomio pattese, che nonostante un organico ridotto quasi ai minimi termini, registra più di mille parti all’anno piazzandosi al secondo posto dopo il Policlinico di Messina – continua Pagana - Altra Criticità riguarda la mancanza dell'Unità Operativa di Ortopedia. Qui i pazienti che richiedono assistenza da trauma, vengono trasferiti in altri presidi ospedalieri della provincia, con gravi disagi per l'utenza”.
Ma la causa di queste carenze sembra essere addebitata anche alla mancanza di personale medico sanitario. A farlo presente il direttore del reparto di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale Barone Romeo di Patti Tanino Crisà “ Al momento - dichiara il primario Crisà – sto lavorando con la metà dell’organico di cui avrei bisogno. I concorsi si effettuano – aggiunge - ma quei pochi posti che ci sono vedono i nuovi medici fare delle scelte a favore di strutture ospedaliere più grosse, come il Policlinico di Messina, a discapito di quelle piccole come le nostre realtà”.
Carenza di personale che potrebbe compromettere anche la possibile riapertura dell’Ospedale “Cutroni Zodda” di Barcellona Pozzo di Gotto, verso il quel un Comitato Civico Spontaneo si sta battendo, con petizioni ed organizzazione di un corteo il 2 novembre, perché ciò non avvenga, e che ha visto da sempre lottare la consigliera comunale e avvocato Melangela Scolaro per restituire dignità ad un territorio ed ai cittadini con la riattivazione del nosocomio, ormai depauperato da quel poco che c’era a causa delle scelte dettate dall’emergenza pandemica da Covid-19 e ridotto a Covid Hospital a bassa intensità. “La pandemia ha decretato l’atto di morte del nostro ospedale, che insieme a quello di Milazzo serve un bacino di oltre 100000 persone – dichiara la Scolaro (nella foto) -. Per qualche tempo ci hanno illuso con la storia della terapia intensiva, ma Rai Uno, con un blitz notturno, ne ha svelato la tristissima vicenda di questa realtà "fantasma”.
A due anni da quella brutta vicenda, - continua la Scolaro -, che portò ad un acceso consiglio straordinario, con deputati impegnati nella strenua difesa dei vertici Asp e con la mia espulsione dall'aula per aver osato parlare con chiarezza della ferita inferta alla Città, dell'ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto non c'è più nulla. Non ci sono i reparti e non c'è il personale. Manca la guardia di anestesia e manca un cardiologo in pianta stabile. Nel frattempo, infatti, sono andati tutti via”.
Per la consigliera adesso è l'ora di reagire seriamente e compatti, senza difese aprioristiche legate a questo o a quell'interesse, magari pensando ad un incentivo per rendere più appetibile la scelta del posto di lavoro in questi piccoli presidi ospedalieri rispetto al Policlinico o altri grossi ospedali, così come si fa nel mondo della scuola dove, per garantire il diritto allo studio, viene attribuito il doppio punteggio agli insegnati che accettano di prestare servizio in sedi disagiate. “Nel 2021, in consiglio fu sostanzialmente detto che dal colore politico del governo discenderebbe il diritto o meno dei consiglieri di esprimersi a favore del proprio territorio. Risposi con decisione e con un assunto che dovrebbe darsi per scontato: quando si parla di salute, di vita e di morte non c'è ragione politica che tenga. D'altronde è facile per i " ricchi" e i " potenti" dimostrare sicurezza e dare lezioni: sanno come e a chi rivolgersi in caso di necessità. Sono tutti gli altri a subire le conseguenze della cattiva gestione della sanità, E questo – conclude - non può essere ulteriormente consentito. Come non può essere tollerata l'eccessiva commistione tra politica e sanità, deleteria in tutti i sensi ed evidente come le pietre sotto un mare cristallino”.
Pamela Arena